“Storia della violenza” di Robert Muchembled: dal suo contenimento pubblico all’uomo che torna a essere lupo

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Storia della violenzaÈ una narrazione particolare quella contenuta in uno dei libri con cui Odoya inaugura la stagione autunnale. Si intitola Storia della violenza. Dal Medioevo ai giorni nostri ed è stato scritto da un docente universitario francese, Robert Muchembled, che si è sempre mosso tra passato sociale, antropologa del crimine, politica e potere. Questa la presentazione del saggio:

Dal XIII al XXI secolo […] la violenza fisica e la brutalità dei rapporti umani seguono una traiettoria discendente in tutta l’Europa occidentale. In controtendenza rispetto al pensiero sociale dominante, [l’autore] mostra come nel corso dei secoli gli atti violenti e gli omicidi siano passati dallo status di “normale linguaggio collettivo creatore di legame sociale” a quello di tabù sociale. Con l’aiuto delle opere di Sigmund Freud, Norbert Elias e Michel Foucault, Muchembled focalizza la sua attenzione sulla teoria di un “incivilimento dei costumi”, di un addomesticamento, nonché di una progressiva sublimazione della violenza nella società europea.

Cosa c’è dietro questa incontestabile regressione dell’aggressività? Un controllo sociale sempre più stretto sugli adolescenti, a cui va aggiunta un’educazione coercitiva. La violenza scompare progressivamente dallo spazio pubblico per concentrarsi nella sfera privata, mentre una vasta letteratura popolare viene investita di un ruolo catartico: sono i duelli dei tre moschettieri e i crimini di Fantomas a essere ormai incaricati di veicolare e catalizzare le pulsioni umane più violente. I primi anni del XXI secolo sembrano inaugurare, tuttavia, una vigorosa ricomparsa della violenza nella vita di tutti i giorni, specialmente tra bande di giovani che vivono nelle periferie di grandi città europee: «L’uomo sta forse ridiventando lupo per l’altro uomo?», si chiede Muchembled.

In attesa di commenti e recensioni all’edizione italiana, intanto si può vedere come è stata presentata l’opera in versione originale.

“Prima che vi uccidano”: a Trieste dal 17 al 19 settembre omaggio a Giuseppe Fava e all'”idea di un’isola”

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All’interno della rassegna I mille occhi, il festival internazionale del cinema e delle arti in programma a Trieste dal 14 al 20 settembre prossimi, ci sarà l’omaggio Prima che vi uccidano. Giuseppe Fava, idea di un’isola dedicato al giornalista e autore siciliano ucciso a Catania il 5 gennaio del 1984. Progetto nato dalla collaborazione tra il festival, Nomadica, Fondazione Fava, Fuori Orario (RaiTre) con l’intervento del Coordinamento Fava di Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa, si compone di una serie di appuntamenti distribuiti tra il 17 e il 19 settembre. E in particolare quest’esperienza ha una sua origine specifica:

Nel 1979, Mario Giusti, già direttore del teatro Stabile di Catania che Giuseppe Fava stava rinnovando con le sue opere, diviene responsabile della programmazione della Terza Rete siciliana della RAI per la quale commissiona, su proposta dello stesso Fava, sei episodi televisivi che raccontino “gli aspetti più agghiaccianti dell’isola”. Dall’intera opera di Giuseppe Fava – dalle inchieste, dal teatro, dai romanzi – nasce questo nuovo “processo alla Sicilia”, in 16mm, tra teatro e documentario, dal titolo “Siciliani”. Un lungo viaggio nell’isola la cui regia fu affidata a Vittorio Sindoni (che portò con se Riz Ortolani per la colonna sonora): dalla vecchia alla nuova mafia (Da Villalba a Palermo. Cronache di mafia), lo scandalo dei terremotati della Valle del Belice (L’occasione mancata), la miseria in cui i bambini vengono fatti emigranti (La rivoluzione mancata), i “paesi buoni” senza criminalità ma “morti” (La conversazione mai interrotta), la devastazione delle industrie e la beffa delle miniere (Opere Buffe), l’emigrazione forzata (Gaetano Falsaperla, emigrante). Le sei puntate vennero trasmesse in diffusione nazionale nel 1982, per poi cadere nell’oblio. Riscopriamo così, a trent’anni di distanza, la visione di Giuseppe Fava, la sua “idea di un’isola” – per citare il film di Rossellini – costruita e ridata attraverso l’uso del mezzo cinematografico.

Per il programma dedicato all’omaggio a Fava si veda qui mentre per quello dell’intero festival il link è questo.

Guerra del Vietnam: trentasette anni dopo ci si avvicina a 4 mila dei 300 mila dispersi

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Alla ricerca di chi dal fronte non ci è mai tornato, trentasette anni (si combatté dal 1960 al 1975) e 300 mila dispersi dopo la guerra del Vietnam. Se ne stanno occupando due veterani australiani, Derrill de Heer e Bob Hall, che hanno interpolato i dati di riferimento e indicato la zona approssimativa in cui si potrebbero trovare circa quattromila soldati. Lo spiega il reportage di Al Jazeera.

