“La tredicesima ora”: stasera Carlo Lucarelli racconta su RaiTre la storia di Samia, in fuga da uno stato di guerra permanente

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Questa sera alle 23.10, su RaiTre, va in onda una nuova puntata della trasmissione di Carlo Lucarelli, La tredicesima ora. È la storia di Samia Yusuf Omar e viene presentata con queste parole:

Ci sono storie che fanno piangere e fanno arrabbiare e ci sono storie che danno speranza, con un’eccitazione che ti accende della voglia di fare qualcosa. Ci sono storie che ti fanno conoscere un altro mondo e ci sono storie che ti fanno amare qualcuno, di un amore tenero, struggente e profondo. Ci sono storie che fanno tutto questo insieme, e ci sono anche storie che fanno ridere, ma purtroppo non è questo il nostro caso.

Questa è la storia di una giovane donna, una piccola guerriera che odia la guerra, che vive in un mondo di terrore ma che non ha paura, che corre veloce come il vento per raggiungere un sogno, una giovane donna, no, una ragazza, di più, quasi una ragazzina meravigliosa che si chiama Samia. È una storia che non si può non raccontare. Lo hanno fatto altri, lo ha fatto uno scrittore italiano con un libro bellissimo, proviamo a farlo anche no.

E il libro è Non dirmi che hai paura di Giuseppe Catozzella (Feltrinelli, 2014).

Voci da Genova 2001: Mantovani (Fandango), Mammano (Stampa Alternativa) e Guadagnucci (Feltrinelli)

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Diaz. Processo alla poliziaManca meno di un mese al decimo anniversario dei fatti di Genova del luglio 2001, quando nel capoluogo ligure si svolse il G8 con il disastro e le violenze che ne seguirono. In vista dei dieci anni, esce per Fandango il libro Diaz. Processo alla polizia, scritto dal giornalista Alessandro Mantovani:

Sabato 21 luglio 2001, ultimo giorno del G8 di Genova, poco prima della mezzanotte, più di 300 operatori delle forze dell’ordine fanno irruzione nel complesso scolastico “Diaz”. In testa c’è il VII nucleo, seguono gli agenti della Digos e della mobile mentre i carabinieri circondano l’edificio. In quella che il comandante Fournier definisce “una macelleria messicana” vengono arrestate e picchiate 93 persone sebbene non abbiano opposto alcuna resistenza, in gran parte si tratta di ragazzi e giornalisti stranieri (per lo più tedeschi, francesi e inglesi) che stanno dormendo.

Il verbale della polizia parla di “perquisizione” perché si sospetta la presenza di black block nell’edificio. La portavoce della questura in conferenza stampa dirà che i 63 referti medici agli atti della polizia giudiziaria sono dovuti a ferite pregresse. Molti dei presunti black block scoprono solo in ospedale di essere stati arrestati per associazione a delinquere finalizzata alla devastazione e al saccheggio, resistenza aggravata e porto d’armi.

Dopo il pestaggio nella scuola e le torture in ospedale, una cinquantina di arrestati vivono l’inferno delle torture nella caserma lager di Bolzaneto. I “prigionieri”, solo dopo diversi giorni vengono rimpatriati nelle proprie nazioni con l’accusa di terrorismo.

Sempre sullo stesso argomento, nella primavera del 2009 era uscito nella collana Senza Finzione di Stampa Alternativa il libro Assalto alla Diaz, firmato da Simona Mammano e di cui s’era già parlato.

Inoltre, a cura di Roberto Laghi, l’intervista audio sempre su Genova 2001 a un altro giornalista, Lorenzo Guadagnucci, autore insieme a Vittorio Agnoletto di L’eclisse della democrazia. Le verità nascoste sul G8 2001 a Genova (Feltrinelli): Una ferita ancora aperta

Genova 2001, l’eclisse della democrazia. Intervista a Lorenzo Guadagnucci by Redazione MicroMega

Wikileaks: libri in arrivo e già arrivati sul progetto di Assange per raccontarne luci e ombre

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Inside WikileaksBooksblog riprende un’anticipazione di Affaritaliani.it in cui si dice che è in uscita per Marsilio l’attesissimo “Inside Wikileaks”. La data di pubblicazione prevista è il 16 febbraio (e a darlo alle stampe è Marsilio) mentre il volume viene presentato in questi termini:

