Falange Armata: in un libro la storia criminale di un’organizzazione che non è mai esistita, ma che ha rivendicato (quasi) tutto

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L'operazione criminale che ha terrorizzato l'ItaliaScritto da due giornalisti di SkyTg24, Massimiliano Giannantoni e Paolo Volterra, il libro L’operazione criminale che ha terrorizzato l’Italia appena uscito per i tipi di Newton Compton Editori racconta una delle storie meno spiegate della recente storia italiana, quella della Falange Armata:

La Falange Armata non è mai esistita. Eppure è stata la più efficace operazione di destabilizzazione realizzata in Italia negli ultimi venticinque anni. Le sono stati attribuiti attentati, omicidi, ferimenti, sequestri, intimidazioni, depistaggi. Le sue propaggini sono arrivate fin nel cuore del potere, nelle stanze del Quirinale e di Palazzo Chigi, facendo sobbalzare uomini di Stato come Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi. La Falange ha rivendicato praticamente tutti i tragici avvenimenti di un biennio fra i più cupi e misteriosi della nostra storia recente, quello dal 1992 al 1994: anni sanguinosi per le stragi di mafia e non, anni di svolta nelle istituzioni e nella politica, le cui conseguenze arrivano dritte dritte alle crisi dei nostri giorni. Ma chi muoveva i fili della Falange Armata? C’era un livello superiore che ha preso la decisione finale degli attentati? E chi faceva parte di questa presunta organizzazione?

Ulteriori dettagli sul libro sono disponibili qui.

Vanguard racconta in un’inchiesta video l’Italia a mano armata

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Vanguard merita di essere seguito per le inchieste video che pubblica. A partire da oggi, sarà disponibile Italia a mano armata (sopra un’anteprima), presentato in questi termini da SkyTg24:

In Italia sono quasi un milione le persone autorizzate a vario titolo a detenere armi da fuoco, un universo quasi invisibile che tiene in vita un giro d’affari di circa due miliardi di euro l’anno. C’è chi vuole un’arma perché ha paura, c’è chi la considera solo un attrezzo sportivo, c’è chi ogni domenica indossa la mimetica e va a sparare in poligoni nascosti in cave abbandonate. Con l’aiuto di microcamere nascoste gli inviati Vanguard catturano immagini inaspettate di poligoni dove cittadini comuni si addestrano con tecniche paramilitari, di Fiere delle Armi nel Nord Italia dove tra i 40mila visitatori tanti sono bambini “perché – come dice una signora intercettata dai microfoni di Current – bisogna abituare i bambini alla guerra!”. Ed è proprio qui al confine tra l’esigenza di sicurezza e la voglia di giocare alla guerra che, secondo criminologi, psicologi e esperti del settore intervistati da Current, trovano terreno fertile casi come quello di Angelo Spagnoli, l’ex comandante dell’esercito che nel 2007 ha sparato sui passanti dal balcone di casa sua a Guidonia, vicino Roma, uccidendone due.

“Una montagna – I nostri prossimi diecimila anni con le scorie nucleari”

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Una montagna di John D'AgataJohn D’Agata racconta una realtà statunitense. Ma non è molto difficile estendere il concetto al di fuori di quel Paese e pensarlo altrove. Anche dietro l’angolo. Perché di questo si parla nel suo libro Una montagna – I nostri prossimi diecimila anni con le scorie nucleari (Isbn Edizioni):

Yucca Mountain è a 160 km da Las Vegas, la città dove si è appena trasferita la madre di John D’Agata. Da questo luogo simbolo dell’America comincia un’inchiesta spietata e poetica secondo lo stile del new-new journalism alla Foster Wallace, tra i paradossi della gestione dell’energia nucleare. Sostenuto da Reagan e Bush jr., frettolosamente accantonato da Obama, il progetto Yucca Mountain è la “grande opera” più folle mai concepita da un governo occidentale: trasportare via terra 77 mila tonnellate di scorie radioattive sparse negli Usa, e stivarle nel cuore di una montagna nel deserto del Nevada. Tempo dell’operazione: un secolo o giù di lì. A patto che si riesca a riempirlo senza incidenti, il deposito dovrebbe restare al sicuro da infiltrazioni e sconvolgimenti tellurici per 10mila anni. O forse 300mila, stando alle previsioni degli «esperti». Ma come dovrà essere scritto il cartello «pericolo di morte» perché venga compreso dai nipoti dei nostri pronipoti?

E a proposito di centrali di casa nostra, si dia un’occhiata al video di SkyTG24 Unita di crisi – Trino Vercellese (grazie a BestKevin per la segnalazione) e a quanto si scriveva poco tempo fa a proposito di Caorso.

(Via Booksblog)