Storie nell’ombra: parte domenica prossima con il caso dell’istituto Salvemini

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Storie nell'ombraDomenica prossima, 6 dicembre, si inizia con Storie nell’ombra. Viaggio negli enigmi bolognesi, la rassegna curata con Riccardo Marchesini in collaborazione con Giostrafilm. Un appuntamento al mese, fino a marzo, all’interno della stagione Sguardi del Teatro Biagi D’Antona di Castelmaggiore (via La Pira 54). Di seguito date e argomenti che verranno affrontati.

  • Domenica 6 dicembre 2009, ore 17 – 6 dicembre 1990: un aereo militare sulla scuola Salvemini. Dodici ragazzi di sedici anni tra le vittime e quattro gravi feriti, tre studenti e un insegnante. È il bilancio di uno dei più gravi incidenti provocati da mezzi militari a scapito della popolazione civile, insieme alla strage di Ustica del 27 giugno 1980 e del Cermis del 3 febbraio 1998: un aviogetto militare che si abbatte sulla succursale dell’istituto tecnico “Salvemini” durante un addestramento. A fronte di un evento così grave, seguirà un iter processuale deludente e l’umiliazione dei familiari delle vittime.
    Ospiti: Simona Lembi, assessore alla scuola del comune di Bologna ed ex studentessa dell’istituto Salvemini; Roberto Alutto, associazione parenti vittime Istituto Salvemini; Gianni Devani, ex assessore di Casalecchio di Reno e ai tempi vice-preside dell’istituto.
    Letture: Francesca Mazza
  • Domenica 24 gennaio 2010, ore 17 – Il caso Nigrisoli: la clinica della paura. La sera del 14 marzo 1963 Ombretta Caleffi, moglie di Carlo Nigrisoli, figlio del titolare di una nota casa di cura bolognese, viene trovata morta nel suo appartamento. E’ l’inizio del giallo del curaro, che dividerà in innocentisti e colpevolisti l’opinione pubblica bolognese, in modo analogo a quanto avvenuto alcuni decenni prima con il delitto Murri. Nel febbraio del 1965 Carlo Nigrisoli, che si è sempre proclamato innocente, verrà condannato all’ergastolo.
    Ospiti: Marilù Oliva, docente e scrittrice; Nathalie Dodd, operatrice culturale e scrittrice; Roberto Landi, avvocato della difesa di Carlo Nigrisoli.
    Letture: Elisa Rampon
  • Domenica 21 febbraio 2010, ore 17 – Da Mamma Ebe a Vanna Marchi: gli imbrogli dell’occulto. Maghi, fattucchieri, guaritori e santoni: le cronache hanno raccontato di frequente raggiri, tecniche di convincimento, leve esercitate su vittime fragili che spesso non hanno strumenti contro chi vuole sfruttare buona fede e una dose di credulità. I casi di Mamma Ebe, esploso nel 1984, e quello di Vanna Marchi, in attesa di giudizio definitivo, sono le due vicende che ci porteranno in un mondo dove imbrogli e fregature sono una minaccia costante.
    Ospiti: Cristiano Governa, giornalista e scrittore; Carmelo Pecora, scrittore ed ex poliziotto.
    Letture: Angela Malfitano
  • Domenica 28 marzo 2010, ore 17 – Paura a Bologna, storia di cinque rapimenti. Sempre più di frequente, negli anni Ottanta Bologna si fa teatro di crimini e violenze di varia matrice. La cittadinanza è sotto shock, si barrica nelle case, installa inferriate e sistemi d’allarme che non appaiono però sufficienti a fermare la ferocia senza scrupoli dell’anonima sequestri. Nel giro di pochi anni vengono messi a segno cinque rapimenti, con modalità ed esiti diversi: solo cinque giorni per il giovane Francesco Segafredo, “re del caffè”; oltre tre mesi per la bella e fragile Ludovica Rangoni Machiavelli, che si rivela ben presto un ostaggio “sbagliato”; 67 giorni e una ferita difficile da rimarginare per Patrizia Bauer; fino ai ben più tragici episodi, terminati con la morte, di Alessandro Fantazzini ed Eugenio Gazzotti. Cinque storie di paura raccontate dai protagonisti dell’epoca.
    Ospiti: Achille Melchionda, avvocato e scrittore; Vittorio Di Santo, investigatore privato ed ex appartenente all’Arma dei carabinieri

