Oggi si ricordano le vittime della banda della Uno bianca. Sono 24 e non vanno dimenticate.
vittime
“Come fosse oggi”: la nuova rubrica sul sito ISiciliani.it per raccontare le vittime di mafia e terrorismo
StandardInizia oggi 1 settembre la cura di una rubrica per I siciliani giovani, diretta da Riccardo Orioles. Si intitola “Come fosse oggi” e nel suo snodarsi futuro racconterà la storia di vittime di mafia e di terrorismo, vittime che hanno sfidato i poteri criminali pagandone le conseguenze e vittime involontarie, collaterali le chiamano. Si inizia oggi con Francesco Cusano, un vice questore aggiunto assassinato a Biella il 1 settembre 1976.
“È come sangue e non va via”: la recensione di Booksblog, esseri umani “incastrati in un evento irreversibile”
StandardBooksblog ha pubblicato nei giorni scorsi una recensione di È come sangue e non va via, l’ebook uscito a inizio agosto per I siciliani giovani di Riccardo Orioles:
Erano giovani coppia in partenza per le vacanze, stranieri di passaggio, diretti in altre località del Belpaese, persone comuni, studenti, lavoratori della stazione, c’erano tassisti, promessi sposi, militari in licenza, persone pronte a ritornare, almeno per qualche settimana, nelle loro terre d’origine, quelle regioni del sud che tanto avevano dato in termini di forze fattrici allo sviluppo del centro-nord. E invece rimasero incastrati in un evento irreversibile non solo per gli 85 che non ne uscirono vivi, ma anche per tutti quegli altri nuclei che inevitabilmente, si ritrovarono a dover fare i conti con la tragedia anche dopo, soprattutto dopo.
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A 33 anni dalla strage di Bologna perché c’è bisogno di parlare delle vittime, persone e non numeri o fantasmi
StandardQuesto testo è l’introduzione all’ebook È come sangue e non va via – 2 agosto 1980: la strage, le vittime e la memoria uscito per la rivista I Siciliani Giovani diretta da Riccardo Orioles. Dal sito della rivista il testo è scaricabile gratuitamente in versione completa.
Questo è un Paese in cui non sempre le vittime, neanche quelle di un reato imprescrittibile come una strage, sono persone da tutelare. Il 14 aprile 2012 la sentenza del processo di secondo grado per la bomba di piazza della Loggia, esplosa a Brescia il 28 maggio 1974, ha condannato le parti civili al pagamento delle spese processuali. Una simile disposizione, pur conforme a quanto previsto dai codici, è apparsa discutibile quanto meno sul piano morale e qualche giorno dopo è arrivato l’annuncio che il governo Monti si sarebbe fatto carico delle spese. Analogamente, nel 2005 la corte di Cassazione aveva confermato l’assoluzione per gli imputati dell’attentato milanese di piazza Fontana, la madre di tutte stragi, avvenuto il 12 dicembre 1969, imputando le spese processuali ai familiari delle vittime.
Tuttavia, al di là di quanto si stabilisce in un’aula di tribunale, è al Paese che si deve guardare. E ciò che si vede è che, ancora prima della tutela e del rispetto, a mancare è un ricordo condiviso, collettivo, corale verso chi non sopravvisse a quella lunghissima stagione che va sotto il nome di anni di piombo. A proposito della citata bomba di piazza della Loggia ci fu chi scrisse: “Le vittime della strage di Brescia sono state trattate, in punto di raccolta e di conservazione delle prove oggettive, con meno attenzione e meno pietà di un ubriaco accoltellato in una rissa di osteria”. Queste parole sono di un giudice istruttore, Giovanni Arcai, che venne silurato quando il figlio Andrea fu accusato e poi assolto dall’imputazione di concorso nell’eccidio del 1974.
