Centroquaranta – La strage dimenticata è un documentario di Manfredi Lucibello che uscirà a giugno. Intanto oggi, anniversario numero 22 del rogo della Moby Prince, si legge che sono scomparse le registrazioni del processo mentre si chiede una commissione d’inchiesta e solo ieri da una perizia arrivava la conferma che la nave fantasma, come già in passato sostenuto, era una militarizzata statunitense.
1991
Moby Prince, a vent’anni dal rogo rimangono 140 vittime senza giustizia e con il fantasma della “nebbia da avvezione”
StandardVent’anni fa oggi – era il 10 aprile 1991 – il rogo del Moby Prince. Qui, sul Fatto Quotidiano, un pezzo di Emiliano Liuzzi che fa il punto di vari elementi. Compresa la fantasiosissima incursione della nebbia da avvezione, tipica dl Bosforo e dei mari tropicali.
Giorno della memoria 2012: presentato il sito “I nomi della Shoah italiana” del Centro di documentazione ebraica contemporanea
StandardCon il Giorno della memoria 2012 e dopo la pubblicazione del volume Il libro della memoria – Gli Ebrei deportati dall’Italia (1943-1945) di cui si parlava qui, adesso arriva il sito I nomi della Shoah italiana – Memoriale delle vittime della persecuzione antiebraica, iniziativa del Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec):
Nel 1979, il Cdec prese in considerazione l’idea di pubblicare in un libro-memoriale l’elenco completo di tutti gli ebrei morti in Italia o deportati dall’Italia nel biennio 1943-1945. La direzione del progetto fu affidata a Liliana Picciotto. Nuovi documenti erano nel frattempo venuti alla luce: la schedatura di 58.000 ebrei o supposti tali messa in atto dal governo fascista nel 1938, i registri-matricola delle carceri italiane con i nomi degli ebrei arrestati, i documenti del Ministero dell’Interno reperiti per le Procure tedesche nell’ambito dei processi a criminali nazisti che avevano operato in Italia.
L’analisi di questo complesso documentario portò alla luce nuovi nomi e nuovi dati. Nel 1986 il Cdec ricevette in dono un raro e prezioso computer che dette una svolta alla ricerca: i dati fino ad allora reperiti furono fatti confluire in un innovativo data base creato con l’aiuto dell’ingegnere informatico Alfonso Sassun. L’esito della ricerca sui nomi è stato pubblicato nel 1991 dalla casa editrice Mursia […], che ha visto successive numerose edizioni. La vasta diffusione del libro permise a parenti e amici delle vittime di entrare in contatto diretto con il Cdec e con l’elenco stesso.
Segnalazioni e integrazioni, inizialmente assai numerose, non sono nel corso degli anni mai cessate, segno dell’interesse costante da parte della società civile e della comunità ebraica verso il proprio passato. Poiché nuovi dati e completamenti ci vengono ancora comunicati, l’elenco non si può considerare definitivo ma un continuo working progress. Il Cdec con i due monumenti: Il libro della memoria e questo sito “I nomi della Shoah Italiana” ha inteso da una parte soddisfare la ricerca storica e dall’altra onorare la memoria delle vittime.
Chi avesse informazioni, notizie o fotografie in tema, può segnalarle qui.
Moby Prince: i vent’anni della vergogna raccontati da Luigi Grimaldi
StandardI vent’anni di vergogna dalla strage della Moby Prince sono raccontati qui da Luigi Grimaldi, sul blog Cado in piedi. Una vergogna che passa da queste affermazioni, su cui un indignato Grimaldi apre il suo post:
Per raccontare la tragedia del Moby Prince del 10 aprile ’91, una strage negata, partiremo dalla fine: dal più recente atto giudiziario inerente la vicende e risalente solo a qualche mese fa. L’ultimo, dopo 20 anni di inutili indagini e processi. Partiremo cioè da una sconcertante osservazione conclusiva, messa nero su bianco, dai magistrati livornesi che hanno chiesto e ottenuto l’archiviazione dell’inchiesta-bis: “La ricostruzione della dinamica dell’evento può apparire – come si è più volte sottolineato – banale nella sua semplicità, e dunque non accettabile emotivamente, prima che razionalmente, sopratutto in considerazione dell’enorme portata delle conseguenze che ne sono derivate in termini di perdita di vite umane”.
140 morti, nessun colpevole, niente misteri e traffici di armi, niente operazioni segrete relative alla appena terminata guerra del Golfo; semplicemente nebbia combinata con errori nella condotta di navigazione del traghetto. La ricostruzione della semplice “banalità” del disastro è stata resa possibile solo grazie all’esistenza di un elemento senza precedenti: un particolare banco di nebbia.
Continua qui. E per approfondire questa e altre vicende, si provi a leggere 1994 – L’anno che ha cambiato l’Italia, uscito l’anno scorso per i tipi di Chiarelettere e scritto da Grimaldi insieme a Luciano Scalettari.
Dal Fatto: ecco perché la nebbia avvolge ancora 140 morti. La ricostruzione del caso Moby Prince
StandardLe due pagine centrali del Fatto Quotidiano di oggi sono dedicate all’anticipazione di un libro di prossima uscita per i tipi di Chiarelettere. Si intitola 1994, è stato scritto da Luciano Scalettari e Luigi Grimaldi e ricostruisce la storia della Moby Prince, il traghetto andato a fuoco il 10 aprile 1991 uscendo dal porto di Livorno. Furono 140 le vittime (qui l’elenco) e, proprio perché le inchieste non hanno fornito risposte, a tutt’oggi rimangono diversi punti da chiarire: la nebbia, le tracce di esplosivo – T4 – trovato a bordo, il ritardo nei soccorsi, l’unico sopravvissuto che cambia idea. Di tutto questo parla il lungo estratto pubblicato oggi e parla anche dei collegamenti – che vanno ben oltre la nave XXI Ottobre II della Shifco presente nella rada toscana – con il caso di Ilaria Alpi.
Per leggere più nel dettaglio, da qui si può scaricare quanto pubblicato dal Fatto (formato pdf, 575KB). Qui invece si trova online solo il primo pezzo.