Daniel Domscheit-Berg [l’autore, NdB] è l’ex portavoce di Wikileaks (ha ricoperto la carica fino a settembre 2010) e ha sbattuto la porta per via di profondi disaccordi con il fondatore del sito più discusso degli ultimi mesi. Il suo memoir, dal titolo “Inside WikiLeaks. La mia esperienza al fianco di Julian Assange nel sito più pericoloso del mondo”, anticipa l’uscita (in Italia per Feltrinelli) del libro di Assange stesso […]. Nel suo “Inside Wikileaks”, l’ex portavoce promette di svelare l’evoluzione, i finanziamenti, le tensioni all’interno di Wikileaks, a partire dal suo primo incontro con Assange, datato dicembre 2007. Quanto all’autore, si sa che Daniel Domscheit-Berg, nato in Germania nel 1978, ha ricevuto in regalo il primo computer all’età di otto anni. Terminati gli studi, ha cominciato a lavorare come programmatore. Anche prima del suo coinvolgimento in WikiLeaks è stato un attivo militante del movimento per la libera informazione. Recentemente ha annunciato di essere al lavoro insieme ad altri fuoriusciti da WikiLeaks su OpenLeaks, un sito analogo ma concorrente.

Wikileaks. Il libro dei fatti che non dovevate sapereDi fatto, alla fine dell’anno scorso i più “veloci” erano stati quelli di Editori Riuniti con il libro di Ludovica Amici intitolato Wikileaks. Il libro dei fatti che non dovevate sapere:

La rete è libera e non segue le regole finora conosciute dell’informazione. Wikileaks ne è la dimostrazione più evidente e dirompente. Centinaia di migliaia di documenti segreti hanno messo in imbarazzo i governi di tutto il mondo, a partire dagli Usa, coinvolgendo anche l’amministrazione Obama. Un vero e proprio fenomeno mondiale, che vede milioni di utenti connettersi al portale creato dall’enigmatico Dulian Assange e consultare una mole poderosa di materiale finora sconosciuto – o solo immaginato. Una rivoluzione dell’informazione ai tempi del web 2.0, una finestra finalmente spalancata sugli orrori delle guerre, sui soprusi dei governi e delle multinazionali, sulla corruzione e sul reale funzionamento delle diplomazie. Nulla sarà più come prima dopo Wikileaks.

Non è un paese per vecchie: cronache di un’altra guerra tra poveri

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Non è un paese per vecchieLoredana Lipperini, nel 2007, aveva firmato per Feltrinelli un libro che si intitolava “Ancora dalla parte delle bambine”, eredità ideale del quasi omonimo libro di Elena Gianini Belotti per spiegare il “ratto” dell’infanzia e dell’adolescenza, sostituito da una forzatura della crescita verso ruoli (compresi quelli erotici ispirati dai mass media) tipici dell’età adulta. Con il recente “Non è un paese per vecchie”, l’autrice compie un salto temporale e passa all’ultima parte della vita, per raccontare di una nazione in cui si è instaurato un nuovo tabù: quello della naturale decadenza fisica e psicologica che precede la morta, e del suo esorcismo collettivo officiato a tutti i costi. Compreso quello che prevede la ghettizzazione dei cittadini più avanti con l’età, collettore di nuove forme di odio derivanti da un assetto sociale sempre più povero ed esasperato.

Perché affrontare il discorso della vecchiaia e iniziare il libro lavorando sul cambiamento semantico registrato sui media?

