Diritto d’autore, SIAE e le sperimentazioni in corso

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L'alternativa del copyleftDal materiale preparato per un corso recentemente concluso e rispondendo ad alcune domande in merito a diritto d’autore, SIAE e Creative Commons, riassumo alcuni punti che affrontano queste tematiche e che sono stati spesso oggetto di domande. La legge sul diritto d’autore dice che il diritto d’autore (morale e patrimoniale) si applica a qualsiasi opera dell’intelletto senza che per il suo riconoscimento sia dovuta qualsiasi altra azione: la registrazione SIAE (così come qualsiasi altra registrazione) non è infatti obbligatoria per il riconoscimento di diritti morali e patrimoniali sull’opera. Infatti l’articolo 2576 del codice civile dice che:

Il titolo originario dell’acquisto del diritto di autore è costituito dalla creazione dell’opera, quale particolare espressione del lavoro intellettuale.

Inoltre, la LDA 633/1941 all’art. 105 aggiunge che:

Gli autori e i produttori delle opere e dei prodotti protetti ai sensi di questa legge o i loro aventi causa devono depositare presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri un esemplare o copia dell’opera o del prodotto, nei termini e nelle forme stabilite dal regolamento.

Ma la stessa legga, all’articolo successivo (106), dispone che:

L’omissione del deposito non pregiudica l’acquisto e l’esercizio del diritto di autore sulle opere protette.

Inoltre, per chi volesse procedere al deposito dell’opera, non ha solo l’opzione SIAE. I sistemi (di tipo probatorio: dunque provano solo l’esistenza dell’opera compiendo un’azione di presunzione circa la paternità della stessa) sono i seguenti:
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Informazione pulita: bollettino n. 1

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Bollettino n. 1 della campagna Informazione Pulita, lanciata da Carlo Gubitosa e presentata a metà della scorsa primavera. E un passagio risulta particolarmente interessante (oltre alla richiesta di supporto per estendere la portata della campagna):

Alcune riflessioni su uno dei tre punti della campagna: la proposta di far decidere ai cittadini come destinare la quota delle proprie tasse destinata alle imprese editoriali. Beppe Lopez nel libro “La casta dei giornalisti” ha calcolato che il “malloppo” che si dividono le imprese editoriali e i giornali di partiti e movimenti politici e’ di almeno 700 milioni di euro. Basta fare due calcoli per capire che questa cifra corrisponde a più di 10 euro a persona, oltre 50 euro a famiglia. Probabilmente frammentare questi soldi non avra’ una effiacia diretta, e magari io sarei il solo a destinare la mia quota ad “Azione Nonviolenta”, che non cambierebbe di molto il suo peso nel panorama mediatico.

Quello che conta però non è chi vogliamo “appesantire”, ma chi vogliamo “alleggerire”: anche se 50 euro non cambieranno niente per la redazione di “Azione Nonviolenta”, sarò ben contento se i miei soldi andranno tutti a loro anziché essere utilizzati dai soliti noti, tra cui Confindustria, che predica il libero mercato privato sul “Sole 24 ore” utilizzando l’assistenzialismo pubblico prigioniero. Evidentemente fa ancora troppa paura un mercato editoriale davvero libero, in cui i sussidi vengono frammentati e indirizzati dai singoli cittadini in base alla qualità dei prodotti in cui si riconoscono culturalmente.

E giusto per poter dare almeno per solo un po’ di visibilità a un’iniziativa editoriale che, tra diverse altre, – Carlo ha ragione – merita, si veda il sito di Azione Nonviolenta e la scheda relativa su Wikipedia.

Creative Commons: dallo Sportello Liberius un vademecum

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Come utilizzare una licenza Creative Commons e guadagnare dalla libera circolazione della propria opera?: il dettagliato post è stato pubblicato da Sportello Liberius – Sportello di consulenza legale sul diritto d’autore e questi sono gli obiettivi di partenza:

Certo, la decisione di non riservarsi alcuni diritti, oltre l’etica di una volontà di condivisione libera della conoscenza, assolve anche ad una funzione di promozione del proprio lavoro. Ma il fine dell’autore, a parte casi particolari, sarà sempre e comunque quello di farsi conoscere per ottenere, ad esempio, un contratto discografico e quindi dei guadagni. L’esito è scontato. La prassi contrattuale, specchio delle dinamiche monopolistiche del mercato dei contenuti, porrà un limite alla diffusione dell’informazione attraverso un accordo che prevede un’esclusiva nell’utilizzazione, naturalmente non gratuita. Purtroppo la scelta è obbligata per chi, come artista emergente, vuole vivere con la propria arte. Con le nuove forme di diffusione delle opere offerte dalla rete, l’autore/artista ha la possibilità di trovare altri percorsi per ottenere un proprio ritorno economico e consentire alla collettività di fruire liberamente delle opere.

