“Altri destini. Una storia degli anni Settanta”: non si sta bene sotto le coperte calde dell’ignoranza

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Altri destini di Walter G. PozziAltri destini. Una storia degli anni Settanta è un romanzo che ruota intorno (e va oltre) gli anni di piombo. Scritto da Walter G. Pozzi, direttore editoriale della rivista di analisi politica Paginauno (che pubblica anche il libro), è una dimostrazione di quanto si poteva leggere sui giornali della seconda di metà di aprile 2011, dopo la comparsa dei manifesti che “inneggiavano” all’epurazione delle “Br dalle procure”: i conti con quel periodo di storia non sono ancora chiusi.

Se non lo sono per i figli o i genitori delle vittime degli anni di piombo (e, talvolta, nemmeno per le generazioni successive, come testimoniano le parole di Vittorio Occorsio, 23 anni, nipote dell’omonimo magistrato ucciso nel 1976 dal nero Pierluigi Concutelli, pronunciate all’indomani della sua recente scarcerazione), non lo è nemmeno per la memoria storica collettiva.

Il romanzo di Pozzi tenta di fare i conti, con questa memoria storica, muovendosi sul crinale del tempo con balzi tra il passato e il presente, innescati da un maglione insanguinato negli anni Settanta e mai più lavato. Un morto assassinato senza giustizia diventa dunque il pretesto per riaprire un capitolo. E anche il capitolo specifico – il processo 7 aprile, contro una presunta (e mai dimostrata, anzi, smentita dalle sentenze) super cupola dell’eversione rossa – sembra un pretesto al pari del maglione insanguinato.

Perché vera protagonista di questo romanzo sembra quella che invece ha i connotato di una comparsa. È la violenza politica, quella che lo Stato esercitava nelle (e sulle) piazze, e anche quella di chi voleva colpirlo al cuore, lo Stato. E al pari è protagonista anche un’esigenza espressa in molte delle pagine del libro, quella di sapere che è successo, anche a tanti anni (e a tanti eventi) di distanza. Perché, come dice uno dei personaggi di questa vicenda, «non si sta bene sotto le coperte calde dell’ignoranza».

(Questo articolo è stato pubblicato sul numero di maggio 2011 del mensile La voce delle voci)