Mappe di memoria: online il sito su stragi, terrorismo e violenza politica

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Mappe di memoria

È stato presentato lunedì scorso il sito Mappe di memoria – I luoghi delle stragi, del terrorismo, della violenza politica, progetto di documentazione e divulgazione realizzato dalla sinergia di diverse realtà. E qui si è iniziato a mettere insieme materiale sull’Italicus (4 agosto 1974), sulla stazione di Bologna (2 agosto 1980) e sul Rapido 904 (23 dicembre 1984).

Graziella De Palo e Italo Toni: il fratello della giornalista lancia una petizione per il rimpatrio delle salme dopo 34 anni

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Italo Toni e Graziella De PaloSulla vicenda dei due giornalisti Graziella De Palo e Italo Toni torna il fratello della cronista, Giancarlo De Palo, che lancia la petizione Presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi: impegno a rimpatriare i poveri resti dei due “desaparecidos” italiani:

Aspettiamo ormai da 34 anni il ritorno, mai avvenuto, dei due giornalisti italiani Graziella De Palo e Italo Toni, rapiti a Beirut, Libano, il 2 settembre 1980, dopo aver chiesto protezione dell’ambasciata italiana. Invece di cercarli, i servizi segreti di allora, che oggi finanziano il terrorismo internazionale pur di raggiungere il fine di liberare gli ostaggi italiani, aiutarono i loro assassini a occultarne i cadaveri. Noi oggi offriamo agli assassini il nostro perdono in cambio della restituzione dei poveri resti dei due giornalisti, MAI RICHIESTO FINORA DA NESSUN GOVERNO ITALIANO!

Firmarla, questa petizione, è importante per le famiglie vilipese da quel 1980, perché si tratta di un gesto di civiltà e per la verità sulla storia recente di questo Paese.

Beirut per sempre: 34 anni dopo il caso di Graziella De Palo e Italo Toni. Irrisolto e coperto da segreto di Stato

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Italo Toni e Graziella De PaloSono trascorsi 34 anni da quando i giornalisti italiani Graziella De Palo e Italo Toni scomparvero da Beirut senza che fossero mai ritrovati (era il 2 settembre 1980). Eppure ancora oggi non si vuole far cadere quella cortina di silenzio che nel 1984 venne sancita con l’opposizione del segreto di Stato dall’allora presidente del consiglio Bettino Craxi.

Nel corso dell’autunno 2009 c’è stato un momento in cui sembrava che questa cappa di occultamenti fosse destinata a essere quanto meno scalfita. Durante la presidenza del Copasir di Francesco Rutelli, infatti, era stato declassificato un migliaio di documenti che avrebbe dovuto essere consegnato entro l’anno ai familiari dei giornalisti e ai loro avvocati. «Ci aspettavamo di essere convocati appena prima o appena dopo Natale», dice Giancarlo de Palo, fratello di Graziella. Invece non è accaduto.

Dopo trent’anni nuovi omissis

A giustificare un ritardo che ormai si protrae nei decenni è stata l’imminenza – annunciata almeno a parole – della rimozione del segreto di Stato da altri duecento documenti. E la conseguente volontà – anche questa dichiarata solo a livello di intenzione – di fornire il materiale in un unico blocco. «Abbiamo una lettera di Gianni Letta in cui si promette che i documenti declassificati saranno a nostra disposizione entro e non oltre il 31 dicembre 2010», prosegue il fratello della giornalista scomparsa. «Ma a noi questo non sta bene perché l’assicurazione di Rutelli era che le carte ci sarebbero state date entro l’autunno del 2009. Ci spieghino il motivo per cui dovremmo aspettare altri dieci mesi per avere documenti che saranno comunque incompleti, dato che ne mancherà almeno una trentina. In pratica vogliono imporci questo ulteriore rinvio per avere poi materiale incompleto e con nuovi omissis».
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Dal Fatto Quotidiano: 2 agosto 1980, Mauro Di Vittorio, una vittima ‘oggettiva’ a cui chiedere scusa

