“I segreti della massoneria in Italia”: dal prologo del libro, morte presunta di un “fratello” e le questioni siciliane

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I segreti della massoneria in ItaliaDal prologo del libro che esce oggi, I segreti della massoneria in Italia (Newton Compton Editori).

Rosa aveva aspettato l’11 luglio 1989 prima di rivolgersi ai carabinieri. Poi si era decisa perché l’assenza del marito, ormai prolungata, non la faceva più vivere. Così si era presentata in caserma, aveva spiegato che Giacomo si era allontanato a bordo della sua Fiat Uno e a casa non c’era più tornato. Secondo lei, era un caso di lupara bianca: un delitto di mafia senza cadavere perché la pena capitale decretata da Cosa Nostra prevede che il corpo della vittima da punire venga distrutto. Mai più lo si dovrà ritrovare.

Ma che c’entravano Rosa e Giacomo con la mafia? Per capirlo occorreva entrare negli affari di famiglia e della Famiglia. Il cognome di lei era infatti di quelli pesanti, Bontate, e suo fratello, assassinato il 23 aprile 1981, si chiamava Stefano. In giro lo conoscevano anche come il principe di Villagrazia, benché non appartenesse ad alcuna dinastia nobiliare. In realtà fin da giovanissimo aveva frequentato le cosche ed era stato affiliato a quella del padre, chiamato “don Paolino Bontà” e boss del quartiere palermitano di Santa Maria di Gesù. A ventidue anni, nel 1960, Stefano ne era già diventato il capo e un decennio più tardi faceva parte di una strana delegazione che dalla Sicilia se n’era andata al Nord, a Milano, a incontrare un manipolo di presunti golpisti che in qualche caso indossavano anche grembiuli e cappucci e che, nella notte tra il 7 e l’8 dicembre successivo, avrebbero tentato un colpo di mano di tipo autoritario.
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In uscita per Newton Compton il libro “I segreti della massoneria in Italia”: dalla seconda guerra mondiale al post P2

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I segreti della massoneria in ItaliaUscirà il prossimo 14 novembre per Newton Compton il libro I segreti della massoneria in Italia:

Chi c’è veramente dietro a questa forza che sembra guidare i destini del mondo? Come è nata e con quali scopi? Chi sono stati i suoi massimi esponenti e chi ne fa parte ancora oggi? In Italia, in particolare, sembra che la storia nazionale si sia spesso intrecciata con quella delle logge segrete: dalle persecuzioni degli affiliati in epoca fascista alle deviazioni estreme della P2 di Licio Gelli, con le ombre del golpismo e delle stragi, mai del tutto cancellate; dagli interessi americani al potenziale abbraccio letale con esponenti delle forze dell’ordine e dei cosiddetti “servizi segreti deviati”, fino ai pericolosi contatti con la malavita organizzata.

I servizi, in realtà, non sono mai stati deviati. E hanno incrociato fin dai tempi della seconda guerra mondiale altre realtà che non poco hanno a che fare con gli assetti attuali.

I massoni in Italia? Sono 27.400 e le logge 757. I numeri (ma non i nomi) in un libro di Gustavo Raffi

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In nome dell'uomoIn Italia ci sono 21.400 massoni distribuiti in 757 logge. E negli ultimi anni, a giudicare dai dati forniti, sembra di assistere a un boom di iniziazioni, dato che nel 1999 coloro che aderivano erano 12.630 mentre quattro anni più tardi, nel 2003, avevano raggiunto quota 15.099. E, procedendo ancora per statistiche, nel 2009 gli aderenti sfondano per la prima volta quota 20 mila.

La fonte è ufficialissima, la postfazione a un libro scritta da Santi Fedele, ordinario di storia contemporanea all’università di Messina ed eletto nell’aprile 2011 a Rimini gran maestro onorario del Grande Oriente d’Italia, obbedienza nata a inizio Ottocento e che si identifica con Palazzo Giustiziani, antico edificio della Roma storica, nel rione Sant’Eustachio.

