“E rimasero impuniti”: crimini legati al delitto Calvi il 19 maggio in libreria e in download

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E rimasero impunitiSi intitola E rimasero impuniti – Dal delitto Calvi ai nodi irrisolti di due Repubbliche e uscirà in libreria per Socialmente Editore il prossimo 19 maggio (contestualmente il pdf integrale sarà scaricabile da Internet). Il libro si pone in continuità con Il programma di Licio Gelli (in download da qui), uscito un anno fa, e può essere considerato come un secondo capitolo di una storia tutt’altro che chiusa. Per sommi capi, ecco ciò di cui si parla:

La sentenza che chiude il processo di primo grado per la morte di Roberto Calvi, il banchiere di Dio, manda assolti tutti gli imputati, qualcuno con formula piena e quasi tutti gli altri con la vecchia insufficienza di prove. Tra questi ci sono Flavio Carboni, Pippo Calò, Ernesto Diotallevi e Silvano Vittor. Nomi che, nella recente storia italiana, significano imprenditoria disinvolta, affarismo, cosa nostra, banda della Magliana, terrorismo, stragi e contrabbando. Ripercorrere questo pezzo di passato prossimo significa addentrarsi in angoli di una Repubblica che, tra Prima e Seconda incarnazione, non ha ancora fatto i conti con quanto ha vissuto negli ultimi decenni.

La prefazione è stata scritta da Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione tra i familiari delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980. Ed è dedicato a Oscar Marchisio, amico ed editore scomparso lo scorso agosto. Mi aveva proposto meno di due anni fa di scrivere Il programma di Licio Gelli e dunque anche questo secondo lavoro non sarebbe in pubblicazione se non fosse stato per lui.

Jewish Historical Society: preservare la storia di un popolo attraverso le immagini

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Jewish Historical Society of the Upper Midwest

Le foto della Jewish Historical Society of the Upper Midwest sono state radunate su Flickr per “promuovere la vitalità e la continuità della cultura ebraica nell’Upper Midwest attraverso la conservazione, l’interpretazione e l’educazione”. L’approccio al diritto d’autore su queste immagini è il più ampio possibile per scopi non commerciali, anche se su una parte del materiale i titolari dei diritti non sono stati identificati. Per quanto riguarda le fotografie e i loro soggetti, ritraggono scene di vita comune immortalate nell’ultimo secolo sia da professionisti che da amatori.

“Collaborative Futures”: dalla condivisione al risultato. A più mani, senza gerarchie

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FlossManualsUn libro in rete che si può editare e di cui si può discutere in ogni suo passaggio. Si intitola Collaborative Futures, non ha un unico autore perché è stato scritto così (nella sezione dei credits però sono riportati tutti quelli che ci hanno messo mano) ed è disponibile su sito FlossManuals.net.

La pubblicazione è interessante perché sembra aver studiato bene quali sono i passaggi spontanei attraverso cui la collaborazione porta a un risultato: si inizia con la condivisione per mettere a fuoco poi problemi di attribuzione e nodi che si aprono in un processo a più mani.

Oltre a leggerlo online, Collaborative Futures può essere scaricato in formato pdf (1,9MB) o visualizzato per intero per la stampa. Rilasciato con la più ampia (in termini di usi consentiti) delle licenze Creative Commons, se ne parla diffusamente anche qui.

