#StoptheCOISP: scatti e tweet da Ferrara, dove 4 mila persone hanno manifestato in solidarietà alla famiglia di Federico Aldrovandi

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Foto di Marco Trotta

Ferrara, a partire dalle 18, è stata al centro della manifestazione a cui hanno partecipato 4 mila persone in solidarietà alla famiglia di Federico Aldrovandi. È accaduto dopo il sit-in del Coisp, sindacato di polizia, che si è tenuto sotto gli uffici comunali presso cui lavora Patrizia Moretti, la madre del ragazzo per la cui morte, avvenuta nel 2005, sono stati condannati in via definitiva quattro poliziotti, riconosciuti colpevoli del reato eccesso colposo in omicidio colposo. Su Twitter l’hashtag della manifestazione è stato #StoptheCOISP e la foto del Manifesto – donne che chiedono giustizia e rispetto per i loro congiunti, morti dopo essere finiti nelle mani dello Stato – è stata segnalata da Marco Trotta.

Metafore che cambiano e gli zombie come specchio culturale

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Qualcuno con cui essere d’accordo. Luca Tremodala, su Goozo, quando parla dello spirito dei tempi:

Sarà la crisi della politica, sarà questa aria da ancien régime che si fa sempre più opprimente, sarà che percepisco come mai prima la potenza della metafora videoludica. Ma lo zombie sta diventando la, anzi La chiave di lettura.

Per ribadire il concetto si veda anche quando viene riportato nel post Horror, sincero specchio della società di Antonio Sasso su LSDmagazine. Che, dopo aver parlato delle imprese cinematografiche romeriane come della “metafora della rivolta delle classi sociali inferiori sulle classi dominanti, metafora del ghetto e dell’inumanità a cui la società giunge allorquando è costretta a difendersi dal diverso, a sua volta identificato come il ‘mostro'”, rispetto ai nuovi zombie (28 giorni dopo, 28 settimane dopo o Rec) considera:

La nostra, una società individualistica da un lato e omologante dall’altro, produce così la denuncia e il sospetto inconsci, nei suoi individui, che appunto l’individualismo riduca ad una solitudine asfissiante, mentre la massificazione crei dei gruppi indistinti di mostri assetati dal loro unico ed egoistico intento: il consumo, se non addirittura l’affermazione ad ogni costo della propria identità sull’altro.

(Via Marco Trotta)

Bologna: a ottobre due iniziative di dibattito e confronto

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Due iniziative diverse ma interessanti a Bologna di qui ai prossimi giorni. La prima si svolgerà dal 10 al 12 ottobre, la segnala Massimo Danieli e si intitola Tre giorni contro la repressione, la normalizzazione e le nuove forme di disciplinamento dei corpi. Attraverso dibattiti, tavole tematiche e assemblee, questi i presupposti da cui partire:

Obiettivo della tre giorni è tentare di trasformare la crisi della rappresentanza, esemplificata dalle ultime elezioni politiche, ma anche dal bilancio fallimentare di una lunga stagione di commistione di parti del movimento LGBT con partiti e istituzioni, in un’opportunità per l’apertura di una nuova fase di movimento. Il Coordinamento Facciamo Breccia, nato nel 2005 come percorso di mobilitazione permanente fondato su autodeterminazione, laicità e antifascismo, ma non come coordinamento esclusivamente lgbtiq, si assume quindi l’onere di promuovere la tre giorni insieme ai gruppi bolognesi che già hanno indetto l’assemblea cittadina da cui è nata questa proposta.

Gli altri gruppi bolognesi di cui si parla sono, oltre a Coordinamento Facciamo Breccia, Antagonismogay, Fuoricampo e Coordinamento Sylvia Rivera e qui si può scaricare il programma (in formato pdf). Di questa tre giorni si può leggere anche sul blog Rete delle Donne di Bologna.

La seconda iniziativa è invece più prossima: fissata per sabato 4 ottobre a partire dalle 10.30, viene segnalata da Marco Trotta ed è organizzata da Bologna città libera. Si tratta di una giornata seminariale e di presentazione di progetti per la città ed è legata alla neonata lista per le amministrative 2009 ideata da Franco Berardi e Valerio Monteventi. In questo caso, ecco i punti di partenza:

L’dea da cui nasce Bologna Città Libera è quella di sperimentare progetti a carattere fortemente simbolico. E partendo da qui suscitare un’onda di resistenza umana, un’onda progettuale e politica che spazzi via la nebbia della solitudine e che riesca a prendere il tempo della danza per trasformare l’ignoranza in comprensione il panico in condivisione della sofferenza e il rumore in ritmo.