Il libro che si chiude con lo scritto di Fedele porta una firma che negli ultimi 13 anni da Ravenna ha recato un’impronta rilevante per la massoneria italiana. È quella di Gustavo Raffi, eletto il 20 marzo 1999 gran maestro della più nutrita loggia italiana, il Goi (il giorno successivo tenne la sua prima allocuzione-manifesto, quella della “rivoluzione del sorriso”). E altro elemento che scaturisce dal volume, intitolato “In nome dell’uomo” (Ugo Mursia Editore) è che “l’età media dei fratelli attivi è scesa a 53,6 anni, mentre di anni 43,2 è l’età media dei bussanti“.
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Licio Gelli alla trasmissione “La zanzara” (Radio24): la massoneria “oggi non conta più niente”

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Licio Gelli e la massoneria “che oggi non conta più niente”:

La massoneria di oggi non conta più nulla perché non è ascoltata più da nessuno mentre la P2 l’ascoltavano. C’erano 6 ministri e tutti i capi di tutte le istituzioni. Bene un generale alla difesa. Speriamo sia un generale duro.

Dichiarazione rilasciala alla trasmissione di Radio 24 La zanzara e ripresa dal Fatto Quotidiano.

Quello sconosciuto “anello” della Repubblica. “Il noto servizio, Giulio Andreotti e il caso Moro” nella ricostruzione di Aldo Giannuli

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Il noto servizio, Giulio Andreotti e il caso Moro di Aldo GiannuliPer lungo tempo sembrò poco più di un parto di fantasia. Eppure oggi si può dire non solo che è esistito davvero, ma che i suoi uomini hanno avuto ruoli in alcune vicende di primo piano nella storia della prima Repubblica. Si parla del libro di Aldo Giannuli Il noto servizio, Giulio Andreotti e il caso Moro (Marco Tropea Editore) e di un apparato conosciuto anche con il nome di Anello, un servizio segreto “ufficioso” fondato nella fase calante della seconda guerra mondiale dal potente generale Mario Roatta e poi sopravvissuto ai riassetti – talvolta solo di facciata – degli apparati dello Stato dopo la fine del fascismo.

Notizie – o frammenti di esse – che ne parlano si rintracciano nelle indagini del giudice Guido Salvini su Piazza Fontana e in qualche commissione parlamentare. E poi ci sono i faldoni del Viminale, quelli scoperti nel 1996, oltre inchieste che hanno portato a processi come quelli per la strage di piazza della Loggia, a Brescia, del 28 maggio 1974. In tutto questo materiale documentale – disponibile anche negli archivi di Stato maggiore, dei ministeri o dei servizi segreti – ecco che emerge una struttura d’intelligence che avrà una proposta “testa”: quella di Giulio Andreotti, che condivideva l’informazione con uno sparuto gruppo di politici nazionali, tra cui Aldo Moro e Bettino Craxi.
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Domani: e Lavitola da Panama manda “pizzini” tv al premier

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Domani di Maurizio ChiericiÈ un “giornalista” che fa “politica da 25 anni” e che si è iscritto alla massoneria a metà degli anni Ottanta, appena maggiorenne, perché era alla ricerca di stimoli culturali. Poi dà consigli a Silvio Berlusconi sugli spostamenti della barca presidenziale ormeggiata ai Caraibi o giù di lì. E gli ricorda anche il disastro sul taglio dei finanziamenti pubblici ai giornali, se si attuasse, oltre al fatto che Gianfranco Fini non è fesso, anche se considerato pregiudizialmente contrario a un ipotetico lodo Alfano bis. Potrebbe non avere torto Stefano Menichini, direttore del quotidiano “Europa”, quando nel corso della trasmissione “Bersaglio mobile” di Enrico Mentana su La7, scrive su Twitter: “Adesso vi dico una cosa, non vi scandalizzate. Questo Lavitola è un tipo interessante, uno sfacciato mica male”.

Ha una risposta per tutto, Valter Lavitola. Attacca i magistrati già nell’abboccamento pre-diretta in coda al tiggì delle 20 e si dimostra affezionato ai fratelli Craxi, del “bravi ragazzi”. Lavitola sembra ciò che appare: una cerniera tra generazioni – quella di suo padre, psichiatra che tra i suoi assistiti vantava tal Raffaele Cutolo, leader della Nuova camorra organizzata, e i piduisti vecchio stampo che incontrò in giovanile carriera politica – e la sua, ex giovane rampante che a a 45 anni non si capisce bene che lavoro faccia, tanto da farselo chiedere a telecamere accese dalla firma di “Repubblica” Carlo Bonini.

