Stop the Traffik: “Ogni anno a migliaia di donne viene promessa una carriera da ballerine in Europa occidentale. Purtroppo finiscono qui”

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“Ogni anno a migliaia di donne viene promessa una carriera da ballerine in Europa occidentale. Purtroppo finiscono qui”. Cioè sul marciapiede o in “case” private dei quartieri a luci rosse. Il video che compare sopra, ripreso da Cado in piedi, di questo si occupa:

Le prostitute ballano per denunciare lo sfruttamento sessuale delle donne in Europa. Il filmato è stato girato dall’agenzia pubblicitaria belga “Duval Guillaume Modem” e promosso da “Stop the Traffik”, associazione che da anni combatte il mercato clandestino degli esseri umani. Il filmato è stato realizzato nel quartiere a luci rosse di Amsterdam.

Qui il sito di Stop the Traffik.

“Il giornalista hacker”: da Giovanni Ziccardi la guida per un uso consapevole della tecnologia

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Il giornalista hackerSu Lsdi – Libertà d stampa, diritto all’informazione Pino Bruno pubblica una recensione in anteprima del libro del docente alla facoltà di giurisprudenza di Milano Giovanni Ziccardi. Il volume si intitola Il giornalista hacker. Piccola guida per un uso sicuro e consapevole della tecnologia, è in uscita per i tipi di Marsilio e verrà presentato la settimana prossima al Festival internazionale di giornalismo. Intanto Pino lo anticipa usando queste parole:

Si può comunque cercare di superare “quel velo di normalità cui le tecnologie di oggi ci abituano – inteso come utilizzo tipico – e spingersi, anche solo per curiosità, verso strumenti che possano portare benefici immediati anche nella vita informatica di tutti i giorni e, soprattutto, nelle professioni più delicate”.

E i giornalisti, quelli che fanno le inchieste e vanno a infastidire i potenti, sanno di quale delicatezza stiamo parlando. Si devono proteggere le fonti, i cui nomi, recapiti e numeri telefonici sono semmai custoditi in un file del computer in redazione, a casa, sul portatile, dunque facilmente intercettabili da parte di chi si sente scrutato. Si devono cancellare le tracce disseminate durante le ricerche in rete, o nella corrispondenza via mail. Si devono proteggere gli archivi personali, impedire che possano essere oggetto di attacchi informatici.

Il paradosso è che la tecnologia – sempre più touch e facile da utilizzare – ci fa dimenticare la prudenza di un tempo, quando il giornalista investigativo conservava le sue carte preziose negli armadietti metallici delle redazioni, muniti di lucchetti e robuste serrature, e faceva le telefonate delicate dalle cabine pubbliche o dal baretto sotto la redazione.

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Festival della Fotografia Etica: a Lodi fino al 15 aprile tra mostre e il premio internazionale World.Report Award.

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World Report Award - Premio Italiano di Fotogiornalismo

Fino al 15 aprile, a Lodi, è tempo di Festival della Fotografia Etica (qui la brochure della manifestazione e qui invece il libretto: entrambi sono in formato pdf, rispettivamente di 1MB e 2,3MB). Al suo interno, c’è World.Report Award | Premio Italiano di Fotogiornalismo di cui fa parte lo scatto pubblicato sopra.

La Voce delle Voci: Ravenna-Somalia, corvo d’Africa. Come i mezzi militari sono usciti dall’Italia

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La voce delle voci - Aprile 2012Dal porto di Ravenna ci sarebbe stato qualcuno che ha provato a eludere gli obblighi di legge e l’embargo spedendo pezzi di ricambio per mezzi pesanti in Somalia. Mezzi che poi, secondo gli inquirenti italiani, avrebbero potuto essere reimpiegati in ambito bellico e i cui proventi sarebbero stati utilizzati per finanziare Al Shabaab, il gruppo fondamentalista che opera nel Paese. Lo ha raccontato un passaggio specifico della relazione 2011 della Direzione Nazionale Antimafia presentata poco tempo. E il riferimento sottolineato dalla Dna è a indagini della Direzione distrettuale antimafia di Bologna per traffico d’armi, oltre che di rifiuti, verso il Paese in guerra dal 1991. A confermarlo – aggiungendo che la prima segnalazione alle autorità doganali sarebbe arrivata dal Corno d’Africa dopo un controllo fatto a Mogadiscio su 300 camion – è un imprenditore somalo che vive nel padovano e che dall’Italia fa da 35 anni l’esportatore proprio in questo settore.