Rete e blog: leggi e repressione in vari continenti

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Blog for Freedom for the EFF 15th AnniversaryIl Demauro riporta questi significati del termine apostasia:

  • TS relig., ripudio pubblico e solenne della propria religione
  • TS dir.can., abbandono totale e deliberato della fede da parte di una persona battezzata
  • CO estens., ripudio di un’ideologia, di un partito e sim.
  • stor., in epoca bizantina, il reato di tradimento dell’impero

Ecco, questo è uno dei reati da ascrivere all’ambito elettronico in discussione presso il parlamento iraniano, che sta discutendo un progetto di legge che prevede la riforma (in termini repressivi) del codice penale per comprendere reati legati al blogging e all’espressione in rete. Ne parla un post pubblicato su ReadWriteWeb in cui si legge che:

The French Press Agency reported on the bill yesterday and according to The Committee to Protect Bloggers, the BBC’s The World radio show will offer a more in depth report in the coming days. Blogging is wildly popular in Iran, where a new generation of young people frequently challenge the old, hyper-conservative religious government. The Committe to Protect Bloggers says that Iran is “among the worst offenders in terms of harassing, arresting and imprisoning bloggers, as well as students.” You can see the group’s extensive coverage of Iranian cyber-censorship and harrasment of bloggers here. The Iranian government has blocked access to Facebook, Yahoo! and Flickr, among other sites.

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CrossingTV: documentario antirazzista e libero

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Crossing TV - La TV delle nuove generazioniDel progetto CrossingTV si parlava un po’ di tempo fa. Ora è il caso di tornarci per segnalare la recente pubblicazione a puntate del documentario-inchiesta Chi è¨ il razzista? realizzato durante i Mondiali Antirazzisti svoltisi lo scorso anno a Casalecchio di Reno (l’edizione di quest’anno si terrà sempre nella cittadina in provincia di Bologna nei prossimi giorni, dal 9 al 13 luglio). Da segnalare anche che questo video, come tutti i contenuti della web TV, sono rilasciati con licenza Creative Commons.

“Acido lattico”, noir sullo sport di Saverio Fattori

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Acido Lattico di Saverio FattoriSaverio Fattori è uno di quegli scrittori che l’italiano non lo usano, ma lo piegano e ne fanno uno stile narrativo del tutto personale e originale. Per averne dimostrazione si leggano Alienazioni padane e Chi ha ucciso i Talk Talk? (entrambi, essendo rilasciati riservandosi solo alcuni diritti, sono liberamente disponibili in rete nella biblioteca copyleft de iQuindici). E ora, alla vigilia dei contestati giochi olimpici, sta per uscire il suo nuovo romanzo, Acido Lattico (Gaffi Editore), un noir sportivo che si aggancia a una passione di Saverio, quella per l’atletica leggera, che, oltre a praticarla, racconta dalle pagine della rivista “Correre”. Ed ecco ciò di cui parla il libro:

Un romanzo sull’agonismo estremo, sull’individualismo degli ultimi venti anni che nello sport ha trovato varco e terreno fertile, lasciando spesso vittime sul campo. Un noir che non risparmia dettagli sul doping, sulle tecniche e gli escamotages, sulla realtà più bieca senza giri di parole, una cronaca avvincente e incredibilmente umana in bilico tra sport e attualità.

Di seguito un passaggio del libro:

Quando un estraneo mi chiede che lavoro faccio, con una sobria aria di superiorità sul mio interlocutore, dico: i cinquemila.

