“La tredicesima ora” di Carlo Lucarelli scompare dai palinsesti Rai e i telespettatori lanciano una petizione perché torni in onda

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La tredicesima ora

La trasmissione La tredicesima ora di Carlo Lucarelli è andata in onda dal 25 aprile al 13 giugno su Rai3, in seconda serata. Ha raccontato storie di mafie, caporalato, terrorismo, violenza sulle donne, traffico di esseri umani e sfruttamento della prostituzione e ha ottenuto buoni riscontri, sia un termini di share che di crtica. Ma alla presentazione dei nuovi palinsesti ecco la sorpresa: non si andrà più in onda e, al momento, non è stato addotto alcun motivo. Ora, grazie ai telespettatori, parte la petizione per chiederne il ritorno. Ecco alcuni dei motivi di chi l’ha lanciata:

Questa è l’informazione, la documentazione, la narrazione delle storie delle persone che hanno lottato per la dignità, il riscatto, una vita migliore alle quale Lucarelli e i suoi collaboratori ci hanno resi vicini. Storia contemporanea e memoria d’Italia che vorremmo ancora poter ancora vedere, condividere con “La tredicesima ora” come atto di buona cittadinanza, come segno di civiltà, come possibilità di formazione e informazione. La Rai, in quanto servizio pubblico, non può e non deve esimersi dal fornire ai suoi cittadini forme di giornalismo che siano coerenti con la sua mission, che siano informazione reale, approfondimento e non solo episodica cronaca. La Rai in quanto pubblica dovrebbe essere portatrice dei valori di verità e di libera informazione oltre che parte della società civile e civica di questo nostro Paese.

Per chi volesse sottoscrivere consentendoci di tornare in onda può farlo cliccando qui.

“La tredicesima ora”: questa sera Lucarelli racconta la storia di Lucia Annibali, simbolo della violenza contro le donne

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La tredicesima ora

Ottava e ultima puntata per la trasmissione La tredicesima ora di Carlo Lucarelli. Questa sera alle 23 circa, su RaiTre, raccontiamo la storia di Lucia Annibali:

[È] la giovane donna che nell’aprile del 2013 è stata sfigurata con l’acido da due uomini su ordine del suo ex compagno. L’avvocatessa di Pesaro, proprio per il coraggio e la forza con cui ha reagito alle terribili conseguenze fisiche e psicologiche dell’aggressione, è diventata il simbolo di tutte quelle donne che si ribellano alla violenza maschile che troppo spesso finisce con quello che abbiamo cominciato a chiamare “femminicidio”.

L’8 marzo di quest’anno, infatti, ha ricevuto dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, l’onorificenza di Cavaliere. Attraverso la testimonianza in prima persona di questa donna coraggiosa il racconto della possibilità di una seconda vita. Lucia è riuscita a trasformare un avvenimento terribile, che l’ha cambiata profondamente, in una scelta di riscatto e di amore per se stessa e per gli altri.

“La tredicesima ora”: la storia di Marina, ferita nella strage di Bologna, che da vittima diventa testimone degli effetti del terrorismo

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La tredicesima ora giunge alla sua settima puntata, la penultima. Stasera, alle 23.05, sempre su RaiTre, Carlo Lucarelli racconta la storia di Marina Gamberini, sopravvissuta alla strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980:

Una storia vissuta in prima persona, che lascia segni indelebili nel corpo e nell’anima. Marina Gamberini si è trovata coinvolta in uno dei capitoli più terrificanti della nostra storia collettiva. Quando aveva vent’anni lavorava come impiegata in una società che aveva la sede all’interno della stazione di Bologna. Il 2 agosto del 1980 Marina è alla stazione quando alle dieci e venticinque una bomba con ventitré chili di esplosivo, nascosta nella sala d’aspetto di seconda classe, esplode uccidendo ottantacinque persone. I feriti saranno più di duecento. Una fotografia la ritrae nel momento in cui viene tirata fuori dalle macerie e diventa subito il simbolo stesso della strage di Bologna.

Il suo strazio fa il giro del mondo. Attraverso il racconto della protagonista la vicenda di una donna che si è portata dentro una esperienza devastante sino a maturare una scelta: ha deciso di non essere più una vittima ma una testimone per trasmettere alle nuove generazioni l’orrore ma anche la dignità delle vittime: la “voce” di un Paese ferito da uno degli episodi più tragici della nostra storia recente che ancora adesso resta, almeno in sede giudiziaria, senza un mandante e senza un perché.

Update 7 giugno 2014: per chi volesse, qui è stata pubblicata la versione integrale della puntata.

