Dalla Nato il “Tallinn Manual on the International Law Applicable to Cyber Warfare”. Wikileaks: previste misure estreme contro attaccanti

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Il Tallinn Manual on the International Law Applicable to Cyber Warfare viene presentato non come un documento ufficiale, ma “espressione di opinioni di un gruppo di esperti indipendenti che agiscono esclusivamente a titolo personale”. Sta di fatto che il documento, che analizza le frontiere digitali della guerra e non esclude il ricorso a misure estreme contro attaccanti telematici, esce sotto l’egida del Cooperative Cyber Defence Centre of Excellence della Nato ed è edito dalla Cambridge University Press. Su Twitter Wikileaks presenta il volume così:

“Istigazione alla street art”: e il Collettivo FX lanciò lo speciale elezioni 2013, adesivi sui manifesti dei partiti contro gli slogan politici

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Istigazione alla Street Art, SPECIALE ELEZIONI 2013

L’immagine sopra pubblicata (qui la sua versione in formato più grande) fa parte del progetto Istigazione alla Street Art per lo speciale elezioni 2013: una serie di adesivi da “scaricare, stampare e appiccicare sui manifesti elettorali (senza coprire volti, simboli, scritte)”. Sono messaggi che il Collettivo FX ha diffuso in giro in periodo di caccia ai voti e che hanno teso a dare un’alternativa agli slogan dei partiti. Un’attività, questa, che si integra con quella che il gruppo italiano conduce normalmente:

FX è un collettivo che ha come obiettivo inquinare il cemento armato urbano e di campagna. Sono esclusi gli stabili già deturpati dal tempo e dal buongusto, come palazzi, chiese, castelli, eccetera. Le incursioni o intrusioni sono realizzate direttamente dal Collettivo o in modo Collettivo, cioè coinvolgendo numerose persone che agiscono utilizzando il materiale prodotto dal collettivo (stickers, manifesti, quadri).

Il principio che regola le incurisioni o intrusioni è l’Articolo 9 della Costituzione Italiana: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.

(Via Wooster Collective)

“La geografia dell’odio”: giornalismo dei dati e tweet per rappresentare distribuzione di razzismo e omofobia negli Usa

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Geography of Hate

Su Lsdi viene raccontata l’esperienza di data journalism che ha portato a una rappresentazione grafica della geografia dell’odio negli Stati Uniti. Per realizzarla, nel corso e dopo la campagna elettorale per le ultime presidenziali, sono stati utilizzati 150 mila tweet su omofobia, razzismo e disprezzo per la disabilità. Il progetto, seguito da studenti dell’Humboldt State University e non da sistemi automatizzati, è stato ideato da Monica Stephens, docente del dipartimento di geografia, e ne parla anche il Guardian, per quanto nutra dubbi “sull’accuratezza dell’analisi semantica” effettuata. A questo proposito scrive ancora Lsdi:

Gli Stati con la maggiore densità di tweet anti-Obama, Mississippi e Alabama – spiega la docente della Humboldt sul blog Floatingsheep.org – si sono distinti non solo per essere radicalmente contro il presidente, ma anche per il taglio fortemente razzista dei loro contenuti. In pratica, secondo la docente, anche un’analisi abbastanza grezza e superficiale può mostrare come le espressioni contemporanee di razzismo sui social media possono essere legati a un certo numero di fattori di contesto che spiegano la loro persistenza.

Il lavoro per la mappa ha confermato che – aggiunge Monica Stephens – “gli spazi virtuali dei social media sono intensamente legati a particolari contesti socio-spaziali nel mondo offline, e, come questo lavoro mostra, la geografia dei discorsi di odio online non è diversa”.

