Aprile 1945, liberazione dei Paesi Bassi. Qui la scheda completa della fotografia, che fa parte della collezione del Nationaal Archief. In altre parole, “110 chilometri di archivi, almeno 300 mila mappe e disegni e oltre due milioni di immagini”. Questo il sito dell’ente olandese.
Jewish Historical Society: preservare la storia di un popolo attraverso le immagini
StandardLe foto della Jewish Historical Society of the Upper Midwest sono state radunate su Flickr per “promuovere la vitalità e la continuità della cultura ebraica nell’Upper Midwest attraverso la conservazione, l’interpretazione e l’educazione”. L’approccio al diritto d’autore su queste immagini è il più ampio possibile per scopi non commerciali, anche se su una parte del materiale i titolari dei diritti non sono stati identificati. Per quanto riguarda le fotografie e i loro soggetti, ritraggono scene di vita comune immortalate nell’ultimo secolo sia da professionisti che da amatori.
Collateral Murder: Wikileaks documenta la strage di Bagdad perpetrata dall’esercito Usa
StandardCollateral Murder: si intitola così il sito creato da Wikileaks (progetto di cui già si è parlato e che, per la delicatezza dei documenti che pubblica, si è tentato di chiudere in varie riprese) per rendere pubblico il documento video diffuso ieri a proposito della guerra in Iraq:
Il video classificato dell’esercito Usa mostra l’omicidio indiscriminato di una dozzina di persone – tra cui due dello staff dell’agenzia Reuters – in un sobborgo di Bagdad. La Reuters ha provato ai tempi dell’attacco a ottenere il filmato tramite il Freedom of Information Act, ma non ha avuto successo. A sparare è un elicottero Apache dell’esercito Usa e le immagini fanno vedere chiaramente l’immotivato assassinio di un operatore della Reuters ferito e dei suoi soccorritori. Anche due bambini sono rimasti gravemente feriti.
Se ne parla anche su Lsdi, Crimeblog, su Internazionale e sull’Antefatto.
Del video ne esistono due versioni: una breve (17 minuti e 47 secondi) e una più lunga (39 minuti e 14 secondi). Su Collateral Murder è stato reso pubblico anche altro materiale a complemento, come le trascrizioni delle comunicazioni, le foto dell’attacco e la timeline degli eventi. C’è anche una sezione download.
Il 16 e il 17 aprile due giorni a Urbino per parlare di giornalisti minacciati
StandardAlberto Spampinato, direttore dell’osservatorio O2 – Ossigeno per l’informazione, ha diffuso nei giorni scorsi l’annuncio del convegno Il giornalismo minacciato e le storie oscurate che si terrà all’università di Urbino (Palazzo Passionei, corso di laurea magistrale Editis – Editoria, informazione e sistemi documentari) il 16 e il 17 aprile.
Tema del dibattito: come e quanto la condizione di pericolo e di minaccia influiscono sul lavoro dei giornalisti e sulla qualità dell’informazione prodotta, nei teatri di guerra e anche in paesi pacifici come l’Italia. Un punto sui giornalisti perseguitati e il ricordo di quelli che hanno perso la vita per raccontare verità scomode. Interverranno giornalisti attualmente nel mirino della criminalità organizzata . Reporter di lunga esperienza racconteranno la quotidianità di un mestiere tanto affascinante quanto, talvolta, pericoloso. Fra gli altri parleranno: Franco Abruzzo, Alberto Spampinato, Mimmo Càndito, Ishak Slezoui, Riccardo Orioles, Agostino Pantano.
Il primo giorno si parlerà di “Storie che non devono essere raccontate”, suddivise nel doppio appuntamento con “Informazione: storie di minacce e soprusi” e “Conflitti, violenza e minacce. Il lavoro del giornalista”. Il secondo giorno invece sarà la volta di “Verità scomode: storie di giornalisti uccisi” per raccontare le vicende di Anna Politkovskaja, Ilaria Alpi e Giuseppe Fava.
Quando in Italia si era pronti a spararli grossi: una mappa delle basi di missili Jupiter
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Visualizza Basi missili nucleari Jupiter in una mappa di dimensioni maggiori
L’argomento di cui si parla è questo. Nel contesto specifico invece si legge:
Località dove fra il 1960 e il 1963 vennero posizionati 45 missili a testata nucleare Jupiter. Ogni base aveva 3 missili, uno di lancio e 2 di riserva. Dieci basi sono in Italia fra Puglia e Basilicata, e 5 in Turchia. La fiamma indica la posizione delle basi, il cerchio viola i centri di telecomunicazione troposcatter più vicini alle basi, smantellati nel 1994 in tutta Europa e gli aerei le basi aeree: la base Nato di Gioia del Colle, tuttora in funzione, l’aeroporto Belbek in Crimea e la base dell’aeronautica sovietica. Le linee blu segnalano l’orientamento delle basi di lancio. L’obiettivo era Mosca per quasi tutte le basi.