Negli USA le intercettazioni illegali del governo: verso un “Protect America Act” permanente

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Secrety of communicationMatt Blaze è un esperto di sicurezza e crittografia e sul suo blog, Ehxaustive Search, ha pubblicato un post sulle intercettazioni illegali. Che dalle sue parti, gli Stati Uniti, sono altra cosa rispetto agli infondati strilli autoctoni. Nocciolo del discorso di Braze, infatti, è il Protect America Act del 2007, emendamento del governo Bush a una legge precedente che prende la privacy dei cittadini, la appallottola e la butta via. Almeno in potenza, avendo rimosso il requisito di necessità che le autorità devono presentare nel momento in cui intercettano le conversazioni e comunicazioni. Malgrado questo provvedimento abbia scatenato le ire di avvocati, costituzionalisti e attivisti per i diritti civili, Blaze racconta quanto segue:

Questa settimana il Senato torna a discutere se rendere questa legge permanente e riporta di stretta attualità l’argomento. I rischi tecnici creati da intercettazioni non controllate di questa portata sono molto seri (ed è una ragione abbastanza pressante da invitare il Congresso a lasciare scadere lo sconsiderato provvedimento). Ma nel dibattito politico la sicurezza può essere subordinata a più interessi radicati. In particolare, AT&T e altri carrier delle telecomunicazioni hanno condotto intense attività di lobbying in merito a un emendamento che conferisce loro l’immunità retroattiva in caso di dirottamento delle comunicazioni degli americani al governo. Anche se ciò è avvenuto in modo illegale, anche se accaduto prima che la legge fosse approvata.

Per avere una panoramica più dettagliata dell’argomento (soprattutto dal punto di vista tecnologico) da qui (pdf, 725KB) si può scaricare un articolo pubblicato nel gennaio 2008 che analizzata il Protect America Act. L’articolo era uscito per IEEE Security and Privacy e tra gli autori c’era lo stesso Blaze.

(Via BoingBoing)

Le biblioteche di Colonia rilasciano 5,4 milioni di dati sotto Creative Commons

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HBZQuesto progetto ha visto la collaborazione di molteplici realtà: il servizio bibliotecario centrale della Renania settentrionale-Vestfalia e, per quanto riguarda Colonia, l’università e la biblioteca pubblica, la biblioteca dell’università delle scienze applicate e quella della Academy of Media Arts, oltre alla biblioteca centrale della Renania-Palatinato. Si tratta della prima volta che in Germania viene dato accesso aperto a dati bibliografici affinché vengano pubblicati e utilizzati liberamente. L’annuncio (in inglese) è disponibile qui, sul sito di HBZ, e viene rilanciato da CreativeCommons.org con il post Cologne-based libraries release 5.4 million bibliographic records via CC0:

La pubblicazione dei dati consente a chiunque di scaricarli, modificarli e usarli per qualsiasi scopo. “In periodi in cui gli editori e alcune organizzazioni bibliotecarie vedono i dati come fonte di capitale, è importante difendere l’obiettivo originario di biblioteche e bibliotecari. I quali si sono sempre sforzati di rendere accessibile un’ampia fetta della conoscenza a quante più persone possibile e con il minor livello di restrizioni possibile”, dice Silke Schomburg, vicedirettrice di HBZ. “Per di più le biblioteche ricevono fondi pubblici e ciò che viene finanziato in questo modo deve essere accessibile”.

La cooperazione e lo scambio di dati tra le biblioteche è stato esplicitamente stabilito più di cento anni fa. Offrire liberamente dati bibliografici non solo accrescerebbe la collaborazione, ma ne agevolerebbe l’uso anche da parte di istituzioni differenti. “Nel corso dello sviluppo di Internet è divenuto chiaro che molti servizi possono essere migliorati non di poco dai dati di catalogazione. La versione tedesca di Wikipedia, per esempio, è stata arricchita dai dati della Biblioteca Nazionale a lungo. Questo genere di ricchezza è stata spesso ostacolata e ristretta da un accesso aperto solo a metà”, ha proseguito Schomburg.

Il passo successivo sarà quello verso il web semantico. Ulteriori informazioni sono disponibili qui e la licenza di utilizzo è la CC0.