Invadenza elettronica in Uk (ma ripetibile altrove): Open Rights Group pubblica in rete il libro elettronico “Digital Surveillance”

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Digital Surveillance

Open Rights Group, attraverso Jim Killock, Peter Bradwell e Ben Zevenbergen, fa uscire in rete (in versione completa) il libro elettronico Digital Surveillance – Why the Snoopers’ Charter is the wrong approach: a call for targeted and accountable investigatory powers.

(Via Boing Boing)

DataJournalism.it: un progetto italiano (e bolognese) per fare giornalismo basandosi sui dati. Online le prime inchieste

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DataJournalism.it

Di recentissimo il panorama del web e del giornalismo italiano si è arricchito con DataJournalism.it, progetto ideato e realizzato da giornalisti e sviluppatori e che riunisce un network composto da Spaghetti Opendata, Diritto di sapere, Data Driven Journalism e Hacks Hackers Bologna. Supportata poi da Formica Blu, Fondazione ahref e Radio Città del Capo, l’iniziativa propone già alcuni temi.

Tra questi, le stragi dei migranti nel Mediterraneo verificatesi dal 4 gennaio 2010 al 7 novembre 2012 con una mappa che mostra graficamente flussi e concentrazione degli eventi. Inoltre, basandosi su dati statistici, viene presentata un’altra mappa, quella della morbilità per tumore al polmone in Italia. E poi una rappresentazione dei luoghi in cui a Bologna si sono verificati incidenti stradali che hanno coinvolto ciclisti.

Propaganda bellica ai tempi della prima guerra mondiale: online i manifesti britannici dell’Imperial war museum

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1914-1918: recruiting posters

Il periodo è quello del primo conflitto mondiale e la nazione è la Gran Bretagna. Che cercava sudditi da arruolare nella Grande Guerra con una serie di manifesti che sono stati digitalizzati dall’Imperial war museum di Londra e radunati da Retronaut. In particolare passando per il ruolo delle più giovani tra le cittadine di Sua Maestà, la sollecitazione era: “Non provare pietà per una ragazza sola, il suo ragazzo probabilmente è un soldato che sta lottando per sé e per il suo Paese. E per te. Arruolati nell’esercito oggi stesso”.

Dal 1883 una guida illustrata alla malattia mentale recuperata dall’università di Toronto e messa a disposizione online

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Risale al 1883 questa strana guida illustrata alla diagnosi della malattia mentale scritta del medico statunitense Allan McLane Hamilton. Erano gli anni in cui andavano forte la fisiognomica e le teorie di Cesare Lombroso prima che venissero declassate a pseudoscienze. Digitalizzata nel 2007 e pubblicata per intero (in molteplici formati) su Archive.org, la guida fa parte della collezione storica delle biblioteche dell’università di Toronto

“Luoghi di memoria nelle Marche”: eventi di guerra e Resistenza ricostruiti online dall’Istituto per la storia della Liberazione

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Storia Marche NovecentoLa sezione Luoghi di memoria nelle Marche: guerra, Resistenza, Liberazione è una delle due nuove sezioni (altra è dedicata alle biografie) del sito creato dall’Istituto regionale per la storia del movimento di Liberazione in quella regione. Suddivisa anche graficamente in luoghi, campi, eccidi, bande e Linea Gotica, la sezione sui luoghi della memoria si presenta così:

È nata dalla volontà di rappresentare, attraverso le fonti e i luoghi, la storia marchigiana negli anni della guerra e dell’occupazione nazifascista, dal 1940 al 1944. Si ripercorre la storia di città, paesi, villaggi e campagne, ma anche di persone e di popolazioni investite dalla guerra, dalla deportazione, dalla violenza, dalla resistenza civile e dal partigianato attivo. A emergere sono storie di dolore, sofferenza e distruzione, ma anche storie di coraggio e determinazione, attraverso le quali le Marche e l’Italia intera sono riuscite a ritrovare la libertà e la pace, dopo venti anni di dittatura fascista e cinque di guerra. Un mosaico di voci, biografie ed eventi.

(Via Blog del master di comunicazione storica)