Domani di Maurizio ChiericiPer tanti motivi. Un po’ perché c’era una sollecitazione sociale prima che semantica. È una cosa che ho raccontato molte volte: una lettrice che a Bari mi disse “occupati anche di noi”. È la cosiddetta “generazione sandwich”, quella che accudisce i nipoti e gli anziani e che in effetti sopperisce a un’assenza totale dello Stato. Questo molto prima che si rendesse noto che l’Italia è penultima, prima della Polonia, nell’Europa a 27 per l’assistenza alle famiglie. E poi c’era una considerazione che riguardava in realtà la mia generazione, quella dei cinquantenni e quella che io metto più sotto accusa nel libro: è qui che nessuno accetta la definizione di persona non dico vecchia, ma quanto meno matura. Volevo insomma spiegare questa impersonificazione di se stessi come eterni giovani. Una tendenza che sfalsa tutto perché, se non si accetta la propria età, si spalmano in un unico insieme tutte le generazioni, quelle che vengono prima e quelle che vengono dopo. Dunque vediamo le bambine crescono in fretta per diventare simili al modello adulto proposto e le donne mistificano l’ultima parte della vita adulta. Al centro di questa tendenza, si pone la vecchiaia, che diventa questa zona piccolissima prima della morte.
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12 dicembre 1969: il giorno dell’innocenza perduta, nuova edizione per Giorgio Boatti

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Piazza FontanaPer chi non l’avesse ancora letto (ma anche per chi ha letto le edizioni precedenti), c’è un libro da consigliare sulle vicende della Banca Nazionale dell’Agricoltura: la nuova versione di Piazza Fontana – 12 dicembre 1969: il giorno dell’innocenza perduta Nuova edizione aggiornata di Giorgio Boatti. Pubblicato una prima volta nel 1993 per i tipi di Feltrinelli, si era guadagnato gli strali del neofascista veneto Massimiliano Fachini che si era visto descrivere da Boatti in questi termini:

[Ebbe] un ruolo di primo piano nella cruenta stagione delle bombe nere […], un guerriero nero coinvolto in una concatenazione di indagini che coprono tutto l’arco storico dello stragismo nero, tornato […] alle sue consuete attività. [Era] un “colonnello” dello stato maggiore nero nel quale naviga con la sua consueta, mimetizzata riservatezza […] saldando [per anni] cellule neonaziste, spezzoni della guerriglia nera a ramificazioni più o meno istituzionali della guerra non ortodossa.

Per queste parole nel 1994 Giorgio Boatti si è visto piombare addosso una querela per diffamazione aggravata. Alla fine, cinque (5) anni più tardi, il 29 marzo 1999, il giornalista è stato assolto dai giudici della quinta sezione penale del tribunale di Milano e al suo libro è stata riconosciuta validità di fonte storica, per quanto sia un testo divulgativo.

A valle dell’assoluzione, Einaudi ha ripubblicato il libro una prima volta nel 1999, inserendolo nella collana Gli struzzi. Infine l’edizione di questi giorni, per la collana ET Saggi, aggiornata e ampliata rispetto alle precedenti con i processi di Milano conclusosi con la sentenza-vergogna della Cassazione del 2005 (quella, per intenderci, che manda assolti tutti, dice che i veri responsabili sono già stati assolti quasi vent’anni prima e non possono più essere processati per quella strage e che carica le spese legali sulle spalle dei familiari delle vittime). Questa la presentazione del nuovo libro di Boatti:

Venerdí 12 dicembre 1969: a Milano scoppia una bomba alla Banca Nazionale dell’Agricoltura. Diciassette morti e decine di feriti: una strage. È la fine di un sogno, quello nato nel ’68. È il cruento avvio della strategia della tensione. Giorgio Boatti delinea con meticolosa attenzione una vicenda che cambia la storia del Paese: non solo una strage, ma una guerra combattuta in tempo di pace, sotterranea, condotta da un potere nascosto e brutale che non rispetta gli innocenti e – attraverso omertà e connivenze – impone di fatto l’impunità per gli esecutori di questa e delle successive azioni terroristiche. Indagine giudiziaria e ricerca storica, Piazza Fontana ripercorre tutte le fasi della vicenda, dalle prime accuse all’anarchico Pietro Valpreda alla misteriosa morte di Giuseppe Pinelli, ai collegamenti tra la cellula neonazista padovana di Freda e Ventura e gli strateghi sponsorizzati dall’intelligence statunitense, alle miserabili faide tra gli stati maggiori dell’Esercito e della Difesa, fino ai contrastati passi dell’indagine che, dopo aver fatto degli anarchici il capro espiatorio, imbocca a Padova, a Treviso, a Milano la pista nera sfociando a Catanzaro nel primo di molti processi, dove i volti di pietra del potere politico frappongono oblio e amnesie a un passato che li assedia.