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Mauro di VittorioNon che ci fossero dubbi. Sul suo conto c’erano solo insinuazioni. Reali, invece, le ingiustizie. Su Mauro Di Vittorio, 24 anni il giorno in cui morì nell’esplosione alla stazione di Bologna insieme ad altre 84 persone, oggi si può infatti dire che sia una vittima “oggettiva” di quella strage e che ciò che è stato detto di lui – indicato come possibile trasportatore dell’esplosivo usato nell’eccidio del 2 agosto 1980 – “è del tutto insufficiente” a collegarlo all’esecuzione dell’attentato. I virgolettati sono contenuti alla pagina 62 della richiesta di archiviazione che la procura del capoluogo emiliano ha inviato al gip per chiudere la cosiddetta “pista palestinese”. Siamo dunque al passo che precede la parola fine non solo alle incriminazioni dei tedeschi Thomas Kram e Margot Christa Frohlich, indagati nel 2011 per la bomba di 34 anni fa. Ma anche per coloro che, nolenti, furono chiamati in causa in un filone d’indagine che non ha retto al riscontro dei fatti.

È questo quindi il momento di restituire a Mauro Di Vittorio la sua identità. Non un militante dell’Autonomia di via dei Volsci, come già smentito anche dal leader di quel gruppo, Daniele Pifano. Ma un ragazzo che, per citare le parole della sorella Anna, “era un pezzo di pane”. Mauro era un fricchettone con idee di sinistra che leggeva, come tanti in quegli anni, Lotta Continua. Ma era un giovane che dopo la morte del padre si era trovato di fronte alla necessità di lavorare per contribuire al mantenimento per la famiglia. Pochi grilli politici, quindi, nessuna militanza estrema, ma una consapevolezza con cui fare i conti: la crisi c’era anche nel 1980. E c’era pure per un operaio specializzato, un tornitore, che aveva deciso di puntare verso Londra alla ricerca di uno stipendio e – perché no? – di un’esperienza lavorativa che gli facesse vivere un pezzo di vita al di fuori del suo mondo d’origine, il quartiere romano di Torpignattara.

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Agenzia Dire: online il mini documentario “Strage di Ustica, è il momento della verità (anche se i giovani oggi non ne sanno nulla)”

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Strage di Ustica, è il momento della verità (anche se i giovani oggi non ne sanno nulla) è un mini documentario dell’Agenzia Dire (dura 21 minuti circa) che dell’abbattimento del Dc9 del 27 giugno 1980 (ma non solo) parla più diffusamente qui

“Un solo errore. Bologna 2 agosto 1980”: esce in dvd il documentario con booklet inedito. A breve nelle edicole, nelle librerie e nelle videoteche

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Un solo erroreContiene uno scritto di Carlo Lucarelli, uno di Andrea Speranzoni e uno mio il booklet che accompagna il cofanetto con il dvd Un solo errore. Bologna 2 agosto 1980, pubblicato e distribuito dalla Cineteca di Bologna e che a giorni sarà disponibile nelle edicole, nelle librerie e nelle videoteche. E questi i suoi contenuti:

Bologna, 2 agosto 1980. Il più feroce attentato della storia repubblicana, il cinico tentativo di abbattere la democrazia, un sanguinario colpo contro la popolazione inerme che sta partendo per le vacanze. I terroristi commettono un solo errore: aver scelto Bologna come obiettivo. I soccorsi sono immediati, la città manifesta il proprio sdegno e da subito si leva la richiesta di verità e giustizia. Le indagini dei magistrati bolognesi e l’impegno dell’Associazione dei familiari delle vittime conducono per la prima volta ad individuare e condannare gli esecutori materiali di una strage in Italia. Dal lutto nasce un’idea di società civile, antidoto alle trame occulte che ancora oggi avvelenano la nostra democrazia.

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Caso Toni-De Palo: i familiari di Graziella chiedono ancora dopo 34 anni luce sull’omicidio di Beirut. Basta con il segreto e i segreti dello Stato

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Italo Toni e Graziella De Palo

Il prossimo 2 settembre saranno trascorsi 34 anni dalla scomparsa a Beirut dei due giornalisti italiani Graziella De Palo e Italo Toni. A tutt’oggi, dal 1980 al 2014, non si sa che fine abbiano fatto – pochi dubbi però sul fatto che siano stati assassinati – e i familiari non sono stati aiutati affatto dallo Stato a farlo luce sulla vicenda. Dunque, quasi alla vigilia di questo nuovo anniversario, i fratelli e la madre di Graziella, Nicola e Giancarlo De Palo e Renata Capotorti, scrivono questa lettera da leggere fino in fondo. Una lettera che parla di segreti che non si vogliono rivelare, burocrazie assurde e di sordità istitutazionale.

