A Bologna “Una città per gli archivi” diventa realtà: online i documenti dei primi 55 fondi documentali. Entro l’anno saranno 200 mila

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Una citta' per gli archivi

Di Una città per gli archivi se n’era già parlato tempo fa, quando era stata annunciata. Adesso il progetto, che mira a inventariare, restaurare e sistemare in ambienti idonei circa 150 fondi documentali pubblici e privati mettendoli a disposizione in rete, diventa realtà con “la pubblicazione delle centinaia di schede descrittive relative a 55 archivi e delle riproduzioni digitali di una parte consistente della loro documentazione”. Un’occhiata la si può dare consultanto l’elenco alfabetico degli archivi. Inoltre, nei prossimi mesi, è prevista la messa online di nuovo materiale fino a raggiungere i 200 mila documenti. Intanto, sulla strage di Ustica, sono consultabili due mostre virtuali: la prima raccoglie materiale rinvenuto negli archivi di Daria Bonfietti e dell’Associazione vittime mentre la seconda è un percorso iconografico che si dipana nei manifesti del gruppo che riunisce i parenti.

Bologna, una “città per gli archivi” che contiene i documenti di Ustica e della strage alla stazione

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30° anniversario della strage della stazione di Bologna - Foto di Radio Città del CapoLa sintesi migliore della giornata l’ha data Daria Bonfietti, presidentessa dell’associazione delle vittime della strage di Ustica del 27 giugno 1980. “È giunto il momento di passare da una memoria condivisa a una memoria documentata”. E Bologna – attraverso il lavoro di documentazione sugli eventi stragisti svolto in primis dalle associazioni – si candida a diventare una capitale (almeno italiana) dell’accesso a documenti e atti. Accadrà con l’inventariazione e la messa online di fondi finora di difficile consultazione.

Di questo si è discusso al recente convegno Archivi negati. Archivi “supplenti”. Le fonti per la storia delle stragi e del terrorismo, ospitato nella cappella Farnese di Palazzo d’Accursio, dove ha sede il Comune di Bologna. Ed è stata l’occasione per fare il punto di un progetto in fase d’arrivo che spazia oltre i documenti della strategia della tensione. Un punto che si è esteso a raggiera sui temi più caldi di quel periodo, come il segreto di Stato e l’accesso ad archivi “sensibili”, tra cui quelli dei servizi segreti. E che ha chiesto risposte a Massimo D’Alema, presente in qualità di presidente del Copasir (il comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica). “Trent’anni per il segreto di Stato? Vedremo che non si vada oltre, ma dipende se coinvolge nazioni amiche o alleate. Noi però abbiamo poteri limitati, è il governo che decide”.

Bologna diventa “una città per gli archivi”

Focus del convegno è stato un progetto iniziato nel 2007, Una città per gli archivi, che mira a inventariare, restaurare e sistemare in ambienti idonei circa 150 fondi documentali pubblici e privati. Si parla di materiale cartaceo, cartografico, audio e video che arriva dall’archivio di Stato e da quello comunale, dalla biblioteca dell’Archiginnasio, da partiti, sindacati, associazioni e famiglie per un totale di 5 milioni di documenti a cui hanno lavorato un’ottantina di archivisti, supportati da strumentazione informatica di archiviazione.
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