Mimmo Lombezzi e il racconto di piccoli branchi che crescono

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Mimmo Lombezzi racconta dalle “colonne” del blog Antefatto la storia di piccoli branchi [che] crescono:

Ieri sera mia figlia Giulia (21 anni) è andata a far due passi “in Colonne”, cioè alle Colonne di S. Lorenzo, nel pieno centro di Milano con un amico che conosco da anni. Si chiama “Ahmed” [1], è italo-marocchino, si mantiene agli studi lavorando ed è un ottimo disegnatore.

È l’una di notte, Giulia e Ahmed stanno per rientrare e nella piazza, quasi deserta, ci sono solo tre ragazzi (uno di colore) seduti su una panchina. Uno dei tre apostrofa Ahmed: “Ehi, quella lì è la tua ragazza?”. “No. È solo un’amica” risponde Ahmed che prosegue e raggiunge uno dei bagni chimici che si trovano sulla piazza. A quel punto il tizio si alza dalla panchina e tempesta di colpi la porta del bagno. Ahmed esce e gli chiede: “Che cazzo fai?”. Quello risponde: “Ho da spiegarti due cose” poi – seguendo una tecnica già collaudata in altre aggressioni, come quella tragica di Verona – gli chiede una sigaretta. Ahmed risponde che non ne ha. L’altro gli strappa quella che ha in mano, e visto che Ahmed non si scompone, gli da uno schiaffo.

Ahmed mantiene la calma e questo irrita i ragazzi. Giulia si interpone, cerca di trascinar via l’amico, dice ai ragazzi “siete matti?” e quelli rispondono: “vieni qui che ce n’è anche per te”. Giulia e Ahmed si allontanano e in Corso di Porta Ticinese, commentano ad alta voce quello che è accaduto: “Possibile” si chiede Ahmed “che uno venga schiaffeggiato solo perché è gay?”. Quattro adolescenti sdraiati su un prato gli urlano “ricchione!”. Ahmed risponde: “Cosa hai detto?” poi, nonostante la rabbia, decide di tornare a casa per non coinvolgere mia figlia in una rissa. Mi chiedo cosa sarebbe successo se Ahmed avesse accettato la provocazione.

Stamattina, davanti a un caffè, Giulia mi racconta un mondo che le sembra incredibile, che conosceva solo dai giornali o dai film, che non avrebbe mai immaginato di vedere dal vero. Milano diventerà come Roma? Anni di battute da telecaserma o da talk-shock hanno seminato il terreno: ciò che conta è trovare un “diverso” da pestare per passar la serata.

[1] Il nome è cambiato

“A parole, in breve”, seconda puntata: “Come funzionano i servizi segreti” di Aldo Giannuli

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Come funzionano i servizi segreti di Aldo GiannuliSu GNUFunk Radio andrà online giovedì sera alle 20.20 (e in replica una settimana più tardi) la seconda puntata di A parole, in breve, che recensisce il libro Come funzionano i servizi segreti (Ponte alle Grazie, 2009) di Aldo Giannuli:

Un libro che fornisce un’introduzione completa, appassionante, progressiva e persino, sotto molti aspetti, pratica a tutti gli aspetti della moderna attività d’intelligence. Attingendo a molteplici esempi tratti dalle attività dei servizi italiani, statunitensi, israeliani, inglesi, francesi, tedeschi, cinesi, vaticani ecc., Aldo Giannuli, conduce il lettore in una strabiliante rassegna delle «missioni»: dall’ABC della manipolazione informativa e delle veline ai giornali, passando per l’omicidio e il rapimento, fino ai ben più complessi e inquietanti scenari della lotta al terrorismo, dei progetti eversivi, della guerra finanziaria, psicologica, culturale e delle altre guerre non convenzionali. Ma Giannuli fa anche di più, ci fa scoprire i tanti modi in cui i servizi già oggi praticano «guerre a bassa intensità»: guerre invisibili e distruttive in cui nessun governo può fare a meno di investire risorse crescenti. Dunque nel cuore di ogni Stato, per democratico che sia, esiste chi non agisce in base alle leggi, ma gode di una licenza al «tutto per tutto», spesso servendo gli interessi di fazioni politiche, grandi imprese, poteri forti. Fatto sta che, come dimostra Giannuli, i servizi «sono ormai un gorgo che risucchia sempre nuovi ambiti: la cultura, la comunicazione, la scienza, l’economia, la finanza, il commercio, l’immigrazione, la dimensione cognitiva». Siamo già al Grande Fratello? Ed esiste un antidoto a questo stato di cose?

