Domani: “Sorci verdi”, leghisti di carta per storie di (dis)umanità e di ordinaria xenofobia

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Sorci verdiSono come ve li immaginereste. I “sorci verdi” di cui si parla nell’omonima antologia appena pubblicata da Edizioni Alegre non vanno tuttavia confusi con i tre topi raffigurati nell’immagine a simbolo della 205 squadriglia della regia aeronautica, anno del Signore 1936. Sono invece quelli del sole delle Alpi, strappato in senso figurato alla sky line delle più belle vette del nord Italia per essere appiccicato sui piastrellati di scuole padane, nei parchi dove giocano i figli dei lavuratur polentoni o nelle piazze di celtiche velleità.

Sì, “Sorci verdi” sono “storie di ordinario leghismo”, come recita il sottotitolo del volume, firmato da Giulia Blasi, Annalisa Bruni, Giuseppe Ciarallo, Giovanna Cracco, Alessandra Daniele, Girolamo De Michele, Valerio Evangelisti, Angelo Ferracuti, Fabrizio Lorusso, Davide Malesi, Stefania Nardini, Valeria Parrella, Walter G. Pozzi, Alberto Prunetti, Stefano Tassinari, Massimo Vaggi, Lello Voce. Storie che appartengono alla narrativa, ma che dalla realtà non sembrano discostarsi più di tanto. Intanto per un aspetto: molti degli scrittori che hanno accettato l’invito di Edizioni Aleghe fanno parte di autori messi all’indice dalle amministrazioni leghiste.

Domani di Maurizio ChiericiNel recentissimo passato vari sono stati infatti gli episodi in cui le biblioteche comunali avrebbero dovuto sbarazzarsi di firme ritenute poco gradite per ordine superiore. In alcuni casi perché “accusati” di sostenere reduci degli anni di piombo come Cesare Battisti e dunque accusati di fiancheggiare logiche terroristiche poco realistiche. Oppure, in altri, perché a mezzo stampa (o più spesso web) avevano osato criticare le venature neanche così marginali di razzismo, omofobia e forme varie di intolleranza.
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Paginauno: cinque articoli per raccontare un romanzo mai scritto sugli anni Novanta

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Il romanzo mai scritto sugli anni NovantaWalter G. Pozzi, già citato da queste parti, firma cinque articoli che compongono un romanzo mai scritto sugli anni Novanta (Paginauno), ispirato alla richiesta di archiviazione di Sistemi criminali, procedimento penale 2566/98 del tribunale di Palermo. Questo l’elenco dei pezzi:

Da qui si può scaricare il pdf completo dei cinque testi (740 KB).

“Altri destini. Una storia degli anni Settanta”: non si sta bene sotto le coperte calde dell’ignoranza

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Altri destini di Walter G. PozziAltri destini. Una storia degli anni Settanta è un romanzo che ruota intorno (e va oltre) gli anni di piombo. Scritto da Walter G. Pozzi, direttore editoriale della rivista di analisi politica Paginauno (che pubblica anche il libro), è una dimostrazione di quanto si poteva leggere sui giornali della seconda di metà di aprile 2011, dopo la comparsa dei manifesti che “inneggiavano” all’epurazione delle “Br dalle procure”: i conti con quel periodo di storia non sono ancora chiusi.

Se non lo sono per i figli o i genitori delle vittime degli anni di piombo (e, talvolta, nemmeno per le generazioni successive, come testimoniano le parole di Vittorio Occorsio, 23 anni, nipote dell’omonimo magistrato ucciso nel 1976 dal nero Pierluigi Concutelli, pronunciate all’indomani della sua recente scarcerazione), non lo è nemmeno per la memoria storica collettiva.

Il romanzo di Pozzi tenta di fare i conti, con questa memoria storica, muovendosi sul crinale del tempo con balzi tra il passato e il presente, innescati da un maglione insanguinato negli anni Settanta e mai più lavato. Un morto assassinato senza giustizia diventa dunque il pretesto per riaprire un capitolo. E anche il capitolo specifico – il processo 7 aprile, contro una presunta (e mai dimostrata, anzi, smentita dalle sentenze) super cupola dell’eversione rossa – sembra un pretesto al pari del maglione insanguinato.
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Anni Settanta: nuovi libri ne parlano e diventano anche una raccolta poetica

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1977 di Gianni D'EliaBen più che se si celebrasse un anniversario specifico, con l’inizio del 2011 stanno uscendo libri che tornano sugli anni Settanta. Dopo due uscite di cui si parlava qui e qui – il romanzo di Altri destini di Walter G. Pozzi (PaginaUno) e il saggio, con ottica più ampia rispetto a quel decennio in senso stretto, Democrazia proletaria. La nuova sinistra tra piazze e palazzi di William Gambetta (Edizioni Punto Rosso) – adesso è la volta di una raccolta poetica intitola 1977 di Gianni D’Elia (Sigismundus) con prefazione di Roberto Roversi:

d’autunno, d’inverno, di primavera, d’estate, sveglio e addormentato non accetto, odio tutto ciò tutto ciò che in noi ha inculcato il passato da schiavi tutto ciò che in uno sciame meschino s’è calato e depositato come vita quotidiana anche nella nostra schiera di bandiere rosse

io che avrei voluto essere senza io mi trovo costretto a lottare nello squallore piccolo borghese senza slanci di questa italietta dove la musica è bandita dove sghignazzano le bande d’ogni colore dove l’arte vera ch’è la vita sognata è una bestemmia

Peraltro va segnalato che Sigismundus debutta con questo libro e con un altro testo, La rimozione, di Davide Nota.

“Altri destini”, da PaginaUno un romanzo sugli anni Settanta e il processo 7 aprile

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Altri destiniLa rivista PaginaUno, bimestrale di analisi politica, cultura e letteratura, ha anche una collana, “Narrativa”, all’interno della quale è contenuto il romanzo Altri destini – Una storia degli anni Settanta scritto da Walter G. Pozzi:

Dal casuale ritrovamento in un armadio di un maglione sporco di sangue, inizia il viaggio a ritroso nel tempo dell’introverso e disimpegnato Roman Zeri; un viaggio che lo porta a indagare sulla vita di suo padre Max, coraggioso direttore di un settimanale indipendente, e sugli oscuri motivi che lo hanno scaraventato in una storia kafkiana fatta di arresti, interrogatori e processi. Un susseguirsi di colpi di scena scandisce il percorso, anche interiore, di Roman, il quale, scartabellando tra vecchi documenti, fotografie del passato e ritagli di giornali, entra in contatto con una realtà che fino a quel momento aveva ritenuto impensabile. Sullo sfondo della vicenda, la nostra Storia, quella tragica e tuttora irrisolta degli “anni di piombo”, delle manifestazioni, degli scontri con le forze dell’ordine, del “terrorismo”, delle bugie di Stato, del processo “7 aprile”, della violenza che ha stravolto le vite di tutti. E cambiata risulterà anche l’esistenza di Roman, la sua visione del mondo, la prospettiva con la quale guarderà al suo futuro, tanto da esclamare, al culmine di una profonda crisi di coscienza: “Non si sta bene sotto le coperte calde dell’ignoranza”.

Per saperne di più, si può ascoltare la trasmissione di Radio Sherwood Sapevatelo che ha ospitato l’autore o leggere l’intervista realizzata da Giuseppe Ciarallo.