Dossier P2: la scoperta della loggia che prospera nell’Italia degli anni Duemila

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Domani di Maurizio ChiericiDi P2, sulle pagine elettroniche di Domani, ne abbiamo parlato spesso. Ancora a inizio della settimana scorsa, avevamo segnalato un convegno che c’è stato giovedì 12 maggio a Parma. Si intitolava P2, 30 anni dopo. E le interviste pubblicate sotto, realizzate da Raffaella Ilari e dallo staff video di Arcoris TV, sono il primo frutto filmato di quel lavoro.

Due gli argomenti che si affrontano: la scoperta degli elenchi nel marzo 1981 (elenchi resi pubblici solo il 20 maggio 1981 dopo gli imbarazzi di un titubante Arnaldo Forlani, allora presidente del consiglio del ministri) e la “sopravvivenza” di un sistema (incentrato su persone, ma soprattutto su pratiche della gestione della cosa pubblica e privata) giunto fino ai giorni nostri, con l’esperienza della P3 e le relative indagini giudiziarie.

Si tratta dei primi due di altri interventi in corso di preparazione da parte del team di Arcoris che si occupa dei video. E via via che saranno pronti, torneremo ad affrontare l’argomento e a pubblicarle le interviste. Per il momento, buona (e consapevole) visione con questi due filmati:

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A Brescia si parla dello stato degli studi su stragi e terrorismo negli anni Settanta

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Stragi e terrorismo negli anni Settanta: lo stato degli studi

Causa impegni di lavoro, non riuscito ad assistervi, ma segnalo il seminario Stragi e terrorismo negli anni Settanta: lo stato degli studi, organizzato per domani, 19 maggio, a Brescia dalla Fondazione Luigi Micheletti e dalla Casa della Memoria in vista del trentasettesimo anniversario della strage di piazza della Loggia, avvenuta il 28 maggio 1974. Parteciperanno tra gli altri:

  • Manlio Milani, presidente Casa della Memoria
  • Aldo Giannuli, strategia della tensione e doppio stato
  • Giuseppe De Lutiis, le stragi in Italia. La svolta del 1974
  • Mirco Dondi, narrare le stragi. Come cambia il racconto giornalistico da piazza Fontana a piazza della Loggia
  • Miguel Gotor, la strategia della tensione nel memoriale di Aldo Moro
  • Anna Cento Bull, verità e condizione vittimaria nella memorialistica degli ex-terroristi
  • Ugo Maria Tassinari, inutilizzabilità delle testimonianze dirette dei protagonisti per una storia “evenementielle” del terrorismo nero
  • Guido Panvini, la sfida al labirinto. Terrorismo e violenza politica tra dibattito storiografico e uso pubblico della storia
    • Altri interventi prevedono la presenza di Francesco Germinario, Agnese Moro, Ilaria Moroni, Paolo Pelizzari e Benedetta Tobagi.

      Qui il programma completo con nomi dei relatori, orari e argomenti.

12 maggio 1977: Giorgiana Masi e le reticenze di Francesco Cossiga

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Giorgiana MasiIeri, 12 maggio, era l’anniversario dell’omicidio di Giorgiana Masi, assassinata a Roma nel 1977 durante una manifestazione in cui si sono applicati i “metodi” dell’allora ministro dell’Interno. Gli stessi che, due mesi prima, aveva applicato anche a Bologna, quando morì Francesco Lorusso. In Piccone di Stato. Francesco Cossiga e i segreti della Repubblica (Nutrimenti) si è parlato di quei fatti e di come (non) volle raccontarli colui che al tempo occupava lo scranno più alto del Viminale. I virgolettati (se non diversamente specificato) sono tutti di Cossiga e si riferiscono alle dichiarazioni che nel corso del tempo rilasciò sull’argomento

Chi ha ucciso Giorgiana Masi? Ebbe modo di affermare Francesco Cossiga:

Ecco, io quello credo che non lo dirò mai [nemmeno] se mi dovessero chiamare davanti all’autorità giudiziaria, perché sarebbe una cosa molto dolorosa.

