Tedeschini Lalli: cronaca di una strage di donne, i giornali del 25-26 marzo 1911 e la “prima stesura” della storia

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The New York Herald

Interessante post di Mario Tedeschini Lalli a proposito della cronaca di una strage di donne: i giornali del 25-26 marzo 1911:

Grandi titoli, testi dettagliati, ma anche fotoreportage, cartine e infografiche: tutti gli strumenti della cronaca giornalistica sono già lì, tra il 25 e il 26 marzo 1911, 101 anni orsono. È uno dei rari casi nei quali è possibile veramente dire che “il giornalismo è [stato] la prima stesura della Storia“: sono le cronache dell’incendio che si sviluppò nei locali della fabbrica di camicie Triangle a New York, dove per le condizioni di lavoro precarie e le misure di sicurezza insufficienti 146 persone persero la vita – 129 di loro donne, per la metà adolescenti. Fu uno dei punti di svolta nella storia del movimento operaio ed è una delle date clou della storia delle donne.

Per saperne di più sui fatti riportati negli articoli, si veda qui.

Messico: “Ecco che succede a chi pubblica roba strana su Internet. State attenti, vi pigliamo”

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Non solo carta stampata, ma anche l’informazione in rete sui narcos sembra piacere così poco in Messico da arrivare a conseguenze drammatiche. Scrive in proposito il giornalista Mario Tedeschini Lalli su Giornalismo d’altri:

I cadaveri di due persone sono stati trovati martedì appesi sotto un cavalcavia della città messicana Nuevo Laredo, accanto ai corpi sventrati e orrendamente mutilati c’era un cartello: “Ecco che succede a chi pubblica roba strana su Internet. State attenti, vi pigliamo”. Sono stati uccisi dalla mafia locale, dai narcos, perché cercavano di superare l’autocensura dei media locali, segnalando via Twitter e altri social network scontri a fuoco o altri atti violenti nella regione al confine con gli Stati Uniti.

La stampa locale – come le autorità pubbliche – è da tempo sotto schiaffo, almeno cinque giornalisti sono stati uccisi solo quest’anno, senza contare gli innumerevoli casi di violenza e minaccia. Per questo i cittadini cercano di utilizzare gli strumenti di internet e, specialmente, i social network. Un altro caso, drammatico, di come l’universo digitale, cioè l’universo disintermediato sia elemento di libertà dove la libertà è conculcata. Vale in Messico quello che vale altrove: se la mafia è contro, i bravi cittadini sanno da che parte stare – e in questo caso, non c’è dubbio, la mafia è contro Twitter, è contro la rete. E per questo uccide.

E cita, tra gli articoli che raccontano la vicenda, Knight Center for Journalism in the Americas, Christian Science Monitor e Cnn.

Inoltre, sull’argomento minacce ai giornalisti nel Paese dell’America Centrale, si può leggere anche l’intervista che Peacereporter ha pubblicato lo scorso 21 giugno a Homero Aridjis, ex presidente del Pen Club International.

Il Guardian, il giornalismo investigativo e la privacy: le intrusioni della stampa devono essere nell’interesse pubblico

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Mario Todeschini Lalli pubblica sul blog, Giornalismo d’altri, il post Privacy e giornalismo investigativo: ecco le regole del Guardian, argomento reso più interessante alla luce di recenti accadimenti. Mario riprende alcune considerazioni di Alan Rusbridger, direttore del Guardian, che declina alcune regole valide per il suo giornale:

Noi non paghiamo per ottenere le nostre storie. Ai cronisti non è consentito di usare investigatori privati senza la mia autorizzazione. Uno dei casi estremamente rari [in cui questo è avvenuto]: ho acconsentito di utilizzare persone esterne al giornale di fronte a evidenze di corruzione nei comportamenti di una multinazionale (…).

In termini generali, penso che tanto più ampia è la possibile intrusione da parte dei giornalisti, tanto più in alto deve essere posta la barra dell’interesse pubblico. Mi piacciono le linee guida proposte dall’ex agente segreto Sir David Omand per il suo ramo d’affari. Penso siano domande che potrebbe utilmente porsi qualunque testata giornalistica.

  • Ci deve essere una una ragione sufficiente: l’intrusione deve essere giustificata dalle dimensioni del danno potenziale che potrebbe risultarne.
  • Ci deve essere una integrità di motivazione: l’intrusione deve essere giustificata nei termini del bene pubblico che ne deriverebbe.
  • I metodi utilizzati devono essere proporzionati alla serietà della vicenda e alla sua rilevanza pubblica, usando il minimo di intrusione possibile.
  • Ci deve essere regolare autorizzazione: ogni intrusione deve essere autorizzata a un livello sufficiente alto ed essere tenuta sotto controllo [dall’autorità stessa] in maniera adeguata.
  • Ci devono essere ragionevoli prospettive di successo: non è consentita la pesca a strascico.

Il post completo è qui.