#MigrantsFiles: e a Barcellona il progetto sui migranti morti nel Mediterraneo vince i Data Journalism Awards

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#MigrantsFiles)

Tempi addietro si era scritto:

L’hashtag è #MigrantsFiles e il progetto si chiama Mar Mediterraneo, tomba di migranti. Ne sono autori i giornalisti e gli informatici di DataNinja.it e qualche dato è questo: 23 mila i morti e dispersi dell’immigrazione in Europa, dal 2000 al 2013.

E oggi il progetto ha vinto i Data Journalism Awards. Di mezzo, tra i vincitori, c’è Andrea Nelson Mauro di Dataninja che giusto qualche giorno fa, al corso di data journalism organizzato dalla Fondazione Ordine Giornalisti dell’Emilia Romagna, diceva: “Tra gli altri, c’è il New York Times, non abbiamo speranza”. E invece, Nelson, sei stato smentito.

#MigrantsFiles: parte il progetto di data journalism “Mar Mediterraneo, tomba di migranti”, 23 mila vittime e dispersi in 13 anni

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#MigrantsFiles)

L’hashtag è #MigrantsFiles e il progetto si chiama Mar Mediterraneo, tomba di migranti. Ne sono autori i giornalisti e gli informatici di DataNinja.it e qualche dato è questo: 23 mila i morti e dispersi dell’immigrazione in Europa, dal 2000 al 2013.

Dal 1948 a oggi, un’infografica di Bloomberg fa il punto sugli aerei dichiarati “scomparsi” in base ai dati dell’Aviation Safety Network

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Bloomberg: Dozens of Planes Have Vanished in Post-WWII Era. I dati sono dell’Aviation Safety Network.

“La geografia dell’odio”: giornalismo dei dati e tweet per rappresentare distribuzione di razzismo e omofobia negli Usa

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Geography of Hate

Su Lsdi viene raccontata l’esperienza di data journalism che ha portato a una rappresentazione grafica della geografia dell’odio negli Stati Uniti. Per realizzarla, nel corso e dopo la campagna elettorale per le ultime presidenziali, sono stati utilizzati 150 mila tweet su omofobia, razzismo e disprezzo per la disabilità. Il progetto, seguito da studenti dell’Humboldt State University e non da sistemi automatizzati, è stato ideato da Monica Stephens, docente del dipartimento di geografia, e ne parla anche il Guardian, per quanto nutra dubbi “sull’accuratezza dell’analisi semantica” effettuata. A questo proposito scrive ancora Lsdi:

Gli Stati con la maggiore densità di tweet anti-Obama, Mississippi e Alabama – spiega la docente della Humboldt sul blog Floatingsheep.org – si sono distinti non solo per essere radicalmente contro il presidente, ma anche per il taglio fortemente razzista dei loro contenuti. In pratica, secondo la docente, anche un’analisi abbastanza grezza e superficiale può mostrare come le espressioni contemporanee di razzismo sui social media possono essere legati a un certo numero di fattori di contesto che spiegano la loro persistenza.

Il lavoro per la mappa ha confermato che – aggiunge Monica Stephens – “gli spazi virtuali dei social media sono intensamente legati a particolari contesti socio-spaziali nel mondo offline, e, come questo lavoro mostra, la geografia dei discorsi di odio online non è diversa”.

DataJournalism.it: un progetto italiano (e bolognese) per fare giornalismo basandosi sui dati. Online le prime inchieste

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DataJournalism.it

Di recentissimo il panorama del web e del giornalismo italiano si è arricchito con DataJournalism.it, progetto ideato e realizzato da giornalisti e sviluppatori e che riunisce un network composto da Spaghetti Opendata, Diritto di sapere, Data Driven Journalism e Hacks Hackers Bologna. Supportata poi da Formica Blu, Fondazione ahref e Radio Città del Capo, l’iniziativa propone già alcuni temi.

Tra questi, le stragi dei migranti nel Mediterraneo verificatesi dal 4 gennaio 2010 al 7 novembre 2012 con una mappa che mostra graficamente flussi e concentrazione degli eventi. Inoltre, basandosi su dati statistici, viene presentata un’altra mappa, quella della morbilità per tumore al polmone in Italia. E poi una rappresentazione dei luoghi in cui a Bologna si sono verificati incidenti stradali che hanno coinvolto ciclisti.

Dati e infografica a servizio del giornalismo: il Guardian racconta così tre anni e mezzo di crisi e di dolore in Europa

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Eurozone crisis: three-and-a-half years of pain

E dopo i dati sui cronisti minacciati usati per rappresentare la loro condizione in Italia attraverso il progetto Ma chi me lo fa fare, ecco un altro esempio di come fare informazione in questo senso è quella del Guardian con l’infografica sulle condizioni economiche dei Paesi europei: si tratta di Eurozone crisis: three-and-a-half years of pain, che racconta gli accadimenti prendendo in considerazione banche e proteste, austerità e mercati, politiche nazionali e piani di salvataggio.

“Ma chi me lo fa fare – Storie di cronisti minacciati”: raccontare (anche) attraverso la rappresentazione dei dati sul fenomeno

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Ma chi me lo fa fare - Storie di cronisti minacciati

Ma chi me lo fa fare – Storie di cronisti minacciati è un progetto di Andrea Fama, Jacopo Ottaviani e Isacco Chiaf che si presenta così:

L’Italia è uno stato democratico e come tale garantisce i diritti umani fondamentali. Tra questi la libertà di informazione. Ma quanto si può definire libera l’informazione in un Paese dove praticamente ogni giorno un giornalista viene minacciato perché prova a fare il suo lavoro?

Per rendersi conto della situazione, è stata creata anche un’infografica introduttiva:

Infografica giornalisti minacciati

Inoltre altri dati sono presentati nelle mappe interattive mentre le singole storie sono raccontare attraverso i facebookumentary, ovviamente su Facebook.

Torna il Metro Olografix Camp con l’edizione 2012, tre giorni per capire lo spirito hacker “fino alla fine del mondo”

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Metro Olografix CampTorna il Metro Olografix Camp (o anche Moca) nella sua edizione 2012 (le precedenti sono state nel 2004 e nel 2008), un hacker camp che terrà banco nel parco dell’ex caserma Di Cocco di Pescara dal 24 al 26 Agosto 2012. Si legge in proposito sulla newsletter della rivista Mamma! (quella che ha come payoff “se ci leggi è giornalismo. Se ci quereli è satira”):

All’edizione del 2012 la rivista Mamma! – il primo magazine italiano di giornalismo a fumetti – sarà presente come media partner dell’evento e con un seminario del direttore responsabile Carlo Gubitosa, dal titolo “Hacking media: dai leaks alla microeditoria, passando per il data journalism. Strumenti e tecnologie per smontare le notizie e guardare dentro l’informazione mainstream”, che si svolgerà venerdì 24 agosto alle 18.

Nelle intenzioni degli organizzatori – la storica Associazione Culturale Telematica “Metro Olografix”, fondata nel 1994 – questa edizione del MOCA conferma che lo spirito hacker è sempre vivo ed effervescente in chi ha voglia di divertirsi e capire, ed ha scelto un computer come strumento principale per farlo.

Lo slogan di quest’anno – Fino alla Fine del Mondo – gioca con le ansie legate al mito del 2012, ma per gli organizzatori rappresenta anche l’intenzione di portare avanti a oltranza il discorso delle nuove tecnologie, della conoscenza e della libertà d’espressione.

Per vedere di cosa si parlerà nell’evento pescarese si veda il programma. E gli aggiornamenti si possono seguire su Twitter e su Facebook.