Si chiedeva in proposito Milena Gabanelli:

Poiché sarebbe doloroso dire chi ha ucciso Giorgiana Masi, l’uomo che più ha invocato la pacificazione nazionale, Cossiga, dice non parlerò neanche davanti alla magistratura. Deduciamo che la morte di una ragazzina innocente non sia stato un incidente, ma ben altro. Forse un ordine per imporre poi le leggi speciali?

E rispose Cossiga:

Eravamo in sei a conoscere la verità, siamo rimasti in cinque perché uno è morto. L’ex capo della polizia [Fernando] Masone venne da me un giorno e mi disse: quando potremo dire la verità stapperemo lo champagne. L’onorevole [Paolo] Cento insisteva per saperla, la verità. L’ho accontentato, da allora non ne ho più parlato.

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“Altri destini. Una storia degli anni Settanta”: non si sta bene sotto le coperte calde dell’ignoranza

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Altri destini di Walter G. PozziAltri destini. Una storia degli anni Settanta è un romanzo che ruota intorno (e va oltre) gli anni di piombo. Scritto da Walter G. Pozzi, direttore editoriale della rivista di analisi politica Paginauno (che pubblica anche il libro), è una dimostrazione di quanto si poteva leggere sui giornali della seconda di metà di aprile 2011, dopo la comparsa dei manifesti che “inneggiavano” all’epurazione delle “Br dalle procure”: i conti con quel periodo di storia non sono ancora chiusi.

Se non lo sono per i figli o i genitori delle vittime degli anni di piombo (e, talvolta, nemmeno per le generazioni successive, come testimoniano le parole di Vittorio Occorsio, 23 anni, nipote dell’omonimo magistrato ucciso nel 1976 dal nero Pierluigi Concutelli, pronunciate all’indomani della sua recente scarcerazione), non lo è nemmeno per la memoria storica collettiva.

Il romanzo di Pozzi tenta di fare i conti, con questa memoria storica, muovendosi sul crinale del tempo con balzi tra il passato e il presente, innescati da un maglione insanguinato negli anni Settanta e mai più lavato. Un morto assassinato senza giustizia diventa dunque il pretesto per riaprire un capitolo. E anche il capitolo specifico – il processo 7 aprile, contro una presunta (e mai dimostrata, anzi, smentita dalle sentenze) super cupola dell’eversione rossa – sembra un pretesto al pari del maglione insanguinato.
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“Aprire gli archivi sul terrorismo? Se lo si vuole fare davvero, lo si faccia subito”

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“Sono trascorsi quasi 31 anni dalla strage alla stazione di Bologna. Se vogliono aprire gli archivi lo facciano subito. Tutto il resto sono chiacchiere”. Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione vittime della strage del 2 agosto 1980 e dell’Unione vittime delle stragi, non ci gira troppo intorno rileggendosi il comunicato stampa che la presidenza del consiglio del ministro ha diffuso a conclusione del giorno della memoria delle vittime del terrorismo di ieri.

Si aprano gli “archivi della vergogna”: retorica o reale intenzione? “Dobbiamo colmare una grande sete di giustizia e di verità, in modo concreto, senza retorica. Lo faremo. E sarà il modo migliore per onorare la memoria delle oltre 400 vittime innocenti della sanguinosa ideologia del terrorismo”, scrive il governo sul suo sito. Onorare come? Esplicitando un’intenzione: aprire archivi ed eventuali “armadi della vergogna” che possano fornire il “sigillo della verità” che ancora manca su quarant’anni di storia italiana.

Vero o falso? Reale intenzione a ottemperare una richiesta ormai pluridecennale di giudici, familiari delle vittime, storici e giornalisti oppure propaganda? Per Bolognesi la verifica è semplice. E soprattutto immediata.