“Economix: how our economy works (and doesn’t work)”: a fumetti il racconto degli errori passati e presenti di politiche e indici

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Economix: How Our Economy Works and Doesn't Work

Economix: how our economy works (and doesn’t work): un racconto a fumetti di Michael Goodwin e Dan E. Burr sugli orrori dell’economia e delle politiche economiche passate e presenti. C’è anche un sito dedicato al volume.

(Via BoingBoing)

“Murder in America”: la mappa interattiva del Wall Street Journal sugli omicidi negli Stati Uniti tra il 2000 e il 2010

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Murder in America

Ancora a proposito di crime mapping, Lsdi scrive a proposito della mappa interattiva del Wall Street Journal sugli delitti avvenuti negli Stati Uniti tra il 2000 e il 2010:

165.068 omicidi negli Stati Uniti fra il 2000 e il 2010: il Wall Street Journal ha pubblicato sul suo sito web una bellissima mappa interattiva di tutti i casi avvenuti in quell’arco di tempo nel Paese (tranne la Florida) raggiungibili per vari tipi di parametri: vittime, autori, luoghi, modalità, armi usate, ecc. Il sito presenta anche un breve video che spiega il funzionamento della mappa e un ‘ampia spiegazione sulla sua metodologia. La Florida usa parametri di classificazione diversi da quelli degli altri Stati, che si uniformano invece alle indicazioni del FBI.

Per approfondire, si veda dunque il progetto Murder in America.

“L’ultima notte dei fratelli Cervi”: un romanzo di Dario Fertilio sulla Resistenza e l’eccidio avvenuto a Reggio Emilia il 28 dicembre 1943

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L'ultima notte dei fratelli CerviEsce in questi giorni per Marsilio il romanzo L’ultima notte dei fratelli Cervi, scritto dal giornalista Dario Fertilio. L’ambientazione è quella della lotta di Resistenza e la vicenda narrata si increccia a quella di un noto eccidio avvenuto il 28 dicembre 1943 a Reggio Emilia, nel poligono di tiro. Il volume viene presentato con queste parole:

La storia di Archimede, giovane contadino reggiano reclutato nei Gap fra il 1943 e il 1945, si intreccia con la tragedia dei sette eroici fratelli Cervi fucilati dai fascisti. I crescenti dubbi del protagonista, di fronte all’ordine di uccidere a freddo esponenti della Repubblica Sociale in agguati programmati, lo portano prima a scoprire, e poi a confrontarsi con una realtà scomoda: i Cervi, al momento della cattura, erano stati isolati dai compagni comunisti che dirigevano la Resistenza nella provincia, perché accusati di comportarsi “da anarchici”. Così la guerra civile, fra attentati e rappresaglie, bombardamenti, viltà e atti di coraggio quotidiani, gli rivela progressivamente il suo volto disumano. La svolta morale di Archimede si completa nell’apprendere un ulteriore segreto: in quella medesima ultima notte dell’agguato fascista, i Cervi erano stati traditi e denunciati da un infiltrato. Una verità che, nel clima surriscaldato del dopo 25 aprile a Reggio, tra lotte politiche e regolamenti di conti, deve essere nascosta.

Sulla vicenda dei fratelli Cervi si veda la scheda pubblicata sul sito dell’Anpi.

“Generale”, a trent’anni dall’omicidio la nipote di Carlo Alberto Dalla Chiesa realizza e presenta un documentario su di lui

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Generale, il documentario della nipote di Carlo Alberto Dalla Chiesa sulla figura del nonno e del militare ucciso dalla mafia il 3 settembre 1982:

Dora Dalla Chiesa è nata pochi mesi dopo la morte di suo nonno, ma ha deciso di raccontare la sua storia, militare e personale in un documentario, attraverso le parole di chi lo ha conosciuto”. “Un dovere personale e civile”.

Qui l’articolo di Repubblica che ne parla ripreso da AntimafiaDuemila.com.

Caso Toni-De Palo: trentadue anni senza risposte. E in un libro si ricostruisce l'”Omicidio di Stato”

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Omicidio di StatoOggi ricorre il trentaduesimo anniversario della scomparsa dei giornalisti italiani Graziella De Palo e Italo Toni (la loro storia è stata raccontata qui). Era infatti il 2 settembre 1980 quando sparirono a Beirut senza mai più essere ritrovati e di recente sulla vicenda, su cui grava con rare interruzioni un pesante silenzio da sempre, è uscito un libro. Si intitola Omicidio di Stato (Armando Curcio Editore) ed è stato scritto da Nicola De Palo, parente della cronista scomparsa e così si presenta il volume:

Graziella De Palo, collaboratrice di Paese Sera e L’Astrolabio, viene rapita e uccisa a Beirut il 2 settembre 1980 con il collega Italo Toni, cronista dei Diari. Un disegno criminoso, ideato in Italia, ha messo a tacere per sempre i due giornalisti, “colpevoli” di aver indagato sui rapporti tra i servizi segreti italiani e la loggia massonica P2, l’industria delle armi e i movimenti terroristici, il “lodo Moro-Giovannone” e, con ogni probabilità, i mandanti e gli esecutori della strage di Bologna. Questa è la loro storia, raccontata in modo rigoroso e sintetico.

Di questa storia se ne parla anche sul sito dell’osservatorio Ossigeno per l’informazione.