Le idee e chi le possiede: un dibattito radiofonico

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Who Owns IdeasChi possiede le idee? Sull’interrogativo discutono gli scrittori Eric Flint e Cory Doctorow, il musicista Steven Page e i docenti universitari James Boyle, Siva Vaidhyanathan, Jane Ginsburg e Michael Geist ai microfoni canadesi della CBS (qui l’mp3 della trasmissione). Questi i punti di partenza della discussione:

The challenges to intellectual property rights have expanded as well. While in the past the tools of copyright infringement were industrial – printing presses or record-pressing facilities, today they’re available on every desktop. Writing, music, movies, television, indeed every form of communication and expression can be digitized, and perfect copies distributed without limit. As a result the digital revolution has been perceived as a nightmare to the owners of creative property.

This might seem to clearly justify an expansion of IP law and its enforcement, but many critics of the direction IP law has taken disagree. They suggest that the opportunities that digital technologies present, and the abilities they give to ordinary people to make use of cultural material creatively is too valuable to be sacrificed.

Per ciò che riguarda l’Italia in argomento, invece, il prossimo week end ad Arezzo sarà di scena il Copyleft Festival.

Un appello a sostegno di Carlo Ruta e di AccadeInSicilia

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Io sostengo Carlo RutaRiprendo dal blog di Bernardo Parrella il post intitolato Liberi di comunicare… o forse no? che rilancia un’iniziativa di Giornalismi.info:

Un appello per “impedire che si consumi in Italia il rogo della libera espressione” è stato lanciato, in una lettera aperta, da Carlo Ruta, lo storico condannato da un tribunale siciliano per il reato di stampa clandestina per l’attività del suo blog AccadeInSicilia, oscurato dal Tribunale di Modica l’8 maggio scorso. Ruta sollecita la mobilitazione generale perché è in gioco “la democrazia, nella sua frontiera più avanzata e aperta, rappresentata dalla libera espressione in rete, dalla comunicazione che irrompe e prorompe in senso orizzontale, che rende i cittadini protagonisti in modo nuovo”. Le motivazioni della sentenza, recentemente depositate, confermano l’allarme: lo storico è stato condannato “per avere intrapreso la pubblicazione del giornale di informazione civile denominato ‘Accade in Sicilia’ e diffuso sul sito internet www.accadeinsicilia.net senza che fosse stata eseguita la registrazione presso la cancelleria del Tribunale di Modica, competente per territorio”. Non mancano certo le reazioni indignate, mentre emerge un quadro ben più grave – lo rivela uno stralcio del comunicato diffuso in questi giorni: “Tale fatto giudiziario viene da un contesto difficile. Come testimoniano numerosi eventi, alcuni poteri forti della Sicilia, sottoposti a critica, stanno facendo il possibile per far tacere Carlo Ruta, reo solo di credere nel proprio lavoro di ricerca e documentazione. Basti dire che solo negli ultimi mesi sono state inflitte allo storico ben quattro condanne, a pene pecuniarie e risarcimenti ingentissimi, per complessivi 97 mila euro, presso tre tribunali della regione”.

H.P. Lovecraft e la lapide da non fotografare

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H.P. Lovecraft's graveMentre c’è chi si chiede se le prime immagini di Topolino siano ancora effettivamente protette da diritto d’autore malgrado il Sonny Bono Copyright Act, BoingBoing riporta la storia di un divieto piuttosto particolare. Praticamente accade questo: la scrittrice Caitlin R. Kiernan va con un amico allo Swan Point Cemetery di Providence, dove è sepolto H.P. Lovecraft, ne fotografa la tomba (come pare sia stato fatto da moltissime altre persone) e pubblica l’immagine. Ma viene contattata dai responsabili della sicurezza del mausoleo che le dicono di levare gli scatti: il regolamento del cimitero lo vieterebbe. Lei tra lo stupito e l’annoiato protesta e non ottempera. E allora sono insulti e minacce. Strana storia davvero.

Biblioteca digitale europea tra disponibilità di opere e diritto d’autore

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Via Giulio Mozzi arriva la segnalazione dell’articolo L’Europe aura sa bibliothèque numérique, comparso su Le Monde.

