Un fatto del genere fa pensare alla Somalia e alle opere si sciolgono sotto il sole. In questo caso, invece di sciogliersi al sole, Peacereporter racconta la storia di 220 milioni di euro in fumo. E il luogo è poco lontano, l’Etiopia.
È crollato dopo due settimane esatte dall’inaugurazione del 13 gennaio scorso, avvenuta alla presenza del ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, che suggellava con la sua presenza l’ingente impegno italiano in questo mega progetto. Si tratta del Gilgel Gibe II, il tunnel di 26 chilometri costruito per generare energia sfruttando la differenza di altitudine fra il bacino della Gilgel Gibe I e il fiume Gibe. Siamo nel cuore dell’Etiopia, nella valle del fiume Omo, un paradiso che sta per sparire, ingoiato dalla rapacità di governi e grandi interessi, che nelle acque cristalline dell’importante fiume ci vedono solo energia e tanti soldi. Dietro a questo misero flop, infatti, c’è un intreccio di interessi e business a nove cifre, che occorre analizzare passo passo, per arrivarne a capo.