“Il governo ha il potere di accogliere tempo zero le nostre richieste: tutti i documenti relativi agli anni della strategia della tensione, soprattutto in tema stragi, devono essere consegnati immediatamente alla magistratura. Stiamo parlando di documentazione custodita presso le sedi dei servizi segreti, alcuni dei più importanti ministeri (tra cui interni, esteri e difesa), i comandi delle forze di polizia e delle forze armate. Questi sono i fatti che ci attendiamo”.
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Notte Criminale: online la seconda parte della storia di Marco Pantani

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Il caso Pantani: storia di un campione annientato - Seconda parte

Su Notte Criminale è stata pubblicata la seconda parte del dossier dedicato alla storia del ciclista Marco Pantani. La prima parte è disponibile qui.

In merito invece a un’altra vicenda di ciclismo, molto diversa e molto più recente, quella di Wouter Weylandt, si legga il post In morte di un lavoratore della bicicletta di Andrea Pomella.

Per non dimenticare: nasce il portale sulla storia del terrorismo, delle stragi, della violenza politica e mafiosa

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Rete degli archivi - Per non dimenticare

Nel giorno della memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi, viene pubblicata sul sito del Centro di documentazione Archivio Flamigni questa notizia: nasce il portale dedicato alla Rete degli archivi per non dimenticare:

Il portale, realizzato nel contesto del Sistema archivistico nazionale con il coordinamento della Direzione generale per gli archivi e l’apporto fondamentale del Centro di documentazione archivio Flamigni e della Rete degli archivi per non dimenticare, rappresenta un ulteriore tassello del lavoro di ricerca e divulgazione delle fonti per la storia del terrorismo, delle stragi, della violenza politica e mafiosa.

Questa la presentazione del sito Per non dimenticare:

Attualmente il portale affronta in prevalenza il tema del terrorismo e si basa sui contenuti tratti dalla pubblicazione della Presidenza della Repubblica Per le vittime del terrorismo nell’Italia repubblicana.

Le sezioni passato e presente, e per approfondire saranno progressivamente arricchite con nuovi contenuti anche in relazione ai fatti di criminalità organizzata e violenza politica. Un comitato scientifico di esperti e storici validerà l’inserimento progressivo delle informazioni.

Chernobyl, la tragedia del XX secolo nel racconto del giornalista moldavo Pavel Nică

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Chernobyl. La tragedia del XX secoloPavel Nică è un giornalista moldavo nato nel 1942 e scomparso nel 2009. Come inviato, nel 1987 seguì l’incidente di Chernobyl e le sue conseguenze. Quell’esperienza professionale e umana è diventata un libro uscito postumo in questi giorni per i tipi di Stampa Alternativa. Si intitola Chernobyl. La tragedia del XX secolo:

Solo nel 2003 è riuscito finalmente a raccontare quello che ha visto, che ha vissuto e quello che ha scoperto sulla tragedia atomica più grave mai successa da quando esistono le centrali nucleari. Ventisei anni di silenzio, di censura, di bugie. Silenzio e censura sulle conseguenze della catastrofe, bugie sulle cause dell’incidente… questo coraggioso giornalista si è messo in gioco interamente, pagando il prezzo più alto possibile, quello della vita”.

Queste parole, usate come quarta di copertina, sono di Riccardo Iacona, che firma la prefazione del libro, inserito nella collana Eretica.

Il delitto di Francesca Alinovi: un simbolo degli anni Settanta al crepuscolo

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Il delitto di Francesca Alinovi: un simbolo degli anni Settanta al crepuscolo

Il delitto di Francesca Alinovi: un simbolo degli anni Settanta al crepuscolo. È la recensione che Notte Criminale pubblica all’audiolibro Il delitto del Dams – Il sogno infranto di una generazione (La case production) di Jacopo Pezzan e Giacomo Brunoro. Il post contiene anche un’intervista agli autori.