“Il popolo tradito” nelle parole di Riccardo Iacona: un mondo a parte, quello dell’Italia e dei suoi quartieri abbandonati dalla politica (e non solo)

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Questo libro elettronico, Il popolo tradito, uscito a inizio estate per Chiarelettere, si legge d’un fiato ed è un percorso in un pezzo d’Italia, la Campania, raccontata in presa diretta. Vuoi perché lo ha scritto Riccardo Iacona, volto e autore di una trasmissione a cui ha dato come titolo proprio Presa diretta, vuoi perché davvero si vanno a vedere scorci non del tutto sconosciuti, ma non troppo di frequente raccontati:

La prima tappa di un work in progress che condurrà [l’autore] in un mondo a parte che è l’Italia dei quartieri abbandonati dalla politica. Le persone, le storie, le testimonianze, tutto riportato con uno stile spiazzante, in prima persona, direttamente sul posto, faccia a faccia con i personaggi. Una temperatura narrativa che scompagina tutte le più consuete ricostruzioni giornalistiche, restituendoci un ritratto dell’Italia e degli italiani come non abbiamo mai visto. Fino alla storia di Raffaellina e di suo figlio Salvatore, tredici anni, che in un giorno di gennaio del 2003 doveva essere al campetto a giocare a pallone con gli amici e invece è finito morto ammazzato. La prima stazione è Napoli, il popolo in ostaggio nel cosiddetto Lotto Zero. Un reportage duro, sincero, violento.

Ponticelli, il post terremoto del 1980 mai superato, omicidi come quello di Marcello Torre e il racconto dalla viva voce di chi quelle zone le vive tutti i giorni sono solo alcuni degl scorci che si incrociano.

Internet Archive: sono oltre un milione i file (legali) messi a disposizione degli utenti per il download

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Internet Archive

Oltre un milione di file legali il contributo di Internet Archive agli utenti di BitTottent. Tra il materiale messo a disposizione:

registrazioni live di concerti musicali, la collezione di film Prelinger, quella di audiolibri, vecchie trasmissioni radiofoniche, moltissimi libri e tutto i nuovi carimenti nelle collezioni degli utenti.

Per ulteriori dettagli si veda qui.

“Dead when I got here”: dal Messico un film sul disagio mentale e su uomo che ha realizzato “il suo sogno più improbabile”

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Dead when I got here – Asylum from the madness outside è un docufilm di Mark Aitken (regista e produttore) in cui si racconta questa storia, ambientata a Juárez:

La vita in un ospedale psichiatrico messicano gestito dai suoi pazienti porta un uomo a realizzare il suo sogno più improbabile.

Qui si possono trovare informazioni sull’ospedale.

(Via BoingBoing)

The I Files, il canale video per il giornalismo d’inchiesta lanciato dal Center for Investigative Reporting

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The I Files, il canale Youtube del Center for Investigative Reporting (Cir), opera con questo scopo:

selezionare e proporre i migliori video di giornalismo investigativo provenienti da tutto il mondo.

(Via Lsdi)

Anonymous, la #OpAnonTrademark e la guerra – con relativo esproprio, nel caso della maschera di Guy Fawkes – ai marchi registrati

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Anonymous - Noi siamo legionePer quanto riguarda il collettivo Anonymoys, è tempo dell’hashtag #OpAnonTrademark contro la registrazione del logo e dello slogan dell’ignoto gruppo che scorrazza per il web presso l’Institut national de la propriété industrielle (Inpi). Anonymous, partendo dal concetto che qualsiasi contenuto non deve essere sottoposto ad alcuna forma di vincolo, è ovviamente contrario e con un videomessaggio su Youtube spiega ragioni e interventi. Per quanto riguarda invece un altro elemento sottoposto a vincoli, il volto di Guy Fawkes così come cristallizzato in V per vendetta, “espropriato” per trasformarlo nel simbolo più celebre al mondo, c’è stato un certo dibattito, raccontato in Anonymous – Noi siamo legione.

Guy FawkesUna delle polemiche che viene sollevata spesso contro gli Anonymi è che, a fronte delle loro istanze radicalmente libertarie, si sono appiccicati una faccia targata Dc Comics, partner di una corporation dei contenuti che a logica dovrebbero combattere, la Warner Bros. Ma la contraddizione, che all’apparenza (o forse neanche tanto all’apparenza) pur esiste, sembra rientrare nella raffica di boutade del collettivo.

Spieghiamo meglio. Quando il fumetto V per Vendetta diventa un film prodotto dai fratelli Wachowski, la popolarità della maschera di Guy Fawkes entra nel pieno e viene trasformata in un feticcio da possedere, smerciato in ogni angolo del pianeta attraverso colossi internettari come eBay e Amazon. È a questo punto che si inizia a storcere il naso. Ma come, ci si chiede non senza venature provocatorie, vi fate vendere i simboli alle industrie del fumetto e del cinema? E poi i proventi che derivano dai centomila esemplari ufficiali acquistati ogni anno dai fan finiscono dritti dritti nelle casse della Time Warner, detentrice dei diritti e beneficiaria del contributo che il giustiziere V offre ai suoi margini di profitto.
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Torna il Metro Olografix Camp con l’edizione 2012, tre giorni per capire lo spirito hacker “fino alla fine del mondo”

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Metro Olografix CampTorna il Metro Olografix Camp (o anche Moca) nella sua edizione 2012 (le precedenti sono state nel 2004 e nel 2008), un hacker camp che terrà banco nel parco dell’ex caserma Di Cocco di Pescara dal 24 al 26 Agosto 2012. Si legge in proposito sulla newsletter della rivista Mamma! (quella che ha come payoff “se ci leggi è giornalismo. Se ci quereli è satira”):

All’edizione del 2012 la rivista Mamma! – il primo magazine italiano di giornalismo a fumetti – sarà presente come media partner dell’evento e con un seminario del direttore responsabile Carlo Gubitosa, dal titolo “Hacking media: dai leaks alla microeditoria, passando per il data journalism. Strumenti e tecnologie per smontare le notizie e guardare dentro l’informazione mainstream”, che si svolgerà venerdì 24 agosto alle 18.

Nelle intenzioni degli organizzatori – la storica Associazione Culturale Telematica “Metro Olografix”, fondata nel 1994 – questa edizione del MOCA conferma che lo spirito hacker è sempre vivo ed effervescente in chi ha voglia di divertirsi e capire, ed ha scelto un computer come strumento principale per farlo.

Lo slogan di quest’anno – Fino alla Fine del Mondo – gioca con le ansie legate al mito del 2012, ma per gli organizzatori rappresenta anche l’intenzione di portare avanti a oltranza il discorso delle nuove tecnologie, della conoscenza e della libertà d’espressione.

Per vedere di cosa si parlerà nell’evento pescarese si veda il programma. E gli aggiornamenti si possono seguire su Twitter e su Facebook.