Dati e infografica a servizio del giornalismo: il Guardian racconta così tre anni e mezzo di crisi e di dolore in Europa

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Eurozone crisis: three-and-a-half years of pain

E dopo i dati sui cronisti minacciati usati per rappresentare la loro condizione in Italia attraverso il progetto Ma chi me lo fa fare, ecco un altro esempio di come fare informazione in questo senso è quella del Guardian con l’infografica sulle condizioni economiche dei Paesi europei: si tratta di Eurozone crisis: three-and-a-half years of pain, che racconta gli accadimenti prendendo in considerazione banche e proteste, austerità e mercati, politiche nazionali e piani di salvataggio.

“Ma chi me lo fa fare – Storie di cronisti minacciati”: raccontare (anche) attraverso la rappresentazione dei dati sul fenomeno

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Ma chi me lo fa fare - Storie di cronisti minacciati

Ma chi me lo fa fare – Storie di cronisti minacciati è un progetto di Andrea Fama, Jacopo Ottaviani e Isacco Chiaf che si presenta così:

L’Italia è uno stato democratico e come tale garantisce i diritti umani fondamentali. Tra questi la libertà di informazione. Ma quanto si può definire libera l’informazione in un Paese dove praticamente ogni giorno un giornalista viene minacciato perché prova a fare il suo lavoro?

Per rendersi conto della situazione, è stata creata anche un’infografica introduttiva:

Infografica giornalisti minacciati

Inoltre altri dati sono presentati nelle mappe interattive mentre le singole storie sono raccontare attraverso i facebookumentary, ovviamente su Facebook.

Guardian: “I fatti sono sacri” e rappresenta quelli più rilevanti nel 2011 con dati e infografiche

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Lsdi – Libertà di stampa. Diritto all’informazione pubblica un post su giornalismo dei dati, la storia del 2011 secondo il Guardian e dice:

Il Datablog del Guardian riprende in un post molto interessante numeri, dati e infografiche che hanno scandito i momenti più rilevanti della storia del 2011 così come il blog del quotidiano li aveva riportati, dal movimento di Occupy alle tensioni nell’eurozona, dalle sommosse in Inghilterra a Fukushima.

La rassegna mostra il grosso impegno e la fantasia che il giornale dedica al mondo dei dati e alla loro visualizzazione, sottolineando come, se i “Fatti sono sacri” (Facts are sacred, è il sottotitolo del blog), i dati sono l’anima dei fatti.

  • 30 – operai colpiti dalle radiazioni a Fukushima
  • 48% – il tasso di disoccupazione giovanile in Spagna
  • 52% – la crescita dei tassi di interesse dei bot in Italia

L’articolo originale si trova qui.

Computer assisted reporting, tra censura e analisi delle fonti aperte disponibili in rete

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Girl Geek Dinners Bologna

(Questi sono i contenuti dell’intervento di oggi al barcamp organizzato per le Girl Geek Dinners Bologna). C’è chi dice che espressioni come “giornalismo investigativo” e “giornalismo di precisione” non esistono perché per sua natura il giornalismo deve investigare con metodologie scientifiche nel modo più neutrale possibile. Attraverso questo processo ne deve dunque derivare una “realtà” oggettiva – che qualcuno chiama anche “verità” – inconfutabile. Una “realtà” che deve essere una verifica rigorosa per lo più delle affermazioni del “potere”, in base alle quali spesso la “realtà” viene modificata per far pendere la bilancia verso uno schieramento politico, partitico o lobbistico specifico. Dunque il giornalista per sua natura deve essere il “cane da guardia” a tutela della collettività contro le deformazioni del potere (di qualunque genere esso sia).

L’altra sera Armando Spataro, magistrato antiterrorismo e procuratore aggiunto a Milano, presentando il suo libro “Ne valeva la pena” che ruota intorno al rapimento dell’iman Abu Omar, ha raccontato un episodio: si trovava negli Stati Uniti e parlando con un collega procuratore, di nomina politico-elettorale e non concorsuale, gli ha chiesto: “Ma voi come fate a garantire ai cittadini di gestire i loro interessi e non quelli della lobby politica a cui appartenete?” La risposta è stata: “Da noi c’è la stampa”.
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