“Uno di quelli che è passato dal porto di Ravenna”, dice, “è uno che sta a Udine, un mio connazionale che ha venduto camion normali. Un altro viene da Torino e ha una ditta che ha comprato circa 90 tir commercializzati per la maggior parte come pezzi di ricambio. So che alcuni mezzi erano stati veicoli militari, altri invece erano dell’Anas che li aveva dismessi. Quei mezzi, però, possono essere usati anche in ambito militare come singole parti. Il carico lo hanno beccato quando stava arrivando al porto e il container è stato scaricato. Solo metà del materiale poi è partito, come non lo so. Da Verona o da altri posti, in base alle informazioni che mi hanno riferito, ho sentito varie persone che passano da Ravenna, ma non trasportano camion militari, sono normali, con motori, differenziali, cabine e altri pezzi tutti uguali. Le persone che lo fanno però sono malviste nel nostro ambiente e ce ne teniamo lontani”.
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Il Fatto Quotidiano: “Partiti SpA”, ecco come funziona il meccanismo dei rimborsi elettorali

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Partiti SpaTema che, dopo il caso Lusi, torna fare parlare di sé ancora più prepontemente per la saga della family, che di cognome fa Bossi. Si ripropone dunque un post in argomento.

In Gran Bretagna, i partiti che ricevono finanziamenti pubblici (10 milioni di sterline nel 2010, pari 12 milioni di euro più o meno) sono solo quelli di opposizione, svantaggiati nel raggranellare sostegno economico da lobby e gruppi industriali. In Germania invece non c’è privacy che tenga per le fondazioni: i “think tank” teutonici sono tenuti alla massima trasparenza. Invece in Italia – il Paese in cui in un paio d’anni, secondo la Corte dei Conti e la Guardia di finanza, la corruzione è aumentata del 229% – i “pensatoi” della politica, a destra come a sinistra, non sono “obbligati a tenere una contabilità ufficiale delle erogazioni”.

Sono due aspetti che emergono dal libro “Partiti Spa” (Ponte alle Grazie, 2012) del giornalista Paolo Bracalini. I rimborsi elettorali sono l’argomento del volume e tante le cifre riportate per raccontare di holding di fatto dalle cui mani passano “500 milioni di euro […] per ogni legislatura, tra Camera e Senato, 200 milioni per le elezioni regionali, 230 per le europee. Solo di rimborsi elettorali, dal 1994 ad oggi, siamo a oltre 2,7 miliardi di euro, ai quali vanno […] aggiunti i 70 milioni di euro annui destinati ai gruppi parlamentari e gli altri milioni investiti per i giornali di partito (senza parlare delle donazioni dei privati, 80 milioni di euro l’anno in media)”.

Denaro che riguarda i grandi partiti, ma anche i piccoli, come il Partito dei Pensionati (885 mila euro di rimborso), i Verdi-Verdi (contro cui il partito dei Verdi “vero” si scagliò via Tar, 300 mila), l’Alleanza di Centro di Pionati più la rediviva, per quanto assai lontana dal suo passato di balena bianca, Democrazia Cristiana (550 mila). E denaro che non basterebbe mai, dato che i bilanci delle formazioni politiche virano sempre al rosso (Pdl meno 6 milioni di euro e Pd addirittura meno 42 milioni).

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Moby Prince, a vent’anni dal rogo rimangono 140 vittime senza giustizia e con il fantasma della “nebbia da avvezione”

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Vent’anni fa oggi – era il 10 aprile 1991 – il rogo del Moby Prince. Qui, sul Fatto Quotidiano, un pezzo di Emiliano Liuzzi che fa il punto di vari elementi. Compresa la fantasiosissima incursione della nebbia da avvezione, tipica dl Bosforo e dei mari tropicali.

A vent’anni dall’assedio di Sarajevo, 11.451 sedie dipinte di rosso lungo via Tito per ricordare le vittime del conflitto

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Sono 11.451 (tante quante furono le vittime) le sedie dipinte di rosso e disposte lungo via Tito, a Sarajevo, per il ventesimo anniversario dall’inizio della guerra. “Un anniversario che trova la città balcanica ancora profondamente divisa, il potere spartito tra serbi, croati e musulmani in un solo Stato costruito su quote etniche e unito da governi centrali molto deboli”, scrive Dado Ruvic della Reuters. Se ne può leggere ulteriormente qui.

(Via BoingBoing)