Dalla Lituania e dalla Bielorussia all’Azerbaijan. È una linea immaginaria divenuta un documentario per il web, Transkraïna, aux confins de l’ex-Urss, pubblicato dall’edizione online di Le Monde e realizzato dal giornalista con base a Istanbul Alexandre Billette e dal fotografo Hervé Dez.
unione sovietica
“Our Lenin”: era il 1934 quando il partito comunista degli Stati Uniti d’America tradusse il libro a fumetti di propaganda sovietica
StandardDal 1934 il libro Our Lenin, propaganda sovietica a fumetti per bambini e ragazzi tradotta dal partito comunista degli Stati Uniti d’America.
English Russia: una serie di scatti a colori dall’epoca dell’Unione Sovietica
StandardProfessional Photos of the Soviet Epoch (con ulteriori immagini a colori rispetto a quella pubblicata qui sopra) su English Russia.
Hidden Europe: le foto di Ms Larsen per raccontare alcuni aspetti a Est del vecchio continente
StandardHidden Europe è un percorso fotografico di Ms Larsen pubblicato su E – Il mensile di Emergency. Si tratta di questo:
Una breve sessione in pellicola dedicata all’Europa nascosta, nata dall’amore per i Paesi un tempo parte di quella che oggi è l’ex Unione Sovietica rappresentati in questa gallery dalla Lituania, il Paese baltico che più ha pagato il prezzo dell’oppressione sovietica e dall’enclave di Kaliningrad, avamposto in Russia circondato dai Paesi della comunità europea.
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“I giornalisti che ribaltarono il mondo”: la storia della Ips, l’agenzia di stampa che ha dato voce a chi non ce l’aveva
StandardRoberto Savio è stato uno dei fondatori di Media Watch Global e con il mondo dell’informazione ha parecchio a che fare. In proposito ecco che esce in questi giorni il suo I giornalisti che ribaltarono il mondo (Nuovi Mondi). Partendo dalla constatazione della potenza delle agenzie di stampa nell’indirizzare l’attenzione su determinate notizie e dunque la visione di quello che accade nel pianeta, si racconta questo:
Negli anni ’60, lanciandosi in un’avventura da molti considerata utopistica, un gruppo di giornalisti decise di creare un’agenzia internazionale che desse voce a chi non l’aveva – dai Paesi del Terzo Mondo ad attori marginalizzati, come le donne – privilegiando temi globali come l’ambiente, i diritti umani e la giustizia internazionale. Il loro intento era focalizzarsi non tanto sull’analisi dei singoli avvenimenti, quanto sui processi di fondo che costituiscono l’unica vera chiave di lettura di uno scenario politico internazionale in perenne e rapida evoluzione.
Nacque così la Inter Press Service, che oggi vanta 50 milioni di pagine Internet lette ogni mese, in 27 lingue, ed è considerata la principale fonte d’informazione indipendente sui Paesi in via di sviluppo, a cui attingono oltre 5000 mezzi di comunicazione in tutto il mondo. Ma raggiungere questo traguardo è stato possibile solo dopo una lotta aspra e su più fronti con il giornalismo “istituzionale”. Il Dipartimento di Stato americano inviò istruzioni a tutte le ambasciate affinché si adoperassero per la chiusura degli uffici IPS nei loro Paesi. Anche la TASS, l’agenzia di stampa ufficiale dell’Unione Sovietica, mise in piedi una feroce campagna ai danni dell’agenzia. Le agenzie tradizionali, europee e americane, fecero la loro parte.
Il testo a introduzione del volume prosegue qui.
La maternità e un aspetto sconosciuto della storia sovietica
StandardGlobal Voices pubblica e traduce l’articolo di Veronica Khokhlova intitolato Russia: ricordi e commenti dei blogger sugli ospedali di maternità sovietici:
Lo scorso dicembre, Sinisa Boljanovic ha tradotto alcune strazianti storie di parti [in] scritte anonimatamente da donne serbe e pubblicate sul sito vincitore del premio [in] “Mother Courag”, avviato e curato dalla blogger serba Branka Stamenkovic/Krugolina Borup.
A maggio su LiveJournal il blogger russo germanych ha chiesto alle sue lettrici di condividere le proprie esperienze nel partorire in Unione Sovietica. Mentre l’iniziativa “Mother Courage” di Branka Stamenkovic era un tentativo di cambiare la situazione in meglio, l’intento del blogger russo è stato quello di documentare un capitolo poco conosciuto della storia sovietica.