Nomadica: il festival del cinema e delle arti di malastrada.film

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Nomadica - Festival del cinema e delle artiLa newsletter di malastrada.film annuncia la nascita di Nomadica – Festival del cinema e delle arti:

Il Nomadica, ideato da malastrada.film e promosso e sostenuto da decine di realtà in tutta Italia, è un festival nato col fine di creare un circuito di distribuzione dal basso, una rete fatta di spazi e realtà valide e interessate, che proiettano, propongono, sostengono, diffondono centinaia di film – al di là di generi, tecniche e durate. Una rete attualmente composta da circa 40 realtà che aumenteranno ancora e ancora nei prossimi mesi e che saranno in contatto tra loro dando vita a delle possibilità di diffusione davvero uniche. Un festival povero e nomade, per una cultura ricca e senza freni di sorta, che avrà inizio ad aprile 2010 e andrà avanti ad libitum.

Qui i dieci punti rilevanti della manifestazione.

Indicommons blog: archivi fotografici che vengono messi in comune

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Indicommons blog

Il blog si chiama Indicommons, rappresenta un’estensione del progetto fotografico Flickr Commons e il nome deriva dalla contrazione tra indico (rendere noto pubblicamente) e, appunto, commons, inteso partendo da questo concetto. Concetto sottoscritto da istituzioni di oltre mezzo mondo. Per seguire ciò che viene via via condiviso, è stato messo a disposizione qualche strumento.

“Voglio vivere così”, una storia che arriva dagli anni di piombo

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Voglio vivere cosìNuovo libro che esce per la collana Senza finzione di Stampa Alternativa curata insieme a Simona Mammano. Si tratta di Voglio vivere così – Esistenze negli anni di piombo, scritto da Ansoino Andreassi con prefazione di Giancarlo Caselli:

Dall’eccidio delle Fosse Ardeatine all’attentato a Togliatti, da Bartali alle Lambrette, dai morti di Reggio Emilia alla nascita dei gruppi estremistici fino agli anni di piombo. Questo è lo scenario di un romanzo corale all’interno del quale un poliziotto, Guido, dà la caccia a una coppia di presunti terroristi e si imbatte nel corpo senza vita di un amore giovanile, Rina, uccisa per motivi misteriosi. Ne segue un’indagine che vede sfilare contrabbandieri già X Mas, ragazzini che giocano con kalashnikov e bombe, studenti stranieri che militano nelle organizzazioni pro-Palestina e agenti dei servizi segreti ostili. È la storia di un Paese, mai raccontata del tutto, ma vissuta fino in fondo. Una storia in cui la finzione diventa strumento per una lettura oltre le ricostruzioni ufficiali.

Per la stessa collana sono usciti nell’ultimo anno C’era una volta l’intercettazione di Antonio Ingroia, Disonora il padre e la madre di Alessandro Chiarelli, Le tigri di Telecom di Andrea Pompili, Assalto alla Diaz di Simona e in ultimo Attentato Imminente.

A Livorno il “Cicci Festival (mio non esiste)” per la libertà di cultura

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Cicci Festival

In Italia siamo a tre. Ed è una buona notizia. Dopo il CC Festival, il primo nato, e il Copyleft Festival di Arezzo, ora arriva anche il Cicci Festival (mio non esiste), che si terrà il 13 e il 14 febbraio a Livorno, presso il Teatrofficina Refugio. Per sapere cos’è, ecco una sua presentazione:

è una due giorni sulle licenze Creative Commons realizzata all’interno del Teatrofficina Refugio, spazio occupato autogestito autofinanziato e antifascista a Livorno. Un contenitore di idee libere che circolano liberamente dato che l’arte è fatto mutevole e si può solo trasformare. Un percorso a 360 gradi tra le varie forme artistiche partendo dalle più classiche per arrivare alla follia. Tutto rigorosamente libero e condivisibile.

Perché “mio non esiste”, recita il payoff della manifestazione. Il cui programma è disponibile qui e complementare al festival c’è lo Slam Poetry Workshop, per “rimare e ritmare un testo”. Che, anche in questo caso, sarà sotto l’egida Creative Commons.