Un prototipo della futura biblioteca sarà reso disponibile in novembre. Gestito dalla Biblioteca nazionale dei Paesi Bassi (Koninklijke Bibliotheek), il portale, battezzato «Europeana», permetterà in un primo tempo l’accesso a circa due milioni di documenti (libri, quadri, fotografie, opere musicali, film) tratti dalle istituzioni culturali dei Ventisette. Il numero dovrà superare i sei milioni nel 2010, quando la messa i rete delle collezioni digitalizzate di tutta l’Unione diventerà operativa al cento per cento […]. Il portale europeo permetterà inizialmente di accedere alle opere di pubblico dominio. Una delle principali difficoltà del progetto, constata la Commissione, sarà quella di rendere disponibili opere sottoposte al diritto d’autore. Sono in corso discussioni per trovare delle soluzioni, che potrebbero prendere la forma di accordi sulle condizioni di diffusione o di link verso siti gestiti dai titolari dei diritti.

Qui il comunicato stampa e qui invece un post in proposito su BooksBlog.it. Infine il sito ufficiale della Europeana.

Evangelisti e la cultura “altra”, in attesa del silenzio

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Storia informale dei centri sociali bolognesi intitolata Una cultura “altra”, in attesa del silenzio (nel link a fianco nella sua stesura originale, sul giornale cartaceo ne è uscita una versione più breve) e raccontata da Valerio Evangelisti sul Manifesto del 13 agosto e su Carmilla. Che scrive:

Fino a poco tempo fa, tutti questi centri sociali erano spesso in lite tra loro. La politica della terra bruciata di Cofferati – fatta di demolizioni e di chiusure d’autorità, lasciando fosse insensate dove c’era qualcosa di vivente – li ha quasi costretti a compattarsi. Non davano fastidio solo per le attività culturali, di cui la giunta comunale se ne frega altamente, ma anche per il loro attivismo politico antagonista. Manifestazioni contro i CPT, antirazziste, antifasciste, contro la guerra, contro la discriminazione sessuale. Troppo, per un municipio che vagheggia grandi opere in centro e periferie silenziose. Dunque si butti giù, si demolisca. Poco importa che i centri sociali paiano – faticosamente – prefigurare ciò che dovrebbe essere la sinistra. Noi si è una variante moderata della destra. O no?
Partano dunque le ruspe, e torme di vigili urbani finalmente armati come si deve. Attualmente i centri sociali garantiscono concerti, presentazioni di libri, spettacoli teatrali, rassegne di cinema quasi ogni giorno. Non se ne può più. Il cittadino medio bolognese ne ha le scatole piene. Non riesce nemmeno a contare, causa il rumore, quanto denaro ha estorto oggi a uno studente per un posto letto. Bisogna finirla. Non ci è riuscito Guazzaloca? Non ci sono riusciti i fascisti? Ci riuscirà Cofferati. Prima o poi, si spera, regnerà su Bologna il silenzio totale. Così confortevole.

A proposito del “sequestro preventivo” di The Pirate Bay

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  • Bernardo Parrella, “Sequestro preventivo” per The Pirate Bay in Italia

    Da Wikinotizie: Il più ampio e noto motore di ricerca di file .torrent, The Pirate Bay, ha postato sul suo blog un comunicato rivolto agli italiani in cui annuncia che la procura di Bergamo ha «ordinato il blocco del dominio e dell’IP per tutte le richieste provenienti dall’Italia». Il comunicato rivolge critiche durissime al sostituto procuratore che ha firmato l’ordinanza, Giancarlo Mancusi … già noto nella battaglia contro i .torrent per aver chiuso colombo-bt, uno dei riferimenti italiani per gli utenti BitTorrent. (Leggi l’articolo integrale).

    Da Repubblica.it: Il sequestro di The Pirate Bay avvenuto questa settimana, ha caratteri eccezionali e apre rischi inediti per l’internet italiana … Anche se Pirate Bay non contiene file pirata, consente di trovarli (fa come da ponte tra gli utenti che li posseggono) e quindi è accusato di facilitare la pirateria. La vicenda ha sollevato molte polemiche, su vari siti anche internazionali, perché è la prima volta che The Pirate Bay viene bloccato in un Paese. (Leggi l’articolo integrale)

“Freaks” sotto pubblico dominio disponibile su Archive.org

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FreaksFreaks (qui la scheda su IMDB) è uno splendido film del 1932 e sicuramente è anche una pellicola strana: di fronte alle macchine da presa di Tod Browning, il regista, hanno infatti recitato veri “freak”, persone con deformità fisiche, che raccontano in una modalità mista a metà tra il grottesco, l’horror e il dramma, la vita in un circo, una vera e propria corte dei miracoli, svelando ciò che accade quando il pubblico se ne va tornando alla propria normalità e gli artisti invece restano con la propria diversità.

