Computer assisted reporting, tra censura e analisi delle fonti aperte disponibili in rete

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Girl Geek Dinners Bologna

(Questi sono i contenuti dell’intervento di oggi al barcamp organizzato per le Girl Geek Dinners Bologna). C’è chi dice che espressioni come “giornalismo investigativo” e “giornalismo di precisione” non esistono perché per sua natura il giornalismo deve investigare con metodologie scientifiche nel modo più neutrale possibile. Attraverso questo processo ne deve dunque derivare una “realtà” oggettiva – che qualcuno chiama anche “verità” – inconfutabile. Una “realtà” che deve essere una verifica rigorosa per lo più delle affermazioni del “potere”, in base alle quali spesso la “realtà” viene modificata per far pendere la bilancia verso uno schieramento politico, partitico o lobbistico specifico. Dunque il giornalista per sua natura deve essere il “cane da guardia” a tutela della collettività contro le deformazioni del potere (di qualunque genere esso sia).

L’altra sera Armando Spataro, magistrato antiterrorismo e procuratore aggiunto a Milano, presentando il suo libro “Ne valeva la pena” che ruota intorno al rapimento dell’iman Abu Omar, ha raccontato un episodio: si trovava negli Stati Uniti e parlando con un collega procuratore, di nomina politico-elettorale e non concorsuale, gli ha chiesto: “Ma voi come fate a garantire ai cittadini di gestire i loro interessi e non quelli della lobby politica a cui appartenete?” La risposta è stata: “Da noi c’è la stampa”.
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