Museo Martinitt e Stelline: la multimedialità per raccontare la storia di orfani e filantropia nella Milano tra ‘800 e ‘900

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Museo Martinitt e Stelline

Sul blog del master di comunicazione storica si racconta di come la storia di Milano tra Ottocento e Novecento sia narrata attraverso le vite degli orfani attraverso il patrimonio archivistico del museo Martinitt e Stelline, creati rispettivamente all’inizio e a metà del Cinquecento. L’origine dell’esposizione permanente invece viene ricostruita qui:

La scelta di istituire un museo multimediale nasce dall’esigenza di pubblicare il maggior numero possibile di documenti all’interno di uno spazio esiguo […]. Al comitato scientifico va il merito di aver posto in luce […] tutti gli aspetti della vita degli orfani, riuscendo a evidenziare come gli istituti Martinitt e Stelline siano un esempio di filantropia illuminata […]. L’attività primaria che [la struttura] intende promuovere è la ricerca e lo sviluppo del tema storico legato al fenomeno dell’assistenzialismo nell’Ottocento, con la conseguente comunicazione degli esiti alla comunità scientifica e generica.

“2 Agosto 1980. Tu che ne sai?”: la docufiction realizzata da un gruppo di studenti bolognesi con “Piantiamolamemoria”

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2 Agosto 1980. Tu che ne sai? è un lavoro relativamente recente, ma utile da riproporre a un paio settimane dal 34mo anniversario:

Docufiction realizzato dai ragazzi della 4°B dell’istituto Belluzzi Fioravanti di Bologna, al termie del laboratorio ParteCinemAzione di Marco Coppola. Il film è stato presentato il 31 maggio 2013 nella stessa scuola in una serata diretta da Riccardo Marchesini come conclusione del progetto “2 Agosto tu che ne sai?” promosso dall’associazione Piantiamolamemoria.

Julian Assange, la vicenda giudiziaria in Svezia e un libro che ne racconta i risvolti. Per la libertà d’espressione e di informazione

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Assange in Sweden: The Police Investigation

Si intitola Assange in Sweden: the police investigation il libro scritto da Radsoft e Rixstep e curato da Bridget Hunter. È uscito qualche giorno fa e una parte del ricavato sarà donato al Julian Assange Defence Fund. Un’ottima lettura e un’altrettanto ottima buona causa per la libertà d’informazione e, ancor prima, d’espressione.

(Via Wikileaks su Twitter)

L’altro volto del Brasile: oltre ai mondiali c’è la realtà raccontata nel documentario “Atraves da obra” di Enrico Basaldella

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Mentre si continua a giocare in Brasile per il mondiale che scivola verso la finale, di recente a Pordenone è stato proiettato il documentario Atraves da obra del regista d’origine veneziana Enrico Basaldella. L’evento è avvenuto all’interno degli eventi organizzati da Cinemazero e queste le tematiche affrontate dal film:

Il documentario si concentra sull’attività quotidiana all’interno degli asili dell’Opera educativa padre Giussani, fondati a Belo Horizonte (Brasile) dalla missionaria laica Rosa Brambilla. In particolare segue il lavoro di educatori e assistenti sociali che si rivolge alle famiglie povere che vivono in periferia e nelle favelas. Emergono situazioni di alcolismo e tossicodipendenza, delinquenza, violenza sui minori e omicidi. Uno stato sociale degradato che […] appare immutabile, ma in realtà non lo è.