Il brano che accompagna questa puntata si intitola They’re Building A Wall, è contenuto nell’album For The Moment di David Rovics ed è rilasciato con una licenza Creative Commons BY-NC-SA.

La puntata sarà ascoltabile e scaricabile da Archive.org.

Per portare a galla i veleni, in.fondo.al.mar, infovisualizzazione delle navi affondate

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in.fondo.al.mar

Si dia un’occhiata a in.fondo.al.mar – porta i veleni a galla:

in.fondo.al.mar è un progetto di infovisualizzazione sui fatti riguardanti le navi affondate nel Mediterraneo con il loro carico di rifiuti tossici. Il progetto intende “portare i veleni a galla”, aiutando a fare chiarezza sulla vicenda. Il sito raccoglie e mette a disposizione dati pubblici ed inediti sugli incidenti, fornisce una mappa che mostra i luoghi degli affondamenti sospetti, una cronologia degli incidenti, ed una serie di statistiche e schede informative sulle navi sospette. in.fondo.al.mar è un progetto in evoluzione, che è soggetto a correzioni ed aggiornamenti ed è aperto ai contributi dei visitatori ed esperti nel campo.

E qui viene spiegato da dove arrivano i dati. Per contributi, correzioni e suggerimenti c’è una pagina apposita.

(Via Ultimo)

Poe, Marie Roget e Mary Cecilia Rogers: i confini tra finzione letteraria e realtà

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Mystery of Marie RogetPer gli appassionati del mistero in chiave letteraria e cinematografica il nome di Marie Roget significa qualcosa: così infatti si chiamava la protagonista di un racconto scritto all’inizio degli anni Quaranta del XIX secolo da Edgar Allan Poe, di cui peraltro ricorrono i duecento anni dalla nascita (venne alla luce a Boston il 19 gennaio 1809). Un secolo più tardi, il testo dello scrittore statunitense si trasformò anche in un film diretto da Phil Rosen e in entrambe le versioni la storia ruotava intorno all’indagine che un antesignano degli investigatori da romanzo, Auguste Dupin, avviava – concludendola con successo – dopo l’insoluto assassinio della giovane protagonista.

Fino a questo punto, è storia risaputa, come è risaputo che Poe si ispirò a un fatto di cronaca nera solo un po’ aggiustato per motivi narrativi. Anticipando il filone del true crime – portato in auge solo molto più avanti da Truman Capote e dal suo A sangue freddo (1967) che ne fece un vero e proprio genere letterario – il testo ricostruisce un delitto che nella realtà avvenne a New York nel 1841. Nella finzione, invece, la vicenda veniva trasportata in Francia e il nome della vittima cambiato da Mary Cecilia Rogers in quello che dà il titolo al racconto. Ciò che invece si sa meno è un altro fatto: a lungo, dopo il ritrovamento del corpo senza vita della ventunenne commessa in un negozio di sigari di Broadway, si pensò che il caso sarebbe rimasto senza colpevole.