Egregio Direttore,

desideriamo porre alla sua attenzione un evento che i familiari dei giornalisti Graziella De Palo (“Paese Sera” e “l’Astrolabio”) ed Italo Toni (“Diari”) aspettano da decenni: il 28 agosto 2014 cadrà definitivamente il segreto di Stato sul rapimento e l’omicidio dei due giornalisti avvenuto il 2 settembre 1980 a Beirut.

Il valore storico dell’evento (il primo caso di rimozione di un segreto di Stato nella storia repubblicana) meriterebbe di per sé essere oggetto di una approfondita inchiesta giornalistica. Il 10 marzo 2010, alle famiglie De Palo e Toni venne concesso di poter visionare 1.161 documenti conservati presso gli archivi dell’AISE, purtroppo ancora coperti da numerosi omissis. Rimasero esclusi 80 documenti ancora coperti dal segreto. In questi ultimi, in teoria, potrebbero trovarsi nomi, fatti e circostanze che potrebbero permettere di poter almeno ritrovare i poveri resti di Graziella e Italo.
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“2 Agosto 1980. Tu che ne sai?”: la docufiction realizzata da un gruppo di studenti bolognesi con “Piantiamolamemoria”

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2 Agosto 1980. Tu che ne sai? è un lavoro relativamente recente, ma utile da riproporre a un paio settimane dal 34mo anniversario:

Docufiction realizzato dai ragazzi della 4°B dell’istituto Belluzzi Fioravanti di Bologna, al termie del laboratorio ParteCinemAzione di Marco Coppola. Il film è stato presentato il 31 maggio 2013 nella stessa scuola in una serata diretta da Riccardo Marchesini come conclusione del progetto “2 Agosto tu che ne sai?” promosso dall’associazione Piantiamolamemoria.

Trentaquattro anni fa l’omicidio del magistrato romano Mario Amato: indagava sulla destra eversiva e fu lasciato solo tra le minacce

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Trentaquattro anni fa, il 23 giugno 1980, veniva ucciso il magistrato Mario Amato che indagava – nella completa solitudine e sotto minaccia – sulla destra eversiva. Per due volte, tra il marzo di quell’anno e qualche giorno prima di morire, aveva denunciato la preparazione di attività terroristiche affermando che il Paese rischiava di scivolare verso la guerra civile. Gli chiusero la bocca mentre attendeva l’autobus sotto casa, diretto in procura a Roma.

“La tredicesima ora”: la storia di Marina, ferita nella strage di Bologna, che da vittima diventa testimone degli effetti del terrorismo

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La tredicesima ora giunge alla sua settima puntata, la penultima. Stasera, alle 23.05, sempre su RaiTre, Carlo Lucarelli racconta la storia di Marina Gamberini, sopravvissuta alla strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980:

Una storia vissuta in prima persona, che lascia segni indelebili nel corpo e nell’anima. Marina Gamberini si è trovata coinvolta in uno dei capitoli più terrificanti della nostra storia collettiva. Quando aveva vent’anni lavorava come impiegata in una società che aveva la sede all’interno della stazione di Bologna. Il 2 agosto del 1980 Marina è alla stazione quando alle dieci e venticinque una bomba con ventitré chili di esplosivo, nascosta nella sala d’aspetto di seconda classe, esplode uccidendo ottantacinque persone. I feriti saranno più di duecento. Una fotografia la ritrae nel momento in cui viene tirata fuori dalle macerie e diventa subito il simbolo stesso della strage di Bologna.

Il suo strazio fa il giro del mondo. Attraverso il racconto della protagonista la vicenda di una donna che si è portata dentro una esperienza devastante sino a maturare una scelta: ha deciso di non essere più una vittima ma una testimone per trasmettere alle nuove generazioni l’orrore ma anche la dignità delle vittime: la “voce” di un Paese ferito da uno degli episodi più tragici della nostra storia recente che ancora adesso resta, almeno in sede giudiziaria, senza un mandante e senza un perché.

Update 7 giugno 2014: per chi volesse, qui è stata pubblicata la versione integrale della puntata.