“I giornalisti che ribaltarono il mondo”: la storia della Ips, l’agenzia di stampa che ha dato voce a chi non ce l’aveva

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I giornalisti che ribaltarono il mondo di Roberto SavioRoberto Savio è stato uno dei fondatori di Media Watch Global e con il mondo dell’informazione ha parecchio a che fare. In proposito ecco che esce in questi giorni il suo I giornalisti che ribaltarono il mondo (Nuovi Mondi). Partendo dalla constatazione della potenza delle agenzie di stampa nell’indirizzare l’attenzione su determinate notizie e dunque la visione di quello che accade nel pianeta, si racconta questo:

Negli anni ’60, lanciandosi in un’avventura da molti considerata utopistica, un gruppo di giornalisti decise di creare un’agenzia internazionale che desse voce a chi non l’aveva – dai Paesi del Terzo Mondo ad attori marginalizzati, come le donne – privilegiando temi globali come l’ambiente, i diritti umani e la giustizia internazionale. Il loro intento era focalizzarsi non tanto sull’analisi dei singoli avvenimenti, quanto sui processi di fondo che costituiscono l’unica vera chiave di lettura di uno scenario politico internazionale in perenne e rapida evoluzione.

Nacque così la Inter Press Service, che oggi vanta 50 milioni di pagine Internet lette ogni mese, in 27 lingue, ed è considerata la principale fonte d’informazione indipendente sui Paesi in via di sviluppo, a cui attingono oltre 5000 mezzi di comunicazione in tutto il mondo. Ma raggiungere questo traguardo è stato possibile solo dopo una lotta aspra e su più fronti con il giornalismo “istituzionale”. Il Dipartimento di Stato americano inviò istruzioni a tutte le ambasciate affinché si adoperassero per la chiusura degli uffici IPS nei loro Paesi. Anche la TASS, l’agenzia di stampa ufficiale dell’Unione Sovietica, mise in piedi una feroce campagna ai danni dell’agenzia. Le agenzie tradizionali, europee e americane, fecero la loro parte.

Il testo a introduzione del volume prosegue qui.

Freedom of information act: un nuovo progetto Usa per promuovere l’accesso agli atti pubblici

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FOIA ProjectA proposito di trasparenza sugli atti pubblici dall’altra parte dell’oceano Atlantico, Lsdi racconta di un nuovo sito web Usa [che] rilancia il movimento:

Si tratta del sito FOIA Project, che punta in particolare ad “accrescere la trasparenza del processo con cui il governo Usa nega determinate informazioni”. Il progetto – riporta Businessjournalism.org – è stato sviluppato dal Transactional Records Access Clearinghouse (TRAC) con il sostegno della Syracuse University e un finanziamento del CS Fund/Warsh-Mott Legacy.

Il sito spiega che “scopo finale del progetto è denunciare tutti coloro che violano la legge creando un nuovo tipo di sanzioni: una ampia e continua denuncia pubblica per eliminare la cortina di segretezza di fatto dietro cui si nascondono coloro che negano illegalmente la diffusione di informazioni”.

Inizialmente, il sito renderà pubblici i vari casi di ricorso contro il governo nelle varie corti distrettuali cercando di provvedere nei modi possibili alla raccolta e diffusione dei documenti al centro delle controversie. Dal sito è possibile accedere al database che contiene i vari casi, Stato per Stato, ma è stata realizzata anche una mappa.

Per ulteriori informazioni sul freedom of information act, si veda il materiale informativo pubblicato sul sito del dipartimento di Stato americano.