Ora il film è diventato di pubblico dominio e da qualche giorno è disponibile su Archive.org: può infatti essere visto online, in streaming oppure essere scaricato in formato mpeg4. Per cui volesse approfondire le modalità di rilascio, qui il testo pubblicato sul sito di Creative Commons.

Due canali web TV “trasmettono” sotto Creative Commons

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  • Parker Higgins, New Channels: Free Culture TV and Yes, We’re Open:

    Today I’m unveiling two brand new channels to the Miro guide. Without further ado, I present Free Culture TV and Yes, We’re Open! Free Movies, Music Videos and TV. The goal of these channels is to showcase interesting and entertaining material from all over the internet that’s been released under open licenses. Free Culture TV is more specialized, and will contain programming from the Free Culture movement: documentaries, lectures, or short films that address the struggle against a permissions-based society. Yes, We’re Open! will have all kinds of entertainment, from feature length movies to documentaries, shorts, music videos, and anything else you can imagine, all openly licensed.

“Riaprire il fuoco” non diffama gli editori a pagamento

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Ettore Bianciardi, per aver avviato sul blog Riaprire il fuoco insieme a Marcello Baraghini una campagna contro gli editori a pagamento, si era beccato una querela (si veda qua la promessa di rappresaglie legali che aveva preceduto la citazione dell’inverno scorso). La “colpa” che si imputava a Ettore era questa: l’aver fatto notare che se si fa editoria a pagamento occorre dichiararlo subito, fin da quando si promuovono le proprie iniziative, e non dopo, quando ci si trova di fronte a un potenziale autore. Insomma, fatto sta che Ettore si deve cercare un avvocato, investire tempo e soldi per collaborare alla costruzione della propria difesa e presentarsi davanti al giudice. Che però non solo dà torto al querelante, ma dimostra che nelle affermazioni dell’autore bolognese non c’e’ proprio nulla di male. Infatti:

Il Filo, per deontologia professionale, dovrebbe precisare nei propri costosi annunci, che la eventuale (anzi certa) pubblicazione avverrà solo dietro pagamento da parte dell’autore. Non sono solo io a dirlo, da mesi ormai, ma lo conferma, con recente sentenza anche il Tribunale Civile di Bologna. Al Tribunale di Bologna si era rivolta la casa editrice Il Filo, nel gennaio scorso, chiedendo di intimare al sottoscritto la cancellazione dal proprio blog (questo che state leggendo) di tutti gli scritti aventi come oggetto l’attività della casa editrice stessa. La giustificazione di un provvedimento così severo (si può dire cinese?) stava nel fatto che tali scritti erano palesemente falsi e fortemente lesivi dell’immagine e degli interessi de Il Filo. Il Tribunale di Bologna ha respinto il ricorso de Il Filo, sostenendo che la stessa Casa Editrice non è riuscita a dimostrare falsa alcuna delle affermazioni che si trovano su questo blog.

Ettore ha messo a disposizione su web anche l’ordinanza in formato pdf.

Scrittori e gli echi della rete: Gaiman e gli altri

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Roberto Laghi su Booksblog riprende l’articolo di Gaia Bottà a proposito del fatto che Regalare libri fa vendere libri. E racconta l’esperienza di Neil Gaiman raccontando che:

[Gaiman] ha fatto un esperimento di cui ha reso disponibili i risultati: dopo aver fatto scegliere ai suoi lettori quale, tra i suoi libri, pubblicare online, ha riscontrato che le sue vendite in libreria sono aumentate da quando è stato possibile sfogliare e leggere il testo (si tratta di American Gods) su Internet. Non solo una politica di marketing che offre assaggi dei libri, ma spesso un vero e proprio nuovo modo di concepire il mercato librario, il rapporto con i lettori e, soprattutto, la circolazione della conoscenza e delle opere intellettuali. E non c’è bisogno di andare all’estero per vedere come questo approccio paghi, basta dare un’occhiata a quello che i Wu Ming fanno da anni in Italia.

E non si tratta degli unici casi: si vedano le esperienze dello scrittore d’origine canadese Cory Doctorow (qui la sua biografia), di Charles Stross, degli autori italiani contenuti nella Biblioteca Copyleft de iQuindici o di blog come Singloids.com. Solo per citarne alcuni.