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“È come sangue e non va via”: le vittime e la memoria della strage del 2 agosto 1980 in un ebook dei Siciliani Giovani
StandardEsce per I siciliani giovani diretto da Riccardo Orioles l’ebook È come sangue e non va via – 2 agosto 1980: la strage, le vittime e la memoria, testo che va ad aggiungersi a un già nutrito panorama di pubblicazioni elettroniche. Disponibile in tre formati (pdf, mobi ed epub), lo scritto si presenta così:
Anche quella di cui si parla in questo libro è una ferita della storia. Ma lo scopo, questa volta, non è raccontare le vittime delle istituzioni, ma le persone comuni – erano ottantacinque – che il 2 agosto 1980 entrarono in una stazione per non uscirne più. E raccontare anche dei duecento feriti che si sono rialzati conservando a vita, dentro e fuori, le cicatrici impresse da quei fatti.
Per scaricare gratuitamente il libro si veda qui.
Sul numero di maggio di “E Il mensile” il reportage “Paesi Baschi, le vittime che cercano verità”
StandardPaesi Baschi, le vittime che cercano verità con relativa galleria fotografica realizzata da Massimo di Nonno:
Paesi Baschi. Il tempo della politica è sospeso: la proposta della sinistra basca, dopo la quale Eta ha deposto le armi, è stata accolta dal grande silenzio di Madrid. Ma è tra le vittime di fronti opposti che si fa strada, con fatica, il bisogno di un racconto comune. È possibile, ci si chiede, arrivare a una memoria condivisa? L’unica certezza è che, senza, sarebbe come costruire una casa sulla sabbia.
Il reportage per esteso, firmato dal giornalista Angelo Miotto, è stato pubblicato sul numero di maggio di E il mensile, in edicola da ieri.
A vent’anni dall’assedio di Sarajevo, 11.451 sedie dipinte di rosso lungo via Tito per ricordare le vittime del conflitto
StandardSono 11.451 (tante quante furono le vittime) le sedie dipinte di rosso e disposte lungo via Tito, a Sarajevo, per il ventesimo anniversario dall’inizio della guerra. “Un anniversario che trova la città balcanica ancora profondamente divisa, il potere spartito tra serbi, croati e musulmani in un solo Stato costruito su quote etniche e unito da governi centrali molto deboli”, scrive Dado Ruvic della Reuters. Se ne può leggere ulteriormente qui.
(Via BoingBoing)
The empty house: documentario di Peacereporter sugli scomparsi della guerra in Kosovo
StandardThe empty house è un documentario prodotto da Peacereporter che racconta delle persone scomparse durante la guerra in Kosovo del 1999. Annunciato qui, viene descritto con queste parole:
The Empty House, che qui presentiamo nella versione web, racconta la storia di un’assenza, senza privilegiare la nazionalità di alcune vittime rispetto ad altre. Questo lavoro vuole essere una riflessione sull’assenza, sul vuoto doloroso che la scomparsa di una persona cara lascia nelle vite di chi lo ha amato. I protagonisti potrebbero essere di qualsiasi Paese del mondo che ha conosciuto il dramma delle persone scomparse.
Sul sito del documentario si possono trovare alcuni materiali già pubblicati da Peacereporter, le vittime di cui si parla del film e quanto dicono gli ufficiali che erano di stanza in Kosovo.
Vittime del terrorismo: un mash-up ripercorre gli anni di piombo a Torino
StandardVittorio Pasteris segnala sul suo blog un lavoro di cui s’era occupato un po’ di tempo fa: la mappa di Torino negli anni di piombo, ripresa dalla versione online del quotidiano LaStampa.it che fa un mash-up tra le vittime del terrorismo italiano e i luoghi del capoluogo piemontese in cui questi delitti avvennero. Un ulteriore tassello da aggiungere al progetto (al momento ancora ipotetico) di cui si parlava qualche giorno fa.
Il quotidiano torinese, accanto alla mappa, pubblica anche alcuni articoli che tornano alle cronache di trent’anni fa: Omicidio Ghiglieno, i figli: “Ucciso perché uomo del dialogo”, “Quando nella fabbrica spadroneggiavano le Br” e Fantasmi di killer a Torino, oltre a un estratto video del documentario Carlo Casalegno, il coraggio degli ideali. Infine, ognuna delle schede collegate alle vittime segnalate sul mash-up di Lastampa.it è presa dal sito Associazione vittime del terrorismo.