(Via Giovanni Calia. E ormai diverso tempo fa se ne parlava anche su Peacelink)
Torna a Bologna il Festival delle culture antifasciste per la sua seconda edizione
StandardSeconda edizione del Festival sociale delle culture antifasciste a Bologna. Si svolgerà dal 28 maggio al 6 giugno 2010 e quest’anno sarà all’interno del parco di viale Togliatti. Il programma definitivo sarà pubblicato entro i primi giorni del mese prossimo mentre sulla home page del sito sono riportati gli indirizzi mail a cui scrivere per partecipare agli ambiti tematici già definiti. E per intanto, ecco perché organizzare (e partecipare) a una manifestazione di questo tenore:
Il fascismo è prima di tutto una “cultura”, un modo di essere, di comportarsi, è la volontà di dominio sulle persone, la natura, il territorio, è l’arroganza, la negazione di ogni diritto, la repressione del dissenso, la negazione e il disprezzo per le diversità. Il fascismo di ieri ha lasciato viva la sua “cultura”, si è trasformato e trasfigurato mutando le sue organizzazioni e le sue rappresentanze e continua ancora a fare il suo sporco lavoro. Questo è il fascismo di oggi, questa è la cultura da combattere. Con queste premesse, intendiamo rilanciare il progetto del festival sociale delle culture antifasciste, come progetto dal basso, aperto e partecipato, con l’obiettivo di fare rete, tessere relazioni e darsi gli strumenti per costruire progettualità comuni.
Per dare un’occhiata a cos’è accaduto nel 2009, qui ci sono i materiali d’archivio.
Il “non detto” del generale Maletti e il “detto” del processo di Brescia
StandardDice e non dice, pur parlando molto e innervosendosi anche, il generale Gianadelio Maletti, in questa intervista realizzata per il quarantesimo anniversario della strage di piazza Fontana da Nicola Palma, Andrea Sceresini e Maria Elena Scandaliato e prodotta da Francesco Virga e Gianfilippo Pedote per Mir Cinematografica. Il video sopra riportato è il primo di tre parti: qui il secondo e qui invece il terzo. Una porzione del materiale era stata messa online lo scorso 12 dicembre con un’intervista pubblicata sull’Espresso (gli autori sono gli stessi del video) e un breve estratto in voce. Grazie a Ivan Carozzi per la segnalazione del materiale su Youtube.
Per quanto riguarda l’ex direttore del Sid – riparato in Sudafrica trent’anni fa per sfuggire a una condanna per fatti legati alla strage piazza Fontana – probabilmente non verrà in Italia per testimoniare a Brescia, dove è in corso il processo per la bomba di piazza della Loggia. Ma di lui si è parlato negli ultimi giorni su Brescia Oggi: «Un golpe a Campione Buzzi lo sapeva» e Tramonte, il silenzio della «spia qualificata».
“Collaborative Futures”: dalla condivisione al risultato. A più mani, senza gerarchie
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Un libro in rete che si può editare e di cui si può discutere in ogni suo passaggio. Si intitola Collaborative Futures, non ha un unico autore perché è stato scritto così (nella sezione dei credits però sono riportati tutti quelli che ci hanno messo mano) ed è disponibile su sito FlossManuals.net.
La pubblicazione è interessante perché sembra aver studiato bene quali sono i passaggi spontanei attraverso cui la collaborazione porta a un risultato: si inizia con la condivisione per mettere a fuoco poi problemi di attribuzione e nodi che si aprono in un processo a più mani.
Oltre a leggerlo online, Collaborative Futures può essere scaricato in formato pdf (1,9MB) o visualizzato per intero per la stampa. Rilasciato con la più ampia (in termini di usi consentiti) delle licenze Creative Commons, se ne parla diffusamente anche qui.
Affondamento del Francesco Padre: da un libro alla riapertura del caso
StandardLa storia del Francesco Padre l’ha raccontata Gianni Lannes in questo libro (di cui si parlava un po’ di tempo fa). Libro che, dopo 16 anni, ha avuto il merito di aver fatto riaprire il caso. Il video sopra riportato è stato realizzato dal Tg3 quando la vicenda è entrata in parlamento.
Negli USA le intercettazioni illegali del governo: verso un “Protect America Act” permanente
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Matt Blaze è un esperto di sicurezza e crittografia e sul suo blog, Ehxaustive Search, ha pubblicato un post sulle intercettazioni illegali. Che dalle sue parti, gli Stati Uniti, sono altra cosa rispetto agli infondati strilli autoctoni. Nocciolo del discorso di Braze, infatti, è il Protect America Act del 2007, emendamento del governo Bush a una legge precedente che prende la privacy dei cittadini, la appallottola e la butta via. Almeno in potenza, avendo rimosso il requisito di necessità che le autorità devono presentare nel momento in cui intercettano le conversazioni e comunicazioni. Malgrado questo provvedimento abbia scatenato le ire di avvocati, costituzionalisti e attivisti per i diritti civili, Blaze racconta quanto segue:
Questa settimana il Senato torna a discutere se rendere questa legge permanente e riporta di stretta attualità l’argomento. I rischi tecnici creati da intercettazioni non controllate di questa portata sono molto seri (ed è una ragione abbastanza pressante da invitare il Congresso a lasciare scadere lo sconsiderato provvedimento). Ma nel dibattito politico la sicurezza può essere subordinata a più interessi radicati. In particolare, AT&T e altri carrier delle telecomunicazioni hanno condotto intense attività di lobbying in merito a un emendamento che conferisce loro l’immunità retroattiva in caso di dirottamento delle comunicazioni degli americani al governo. Anche se ciò è avvenuto in modo illegale, anche se accaduto prima che la legge fosse approvata.
Per avere una panoramica più dettagliata dell’argomento (soprattutto dal punto di vista tecnologico) da qui (pdf, 725KB) si può scaricare un articolo pubblicato nel gennaio 2008 che analizzata il Protect America Act. L’articolo era uscito per IEEE Security and Privacy e tra gli autori c’era lo stesso Blaze.
(Via BoingBoing)