Imprenditore del settore ippico, faccendiere, filantropo (perché aiuta i coniugi Tarantini), anticipa denari per il presidente del consiglio, usa utenze cellulari di Paesi esteri perché non intercettabili, fa il giornalista ma non si arrabbia mai per un “buco” (cioè una notizia lisciata che hanno le altre testate), non ricatta ma ricorda di essere depositario di qualche segretuccio. Questo il sunto di Bonini e allora ripropone la domanda: “Lei che lavoro fa? Lei è un uomo fortunatissimo o sfortunatissimo”.
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Una “guida ai luoghi più misteriosi del mondo” e ai motivi per cui non ritenerli sempre tali

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Guida ai luoghi piu' segreti del mondoL’economista Stephen Klimczuk e il giornalista e blogger Gerald Warner firmano un volume appena uscito in italiano dal titolo Guida ai luoghi più segreti del mondo:

Se è vero, come è vero, che leggere un libro rappresenta uno dei modi migliori di viaggiare con la mente, questa “Guida ai luoghi più segreti del mondo” è in grado di fare di più perché, per la prima volta, mette nero su bianco tutti quei luoghi che i poteri forti – siano essi di carattere politico, economico, militare e spirituale – non vogliono assolutamente farvi visitare. In questo modo i tunnel sotterranei del Vaticano, il giardino dei «Banchieri della Regina» al 440 Strand di Londra, i club dove albergano le sette massoniche europee e americane o l’inquietante Area 51, la zona del Nevada in cui il governo statunitense condurrebbe esperimenti ufologici, vengono raccontate con la stessa chiarezza che ci si aspetta da una «normale» guida turistica. Un reportage sull’ignoto che comprende il fantomatico – e ufficialmente non esistente – «Club 33», creato da Walt Disney in persona, e il satanico Castello di Wewelsburg, quartier generale delle SS di Himmler, la siciliana caverna dei Beati Paoli e la norvegese isola di Svalbard, dove si dice vengano custoditi i semi di tutte le piante del mondo per porre rimedio a eventuali disastri ecologici.

Di fatto l’ottica è soprattutto quella di capire perché certi luoghi diventano protagonisti di quelle che si possono considerare più o meno leggende. E di sfatare le ragioni per cui lo sono diventati.

“La lobby di Dio”: Ferruccio Pinotti racconta dall’interno Comunione e liberazione e la Compagnia delle opere

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La lobby di DioUn altro libro in uscita da mettere nella lista dei testi da leggere. È La lobby di Dio di Ferruccio Pinotti (Chiarelettere). Come anticipa l’autore sul suo sito:

Più potente dell’Opus Dei, più efficiente della massoneria. Questo libro racconta per la prima volta dall’interno come funzionano Comunione e liberazione e il suo braccio finanziario, la Compagnia delle opere (una rete di più di 34.000 imprese, un fatturato complessivo di almeno 70 miliardi di euro). Un potere che sembra inarrestabile […]. Con la tecnica del racconto in presa diretta, si propone la prima vera inchiesta su Cl con interviste esclusive ad alcuni appartenenti ai Memores Domini, i “monaci guerrieri” che praticano la castità e vivono in residenze comuni, secondo uno stile di vita che molto ricorda quello dei numerari dell’Opus Dei (Formigoni è il più illustre tra i Memores Domini). Insieme ai Memores, la testimonianza dura e lucidissima di un fuoriuscito dal movimento […] e quella di uno psicoterapeuta che ha conosciuto molti militanti di Cl e ne racconta fragilità e paure […].

Fondamentali la politica e gli affari: i rapporti del movimento con Berlusconi fin dagli anni Settanta (nel 1978 nasce “Il Sabato”, il settimanale di Cl finanziato dall’attuale premier) e i legami con la sinistra (Bersani al Meeting di Rimini 2003: “Solo l’ideale lanciato da Cl negli anni Settanta è rimasto vivo”) e con la Lega Nord. Dall’università alla scuola, alla sanità, alla finanza, all’edilizia, ai servizi sociali e all’assistenza, quello legato a Cl è un business che vale miliardi di euro e seduce tutti, imprenditori, politici e uomini d’affari. Non senza conseguenze giudiziarie, come dimostrano le inchieste Oil for Food, Why Not, La Cascina, oltre a quella della Procura di Padova sui fondi Ue o i procedimenti che hanno toccato la sanità lombarda.

Un po’ di rassegna stampa si trova qui.

(Via Misteri d’Italia)