“Stamina. Una storia italiana”: un libro per andare a fondo della “cura”, del metodo Vannoni e delle responsabilità della vicenda

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Stamina. Una storia italianaPresentato ieri a Roma, il libro Stamina. Una storia italiana di Donata Lenzi e Paola Benedetta Manca (Editori Riuniti) fa il punto su una più che controversa vicenda troppo legata alle speranze di persone affette da malattie gravissime e degenerative. Un’importante occasione, dunque, per muoversi oltre le cronache:

Più di 500 ordinanze della magistratura civile, indagini penali in corso, i Tar, comitati insediati e poi cancellati, sperimentazioni mai partite, leggi che decidono cure, leggi inapplicate, centinaia di ore di trasmissioni televisive. Gli scienziati contro (molti), quelli pro (pochi). Tutti ruotano intorno a un metodo di cura, il cosiddetto “metodo Stamina”, che non si sa cosa sia ma accende molte speranze e molti interessi, e la cui fortuna si deve all’abilità del promotore, il professore di psicologia Davide Vannoni, capace di sfruttare al meglio falle e debolezze del sistema sanitario. Più forte di tutto, la forza della disperazione dei malati e delle loro famiglie che hanno deciso, contro tutti e tutto, di credere. Questa è la storia del metodo Stamina ricostruita da Donata Lenzi, deputata e componente della Commissione affari sociali, e da Paola Benedetta Manca, giornalista. Una storia dove le responsabilità sono molte ma tutti hanno una scusa per non assumersele e dove non si arriva mai alla fine. Una storia molto italiana.

Sul libro se ne può leggere ancora qui.

“Confessioni di un trafficante di uomini”: il racconto della brutalità della tratta nel Mediterraneo con le parole degli scafisti

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Confessioni di un trafficante di uominiEstate fitta di letture, quella che si preannuncia in questi giorni. Da mettere nella lista dei libri c’è infatti Confessioni di un trafficante di uomini del criminologo Andrea Di Nicola e del giornalista Giampaolo Musumeci (Chiarelettere), più che mai attuale rispetto alle cronache che provengono da sud e ai contenuti delle intercettazioni pubblicate in questi giorni:

Mentre contiamo i morti e i cadaveri diventano sempre più fredde statistiche, dall’altra parte del Mediterraneo, o in luoghi lontani e al sicuro, i trafficanti di migranti contano i soldi. Cercano nuovi clienti. Studiano nuovi modi per forzare e violare la fortezza Europa che è sempre più chiusa. Un viaggio sulle rotte dei trafficanti e le loro parole raccolte per la prima volta in presa diretta permette di svelare le regole della più spietata agenzia di viaggi del mondo. Capire è il primo passo per provare a fermare quello che sta accadendo.

Un modo per ripercorrere di nuovo anche la storia di Samia Yusuf Omar, l’atleta somala non sopravvissura a una disperata traversata del Mediterraneo.

“La tredicesima ora” di Carlo Lucarelli scompare dai palinsesti Rai e i telespettatori lanciano una petizione perché torni in onda

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La tredicesima ora

La trasmissione La tredicesima ora di Carlo Lucarelli è andata in onda dal 25 aprile al 13 giugno su Rai3, in seconda serata. Ha raccontato storie di mafie, caporalato, terrorismo, violenza sulle donne, traffico di esseri umani e sfruttamento della prostituzione e ha ottenuto buoni riscontri, sia un termini di share che di crtica. Ma alla presentazione dei nuovi palinsesti ecco la sorpresa: non si andrà più in onda e, al momento, non è stato addotto alcun motivo. Ora, grazie ai telespettatori, parte la petizione per chiederne il ritorno. Ecco alcuni dei motivi di chi l’ha lanciata:

Questa è l’informazione, la documentazione, la narrazione delle storie delle persone che hanno lottato per la dignità, il riscatto, una vita migliore alle quale Lucarelli e i suoi collaboratori ci hanno resi vicini. Storia contemporanea e memoria d’Italia che vorremmo ancora poter ancora vedere, condividere con “La tredicesima ora” come atto di buona cittadinanza, come segno di civiltà, come possibilità di formazione e informazione. La Rai, in quanto servizio pubblico, non può e non deve esimersi dal fornire ai suoi cittadini forme di giornalismo che siano coerenti con la sua mission, che siano informazione reale, approfondimento e non solo episodica cronaca. La Rai in quanto pubblica dovrebbe essere portatrice dei valori di verità e di libera informazione oltre che parte della società civile e civica di questo nostro Paese.

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