Freedom of the Press Foundation e il progetto per la protezione delle comunicazioni dei giornalisti a un passo dall’essere finanziato

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Sono quelli delle trascrizioni delle udienze del processo a Bradley Manning. E gli attivisti della Freedom of the Press Foundation, con il progetto per la protezione delle comunicazioni digitali dei giornalisti, meritano di essere sostenuti.

“Pardon Bradley Manning”: la campagna di Amnesty International perché i lettori meritano verità e gli informatori protezione

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Pardon Bradley Manning

Pardon Bradley Manning perché l’opinione pubblica merita la verità e chi fornisce informazione deve avere protezione. È la petizione di Amnesty Internazional rivolta al presidente degli Stati Uniti, Barack Obama.

Eventi mediatici: Bradley Manning non è un “bambino reale”, su Fairness & Accuracy in Reporting

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Chi invece il processo a Manning vuole seguirlo, può farlo sul sito della Press of the Freedom Foundation dove ci sono le trascrizioni delle udienze.

“I am Bradley Manning” (#iambradleymanning): voci che chiedono lo stop della guerra ai whistleblower

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I am Bradley Manning perché “è ora di finirla con la guerra ai whistleblower”, come il giovane soldato accusato di aver passato i cablogrammi diplomatici a Wikileaks. Il video è stato prodotto da una rete indipendente di volontari che ha collaborato con il Bradley Manning Support Network. E per chi vuole rilanciare su Twitter, l’hashtag è #iambradleymanning.

Luca Baiada su Julian Assange: “Wikileaks conta sull’imprevedibile complessità del genere umano”

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Luca Baiada pubblica su Carmilla Online un bell’articolo ripreso da Il Ponte di ottobre 2012. È per Julian Assange:

La gestione di grandi quantità di dati renderà sempre più difficile limitare la loro gestione a pochi addetti ai lavori. Le persone a conoscenza di segreti saranno sempre di più, sempre peggio pagate, più frustrate, più esposte a cedimenti. Wikileaks si basa anche su questo: non paga le sue fonti, ma conta su una cosa complessa, imprevedibile e disseminata in uno scrigno insospettabile: nel genere umano. È una cosa fatta di curiosità, di malcontento, di sdegno e di angoscia: stati d’animo che il modello sociale del Ventunesimo secolo sparge in abbondanza, e da cui si può mietere sapere.

Stati d’animo in cui tremola una scintilla preziosa, la coscienza. Arma imprevista, persino lama senza manico che può ferire chi la impugna. Bradley Manning (accettiamo per un momento che quanto si dice sia vero) consegna a Wikileaks dati di eccezionale importanza, ma poi, sconvolto, lo racconta su una chat a uno sconosciuto, che lo denuncia. Il travaglio interiore che sconvolge Manning è simile, quando vede i crimini immensi del suo paese, e quando teme di aver fatto la cosa sbagliata a rivelarli, ed ecco che in questa storia la logica combinatoria e i sentimenti si fronteggiano come giganti, alle spalle di uomini che l’ingranaggio della storia si affretta a macinare.

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“Anonymous – Noi siamo Legione”: una battaglia digitale contro censura, imperialismo, finanza d’assalto, devastatori dell’ambiente e militarismo

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Anonymous - Noi siamo legione

Scriverlo è stata una corsa contro il tempo, ma è stato un viaggio fantastico. E così nasce il libro Anonymous – Noi siamo Legione, appena uscito per Aliberti Editore. Fantastico perché si passa dall’evoluzione della cultura geek nello strano laboratorio di 4chan alla guerra scatenata contro Scientology. E poi il sostegno all’Iran post elezioni del 2009, la primavera araba in Tunisia e ìn Egitto, le campagne ambientaliste in America Latina, i movimenti Occupy e No Tav e il supporto a Wikileaks e contro le torture a cui è stato sottoposto Bradley Manning. La versione libraria di Anonymous è tutto questo e viene presentato così:

Gli ignoti che si riuniscono sotto la sigla Anonymous promettono battaglia contro censura, imperialismo, finanza d’assalto, devastatori dell’ambiente e militarismo. Questo libro è un’inchiesta su una forma di lotta da nuovo millennio che ha finito per colpire sette religiose, corporation, partiti reazionari e dittature mediorientali. Ogni volta che verrà compiuto un abuso, compariranno gli anonimi fustigatori il cui volto è rappresentato dalla maschera del giustiziere Guy Fawkes. E già oggi si può intuire il loro scopo: servizi digitali che garantiscano agli utenti la libertà di espressione.

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Collateral Murder e Wikileaks: su Wired i log delle conversazioni tra Bradley Manning e Adrian Lamo

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Baghdad airstrikeThreat Level, blog di Wired, pubblica una parte dei log delle conversazioni via chat (qui la versione completa) tra il militare Bradley Manning, fonte di Wikileaks per quanto riguarda l’attacco Usa “ribattezzato” Collateral Murder, e Adrian Lamo, che riferì alle autorità il contenuto delle confidenze fattegli da Manning. Si legge nell’introduzione al post:

È evidente che Manning è una figura d’importanza storica. Poiché le conversazioni fanno luce sulle pressioni personali esercitate su Manning […], pubblicare i log risponde a un valido interesse di cronaca e a questo punto crediamo che metterli online produrrà un danno limitato alla sua privacy. Laddove indicato, abbiamo deciso di intervenire su certi dati e informazioni per proteggere l’identità di terzi menzionati nei log […]. Per il resto, il testo completo dei log ricevuto da Adrian Lamo è pubblicato di seguito.

Che poi sarebbe qui. Con un’avvertenza:

La chat tra Manning e Lamo inizia il 21 maggio 2010. Così come ricevuti da Wired.com, i log contenevano il timestamp, ma non le date, e sono stati salvati da Lamo in quattro file ordinati progressivamente […]. Abbiamo ordinato i file stessi in base al flusso della conversazione e delle informazioni di Lamo. Le interruzioni tra i file sono indicate da una linea orizzontale [e] parti precedentemente pubblicate da Wired.com sono sottolineate.

Ulteriori informazioni sulla vicenda di Manning anche sul sito Collateral Murder.