Nel libro dello scrittore inglese Colin Wilson World Famous Unsolved Crimes, si cerca di ricostruire la vicenda e si dice che all’inizio venne interrogato il fidanzato di Mary, Daniel Payne, morto suicida qualche anno più tardi, ma non rientrò nella rosa dei sospetti e gli inquirenti, non sapendo che pista seguire, provarono anche a giocarsi la carta di una taglia sulla testa dell’assassino. Intanto la stampa, fiutando lo scandalo innescato da una lettera anonima in parte confermata da un sedicente testimone, pubblicava resoconti scabrosi delle ultime ore di vita della ragazza, vista per moli insieme a uno o più uomini.
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Online (e liberi) gli archivi fotografici canadesi della prima guerra mondiale

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Canadian General Hospital

Dopo l’Australian War Memorial (con relativo set Flickr) e L’indipendent con le sue trecento fotografie di cui si era parlato tempo addietro, è la volta (a dire la verità, lo è dal 2008) dei Library and Archives Canada – Bibliothèque et Archives Canada (LAC/BAC) di mettere a disposizione in rete il proprio patrimonio di immagini (sempre su Flickr) risalenti agli anni della prima guerra mondiale. In questo caso, a differenza dei precedenti citati, non si vuole tanto dare un nome agli sconosciuti che vi sono ritratti, ma presentare un archivio finora non ancora disponibile e descritto con queste parole:

L’obiettivo del progetto è quello di esplorare nuovi fronti per migliorare l’accesso e accrescere l’interazione con il patrimonio documentario canadese. Il LAC/BAC è entusiasta delle possibilità che le comunità sociali di condivisione dei contenuti multimediali offrono ai canadesi di discutere e di contestualizzare un’importante selezione della nostra storia collettiva.

Peraltro, anche per questo archivio, è stata scelta una licenza Creative Commons.

Open Media Foundation: per produrre e insegnare a produrre contenuti liberi

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Open Media Foundation

Annuncia il blog di Creative Commons la nascita di Open Media Foundation che:

riprende da dove finiscono questi due gruppi [Deproduction e Civic Pixel] concentrandosi su servizi (produzione video, creazione di siti web e pacchetti grafici), educazione e strumenti accessibili. Uno degli aspetti più accattivanti di OMF è la “scalabilità”: quasi tutti i contenuti che producono sono Creative Commons o liberi [con altre licenze], consentendo loro di essere “adottati” facilmente e legalmente.

Per rendersi conto di ciò che sta partendo, si dia un’occhiata a Denver Open Media.

Us now: la collaborazione, i governi, la rete e le nuove forme di potere

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Sul sito Web Conoscenza si segnala Us now:

In un mondo in cui l’informazione è come l’aria, cosa succede al potere? Questa è la domanda che si pone Us now, un progetto per un film sul potere della collaborazione di massa, il governo e internet. Il film è stato presentato durante il convegno Cittadinanza Digitale – Postdemocrazia la settimana scorsa a Venezia.

Da guardare (dura un’ora) ed è in inglese con sottotitoli in italiano.

Osservatorio Balcani: un dossier sulla popolazione gay nel sud-est europeo

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Gay Pride Belgrade

Racconta Osservatorio Balcani a proposito di LGBTIQ Between the State and the EU:

Il 2009 è stato segnato per la popolazione LGBT e queer nel sud-est Europa da un lato da episodi di violenze e intimidazioni (in particolare durante le principali manifestazioni dai Pride in Serbia e Slovenia al festival queer di Sarajevo), senza prese di posizione da parte di amministrazioni locali e Stati nazionali. Dall’altro, pressioni sovranazionali e aspirazioni all’integrazione europea hanno portato all’avanzamento e/o all’approvazione di proposte legislative di stampo progressista. In questo quadro di sviluppi stonati e contrastanti, la popolazione LGBT e queer dei Balcani si ritrova al crocevia tra visibilità e invisibilità, contesto domestico ostile e speranze europee, progresso formale e paure concrete. OBC raccoglie in questo dossier cronache, interviste e analisi dedicate agli sviluppi dell’universo arcobaleno balcanico, al rapporto con le istituzioni internazionali e al ruolo della cooperazione.

Ecco dunque di seguito il dossier Tra stato ed Europa. LGBT e queer nei Balcani. Per quanto riguarda i casi citati nella presentazione: La notte dei cristalli di Sarajevo, Belgrado sotto assedio e Sassi sul Gay pride. Infine un reportage di Jasmina Tešanović dalla capitale serba in occasione del Gay Pride era stato pubblicato un paio di mesi fa. Si intitolava Belgrado, Milosevic, il gay pride e l’opposizione del passato recente.