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La sfida rosa (e copyleft) di Kai Zen

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LialaLa nuova sfida dell’ensemble narrativo Kai Zen è libera, copyleft e rosa: gli autori – tra l’altro – del romanzo La strategia dell’ariete (Jadel Andreetto, Bruno Fiorini, Guglielmo Pispisa e Aldo Soliani) infatti rilanciano il romanzo totale vestendolo del colore del sentimento. A modo loro, ovviamente:

Perché il romanzo rosa è da un lato straletto e stravenduto e dall’altro considerato serie B se non serie Z? Perché parla di sentimenti e non di marciume? Dipende. Dipende dal tipo di rosa, dal tipo di sentimenti, dal tipo di storia. L’ensemble narrativo Kai Zen ne combina un’altra delle sue: un romanzo rosa a libera partecipazione da scrivere in internet, ambientato durante le guerra di Crimea. Impavidi combattenti, misteriose dame, amori, tradimenti, intrighi e tutto il resto. Un rosa che può diventare rosso fuoco, o nero. Che può prediligere la fantasia alle tinte unite.

Si parte giovedì prossimo, il 26 giugno, con una certa dose di consapevolezza:

Molti storceranno il naso di fronte al più vituperato dei generi, eppure secondo noi il Rosa ha diversi assi nella manica. Siamo partiti un po’ per gioco e un po’ per spavalderia, ma man mano che la riflessione proseguiva ci convincevamo sempre più e infine, come Frederik Frankestin abbiamo sollevato il capo, con gli occhi iniettati di sangue e i capelli elettrici, urlando “si – può – fare”.

TheCommons: fotoarchivi senza “restrizioni note sul diritto d’autore”

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Uniformed Letter Carrier with Child in MailbagThe Commons su Flickr, anche se non è proprio una novità (è stato lanciato lo scorso gennaio), è un progetto di grande interesse: pubblica le fotografie conservate negli archivi di alcuni istituti – al momento quelli che hanno aderito sono Libreria del Congresso (3815 elementi), Powerhouse Museum (550 elementi), Brooklyn Museum (2849 elementi) e Smithsonian Institution (862 elementi) – e sulle quali sono scaduti i diritti (o per le quali non è stato possibile identificare il nome dell’autore né altre informazioni che servissero per individuare i detentori dei diritti): la dichiarazione che si chiede agli enti che aderiscono è di nessuna restrizione nota sul diritto d’autore.

A questo punto entrano in gioco gli utenti che, visitando le gallerie, possono aggiungere tag e commenti e quindi dare una mano a tracciare il profilo delle immagini. E questo è proprio l’altro cardine del progetto: mettere a disposizione perché chiunque possa “contribuire alla descrizione delle raccolte di foto pubbliche di tutto il mondo”.

Quella guerra tra Disney e lo scandaloso topo non autorizzato

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Un pornotopolino tra i PiratiGiusto oggi a Novaradio si parlava tra l’altro della legge di Topolino. L’ultimo atto, verrebbe da dire, di una storia di prepotenze verso chi osava avvicinarsi ai suoi personaggi. Una di queste storie è raccontata nel libro Un pornotopolino tra i Pirati di Bob Levin, descritto da Komix.it come “il libro che ripercorre la battaglia tra la Disney e un gruppo di disegnatori underground”. Infatti:

Estate del 1971, San Francisco: viene pubblicato il primo numero di un comic book su Topolino. Ma non si tratta del consueto prodotto per famiglie disneyano. No, qui Mickey Mouse e i suoi amici si impelagano in situazioni dissacranti e sbeffeggianti, in mezzo a turpiloqui, violenze, sesso sfrenato e stupefacenti. Il tutto pubblicato senza alcuna autorizzazione. È il primo attacco al copyright Disney da parte dei cosiddetti Pirati dell’Aria: un collettivo di artisti underground, capitanato da Dan O’Neill, che negli anni ’70 decise di sbeffeggiare la Disney con deliberate violazioni del copyright (miranti a scuotere il “buonismo” zuccheroso imposto dalla Disney alla cultura popolare americana). Bob Levin, in questo saggio di 272 pagine proveniente dagli archivi Fantagraphics, ricostruisce la battaglia legale e la lotta culturale dei Pirati dell’Aria, originariamente narrata sul mitico The Comics Journal. A corredo del testo, applaudito per il suo rigore e la sua imparzialità, anche un ricchissimo apparato fotografico, e circa 30 pagine dei comics “illegali” prodotti dai Pirati dell’Aria durante la loro suicida sfida al gigante disneyano.