Su Shorpy.com uno scatto dal 1915 (qui in versione più grande): due strilloni di 7 e 9 anni che distribuivano giornali a Los Angeles. È un’immagine del fotografo e sociologo statunitense Lewis Wickes Hine che sempre ha lavorato occupandosi di lavoro e riforme sociali in ambito infantile.
scatti
Su Slate.com per parole e soprattutto fotografie il racconto senza censure di una giornata nel Ku Klux Klan
StandardSu Slate.com il reportage fotografico A Day in the Life of the Ku Klux Klan, Uncensored. I testi sono di David Rosenberg mentre le immagini di Anthony S. Karen.
(Via Alessandro Zanini)
English Russia: una serie di scatti a colori dall’epoca dell’Unione Sovietica
StandardProfessional Photos of the Soviet Epoch (con ulteriori immagini a colori rispetto a quella pubblicata qui sopra) su English Russia.
“Walter Koessler Project”: su Tumblr oltre 700 scatti inediti dalle trincee tedesche della prima guerra mondiale
StandardUna serie di foto inedite dalle trincee tedesche della prima guerra mondiale. È il Walter Koessler Project, dal nome del bisnonno di Dean Putney, che fu un fotografo indipendente che viveva in Germania e che andò a vivere a Los Angeles dopo la fine del conflitto. Nell’album sopravvissuto al tempo e in via di digitalizzazione da parte del bisnipote sono sopravvissuti oltre 700 scatti finora mai pubblicati.
(Via BoingBoing)
Spasibo: la realtà cecena raccontata attraverso gli scatti del fotoreporter italiano Davide Monteleone
StandardSpasibo è il nome di un progetto fotografico di Davide Monteleone realizzato in Cecenia nell’arco di vari anni. Qui se ne può leggere di più.
(Via Alessandro Zanini)
L’Afghanistan degli anni Sessanta e Settanta: su The Atlantic la storia per immagini di quel Paese
StandardSu The Atlantic la storia dell’Afghanistan tra gli anni Sessanta e Settanta attraverso le fotografie di quell’epoca.
(Via Alessandro Zanini)
Le manifestazioni in Egitto: su Flickr le immagini di ciò che sta avvenendo nelle strade al di là del Mediterraneo
StandardScatti dall’Egitto, opera di Mosa’ab Elshamy che ha pubblicato le sue immagini su Flickr.
#OccupyTribunale a Bologna: scatti da una manifestazione con sit in, in attesa di una sentenza
StandardUn momento di #OccupyTribunale, la manifestazione che questa mattina si è svolta a Bologna in attesa della sentenza al poliziotto accusato di aver rotto il 12 ottobre 2011 quattro denti a una ragazza, Martina Fabbri. Qui altre fotografie.
“Io ho visto”: un libro di Pier Vittorio Buffa e un sito web per conservare la memoria delle vittime del nazifascismo
StandardIo ho visto di Pier Vittorio Buffa è un libro appena uscito per Nutrimenti ed è anche un progetto web con uno scopo ben definito:
non dimenticare quello che è accaduto durante la guerra contro la popolazione civile italiana condotta dai nazifascisti tra il 1943 e il 1945. Un progetto semplice. Fatto di immagini e di parole. Di parole e di immagini. Le parole sono quelle che servono per cercare di dare corpo alle emozioni, come quelle del libro. Le immagini sono quelle di chi ha portato per sempre con sé il dolore di quegli anni.
Partecipare al progetto è semplice. È sufficiente scrivere qua sotto [qui il link, ndb] quello che si è visto allora. O un pensiero, un ricordo. O anche solo il modo per essere rintracciati e raccontare.
Quello che ne nascerà non lo so: racconti da pubblicare qui sul web, una nuova edizione del libro, una semplice raccolta di ricordi… Quello che Io ho visto diventerà lo deciderà soprattutto chi deciderà di parteciparvi.
Al momento nel libro sono raccolte trenta storie di sopravvissuti alle stragi nazifasciste mentre in rete, nella sezione dedicata alle fotografie, ci sono i volti di queste persone. Volti accompagnati dai rispettivi nomi, dalla località in cui i fatti si sono consumati e da una breve descrizione di ciò che accadde.
Su Redattore Sociale gli scatti di Franco Guardascione, quattro anni di reportage negli Opg italiani
StandardSu Redattore Sociale è stata pubblicata la galleria fotografica con gli scatti di Franco Guardascione realizzati nei quattro anni di reportage all’interno degli ospedali psichiatrici giudiziari italiani:
“Ho avuto lunghe ore di dialogo con tanti internati, parole che mi svuotavano, demolivano certezze, arricchendomi con altre ignote fino a quel momento, facendomi tornare a casa stanco e commosso. Le foto sono venute fuori naturalmente, senza forzature e senza far subire stress alle persone, con le quali sono quasi sempre riuscito ad avere rapporti di primitiva amicizia che, a lavoro concluso, sono sfociati in saluti e abbracci con la consapevolezza che non ci saremo più rivisti che mi ha lasciato in bocca un amaro sapore metallico”. Così l’autore definisce il suo viaggio all’interno di queste realtà. Le immagini esposte a Firenze dal 12 al 19 aprile presso la sede del Consiglio regionale della Toscana raccontano la situazione delle persone internate non solo sul piano del disagio materiale, ma soprattutto dal punto di vista umano.
Per consultare l’intera galleria di veda qui.