“Nuova rivista letteraria”, il semestrale di letteratura sociale fondato da Stefano Tassinari: esce il numero di maggio 2013

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Nuova rivista letteraria

La Nuova rivista letteraria è il semestrale di letteratura sociale fondato da Stefano Tassinari ed esce ora il settimo numero, quello di maggio 2013. Tanti gli interventi presenti, tra cui quelli di Wu Ming 1, Girolamo De Michele, Tommaso De Lorenzis, Alberto Sebastiani, Alberto Prunetti e Serge Quadruppani. Ce n’è anche uno scritto da queste parti su instant book e narrativa del presente. Qui le informazioni per acquistare la rivista o per abbonarsi.

Domani: “Sorci verdi”, leghisti di carta per storie di (dis)umanità e di ordinaria xenofobia

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Sorci verdiSono come ve li immaginereste. I “sorci verdi” di cui si parla nell’omonima antologia appena pubblicata da Edizioni Alegre non vanno tuttavia confusi con i tre topi raffigurati nell’immagine a simbolo della 205 squadriglia della regia aeronautica, anno del Signore 1936. Sono invece quelli del sole delle Alpi, strappato in senso figurato alla sky line delle più belle vette del nord Italia per essere appiccicato sui piastrellati di scuole padane, nei parchi dove giocano i figli dei lavuratur polentoni o nelle piazze di celtiche velleità.

Sì, “Sorci verdi” sono “storie di ordinario leghismo”, come recita il sottotitolo del volume, firmato da Giulia Blasi, Annalisa Bruni, Giuseppe Ciarallo, Giovanna Cracco, Alessandra Daniele, Girolamo De Michele, Valerio Evangelisti, Angelo Ferracuti, Fabrizio Lorusso, Davide Malesi, Stefania Nardini, Valeria Parrella, Walter G. Pozzi, Alberto Prunetti, Stefano Tassinari, Massimo Vaggi, Lello Voce. Storie che appartengono alla narrativa, ma che dalla realtà non sembrano discostarsi più di tanto. Intanto per un aspetto: molti degli scrittori che hanno accettato l’invito di Edizioni Aleghe fanno parte di autori messi all’indice dalle amministrazioni leghiste.

Domani di Maurizio ChiericiNel recentissimo passato vari sono stati infatti gli episodi in cui le biblioteche comunali avrebbero dovuto sbarazzarsi di firme ritenute poco gradite per ordine superiore. In alcuni casi perché “accusati” di sostenere reduci degli anni di piombo come Cesare Battisti e dunque accusati di fiancheggiare logiche terroristiche poco realistiche. Oppure, in altri, perché a mezzo stampa (o più spesso web) avevano osato criticare le venature neanche così marginali di razzismo, omofobia e forme varie di intolleranza.
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Il fioraio di Peron: due Argentine unite da una storia. E poi la fine del copyright

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Il fioraio di PeronPubblicando con Stampa Alternativa, di questo libro era da un po’ che sentivo parlare e mi incuriosiva parecchio. Ora è in uscita. Si intitola Il fioraio di Peron ed è stato scritto da un autore davvero bravo, Alberto Prunetti (per averne conferma si provi a leggere il suo Potassa e gli articoli per Carmilla). Ecco di che parla:

L’Argentina di ieri e quella di oggi, unite da una Storia che, tra crisi e trasformazioni, resta pervicace nelle sue linee di fondo e in cui il peronismo riemerge periodicamente quale collante politico e culturale di una nazione. Nazione ben strana, del resto, in cui apparente spensieratezza italiana e apparente tragicità spagnola hanno dato luogo a una curiosa sintesi, che differenzia il paese da tutto il resto dell’America Latina. Il romanzo narra episodi in gran parte veri, ma ciò è irrilevante: ciò che è vero al di là di ogni dubbio è il contesto umano e sociale che, nel narrare la vicenda di un fioraio italiano giunto vicino alle sedi del potere, e quella parallela di un erede che ne cerca le tracce, Alberto Prunetti mette in evidenza. Con un linguaggio terso e incisivo, in cui piccoli dettagli, rapide annotazioni, osservazioni di poche righe assurgono a sintomi di un dramma più vasto. Il simbolo più significativo di tutto ciò è la Casa Rosada, così chiamata – impariamo – perché tinta con sangue bovino all’epoca della costruzione. Un colore tenue e piacevole, dunque, che allude a una crudeltà sempre pronta a trasudare, fatta di prepotenza e pulsioni autoritarie. La complessa realtà argentina non poteva essere descritta meglio.

La fine del copyrightE già che si segnalano libri interessanti (anche se in questo caso per altri motivi), sempre per lo stesso editore sta uscendo anche La fine del copyright di Joost Smiers e Marieke van Schijndel:

Quando sono pochi conglomerati internazionali a controllare saldamente il bene comune della comunicazione e della produzione culturale, è a rischio la democrazia stessa. La libertà di comunicare che spetta a ciascuno di noi e il diritto individuale di partecipare alla vita culturale della propria comunità (come sancito nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani) non possono non indebolirsi davanti al diritto esclusivo assegnato dall’odierno copyright a un pugno di manager e investitori, guidati unicamente dai propri interessi ideologici ed economici.