“La tredicesima ora”: stasera Carlo Lucarelli racconta su RaiTre la storia di Samia, in fuga da uno stato di guerra permanente

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Questa sera alle 23.10, su RaiTre, va in onda una nuova puntata della trasmissione di Carlo Lucarelli, La tredicesima ora. È la storia di Samia Yusuf Omar e viene presentata con queste parole:

Ci sono storie che fanno piangere e fanno arrabbiare e ci sono storie che danno speranza, con un’eccitazione che ti accende della voglia di fare qualcosa. Ci sono storie che ti fanno conoscere un altro mondo e ci sono storie che ti fanno amare qualcuno, di un amore tenero, struggente e profondo. Ci sono storie che fanno tutto questo insieme, e ci sono anche storie che fanno ridere, ma purtroppo non è questo il nostro caso.

Questa è la storia di una giovane donna, una piccola guerriera che odia la guerra, che vive in un mondo di terrore ma che non ha paura, che corre veloce come il vento per raggiungere un sogno, una giovane donna, no, una ragazza, di più, quasi una ragazzina meravigliosa che si chiama Samia. È una storia che non si può non raccontare. Lo hanno fatto altri, lo ha fatto uno scrittore italiano con un libro bellissimo, proviamo a farlo anche no.

E il libro è Non dirmi che hai paura di Giuseppe Catozzella (Feltrinelli, 2014).

“La tredicesima ora”: a 22 anni da Capaci, il tributo alle vittime delle mafie con la storia di Lea Garofalo e di sua figlia Denise

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Sono trascorsi ventidue anni dalla strage di Capaci in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. E non è un caso che stasera, alle 23.05 (Rai3), si torni a parlare di mafie (non cosa nostra in questo caso, ma ‘ndrangheta) e in particolare si parli della vicenda di Lea Garofalo, uccisa a Milano il 24 novembre 2009, e di sua figlia Denise. Che la sua storia e quella di sua madre la racconterà lei stessa in un’intervista in esclusiva rilasciata alla trasmissione La tredicesima ora di Carlo Lucarelli. Ecco come viene presentata la puntata di questa sera:

La storia di due donne coraggiose, una scelta radicale. Due giovani donne, madre e figlia che si sono ribellate alla cultura della mafia: Lea Garofalo e Denise. Lea Garofalo è cresciuta in un contesto criminale. Suo fratello è un boss che gestisce gli affari di una ‘Ndrina a Milano di cui fa parte anche il padre di sua figlia e suo ex compagno, Carlo Cosco. Lea desidera per Denise, che ha avuto a soli 17 anni, una vita diversa dalla sua, senza violenza, menzogna e paura. Nel 2002 decide di collaborare con la giustizia e viene sottoposta, con sua figlia, al regime di protezione.

Lea racconta ai magistrati i loschi affari dell’ex compagno e del suo clan. Dopo aver vissuto in solitudine, sotto false identità, cambiando continuamente residenza, nel 2009 Lea esce definitivamente dal sistema di protezione sfiduciata dalle Istituzioni ed esasperata dalle continue pressioni dei Cosco. Sfugge anche a un tentativo di sequestro ma verrà attirata dal suo ex compagno a Milano con la scusa di voler parlare del futuro della loro figlia Denise.

Il 24 novembre del 2009, dopo essere stata torturata, viene strangolata da Carlo Cosco. Quel che resta del suo corpo, dopo essere stato bruciato, viene sepolto in un terreno vicino Monza. Denise, dopo la scomparsa di Lea, capisce che suo padre, con cui è andata a vivere, le sta mentendo. Con lo stesso coraggio di sua madre si reca da un magistrato rendendo possibile l’apertura delle indagini e il processo contro suo padre e i suoi complici. Da allora continua a vivere sotto protezione.

“La tredicesima ora” di Lucarelli: stasera la terza puntata con la storia di Isoke Aikpitanyi e della sua lotta contro la tratta di esseri umani

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Torna su RaiTre questa sera alle 23.05 la trasmissione La tredicesima ora di e con Carlo Lucarelli. La storia e la svolta di questa terza puntata sono quelle di Isoke Aikpitanyi:

Isoke Aikpitanyi è un ragazza nigeriana, di Benin City, che decide di lasciare la sua famiglia per cominciare una nuova vita in un paese europeo. Il suo è il sogno di una vita normale: un lavoro, una casa e anche la possibilità di aiutare la famiglia. Ma la scelta di partire si rivela una trappola. Isoke si ritrova a Torino di notte, sola e spaventata. Ad attenderla, una donna del suo paese dall’aspetto gentile che ben presto si rivela uno dei suoi aguzzini. Isoke deve prostituirsi. Notte e giorno, sette giorni su sette, in stato di gravidanza o subito dopo un aborto. La ragazza subisce una inaudita violenza fisica e psicologica. Isoke e le altre sono ricattate e minacciate di morte insieme alle loro famiglie. Devono restituire i soldi del viaggio e per la permanenza in Italia.

Isoke, dopo anni di sofferenze, decide di ribellarsi e scappare. Con l’aiuto di un italiano, che poi diventerà suo marito, e insieme ad altre persone fonda un’associazione che si occupa di assistere le vittime della tratta. Il progetto “La ragazza di Benin City” sembra portare ad una conclusione a lieto fine, ma come Isoke, sulla strade italiane, ci sono migliaia di donne vittime del traffico di essere umani.

Nelle due puntate precedenti abbiamo raccontato le storie di Yvan Sagnet, che ha dato vita alla rivolta dei braccianti di Nardò (video integrale), e di Catello Maresca, il magistrato che ha stroncato la latitanza durata 16 anni del boss casalese Michele Zagaria (video integrale).

“La tredicesima ora”: da stasera Carlo Lucarelli torna su Raitre per raccontare otto storie. Si parte con la rivolta di Nardò

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Parte stasera su Raitre la prima della otto puntate della trasmissione La tredicesima ora di Carlo Lucarelli. Finalmente, dunque, torniamo in onda e stavolta con un progetto nuovo a cui ha collaborato uno staff già ben rodato nelle passate esperienze. Otto storie, quindi, otto racconti personali che consentono di aprire una finestra su mondi più ampi che comprendono caporalato, tratta di esseri umani, terrorismo, carcere, criminalità organizzata, stragi del mare e violenza sulle donne. Si inizia alle 22.50 con la vicenda di Yvan Sagnet e della rivolta dei braccianti di Nardò.

“Lucarelli racconta” non chiuda: la trasmissione tagliata per ragioni di budget e una petizione per chiedere alla Rai di ripensarci

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Lucarelli Racconta

Raitre cancella Blu Notte di Lucarelli. Per poche decine di migliaia di euro. Ed è vero, rimandando un’eventuale nuova stagione al 2014. E così in rete parte una petizione, CDA RAI, Presidente della RAI, Direttore Generale Rai, Direttore RAI 3: Non chiudete il programma Di Carlo Lucarelli:

Le stragi di Stato, il terrorismo, le mafie, i delitti eccellenti, i tragici giorni del G8, le morti in carcere e sul lavoro, le ecomafie che divorano il territorio. Per quattordici anni Carlo Lucarelli, su Rai 3, ci ha raccontato di misteri ancora irrisolti. Storie nere che pesano come macigni sul nostro passato ma anche sul nostro futuro.

È importante raccontarle, queste storie, per ricordare e interrogare le tante pagine oscure e incomplete che hanno segnato, con tratto indelebile, la storia del nostro Paese. Eppure la trasmissione di Lucarelli è sparita dai palinsesti della Rai.

Non è una buona notizia; non chiudiamolo, questo programma.

Per chi volesse sottoscrivere la petizione, il link è questo.

“Prima che vi uccidano”: a Trieste dal 17 al 19 settembre omaggio a Giuseppe Fava e all'”idea di un’isola”

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All’interno della rassegna I mille occhi, il festival internazionale del cinema e delle arti in programma a Trieste dal 14 al 20 settembre prossimi, ci sarà l’omaggio Prima che vi uccidano. Giuseppe Fava, idea di un’isola dedicato al giornalista e autore siciliano ucciso a Catania il 5 gennaio del 1984. Progetto nato dalla collaborazione tra il festival, Nomadica, Fondazione Fava, Fuori Orario (RaiTre) con l’intervento del Coordinamento Fava di Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa, si compone di una serie di appuntamenti distribuiti tra il 17 e il 19 settembre. E in particolare quest’esperienza ha una sua origine specifica:

Nel 1979, Mario Giusti, già direttore del teatro Stabile di Catania che Giuseppe Fava stava rinnovando con le sue opere, diviene responsabile della programmazione della Terza Rete siciliana della RAI per la quale commissiona, su proposta dello stesso Fava, sei episodi televisivi che raccontino “gli aspetti più agghiaccianti dell’isola”. Dall’intera opera di Giuseppe Fava – dalle inchieste, dal teatro, dai romanzi – nasce questo nuovo “processo alla Sicilia”, in 16mm, tra teatro e documentario, dal titolo “Siciliani”. Un lungo viaggio nell’isola la cui regia fu affidata a Vittorio Sindoni (che portò con se Riz Ortolani per la colonna sonora): dalla vecchia alla nuova mafia (Da Villalba a Palermo. Cronache di mafia), lo scandalo dei terremotati della Valle del Belice (L’occasione mancata), la miseria in cui i bambini vengono fatti emigranti (La rivoluzione mancata), i “paesi buoni” senza criminalità ma “morti” (La conversazione mai interrotta), la devastazione delle industrie e la beffa delle miniere (Opere Buffe), l’emigrazione forzata (Gaetano Falsaperla, emigrante). Le sei puntate vennero trasmesse in diffusione nazionale nel 1982, per poi cadere nell’oblio. Riscopriamo così, a trent’anni di distanza, la visione di Giuseppe Fava, la sua “idea di un’isola” – per citare il film di Rossellini – costruita e ridata attraverso l’uso del mezzo cinematografico.

Per il programma dedicato all’omaggio a Fava si veda qui mentre per quello dell’intero festival il link è questo.