“Riaprire il fuoco” non diffama gli editori a pagamento

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Ettore Bianciardi, per aver avviato sul blog Riaprire il fuoco insieme a Marcello Baraghini una campagna contro gli editori a pagamento, si era beccato una querela (si veda qua la promessa di rappresaglie legali che aveva preceduto la citazione dell’inverno scorso). La “colpa” che si imputava a Ettore era questa: l’aver fatto notare che se si fa editoria a pagamento occorre dichiararlo subito, fin da quando si promuovono le proprie iniziative, e non dopo, quando ci si trova di fronte a un potenziale autore. Insomma, fatto sta che Ettore si deve cercare un avvocato, investire tempo e soldi per collaborare alla costruzione della propria difesa e presentarsi davanti al giudice. Che però non solo dà torto al querelante, ma dimostra che nelle affermazioni dell’autore bolognese non c’e’ proprio nulla di male. Infatti:

Il Filo, per deontologia professionale, dovrebbe precisare nei propri costosi annunci, che la eventuale (anzi certa) pubblicazione avverrà solo dietro pagamento da parte dell’autore. Non sono solo io a dirlo, da mesi ormai, ma lo conferma, con recente sentenza anche il Tribunale Civile di Bologna. Al Tribunale di Bologna si era rivolta la casa editrice Il Filo, nel gennaio scorso, chiedendo di intimare al sottoscritto la cancellazione dal proprio blog (questo che state leggendo) di tutti gli scritti aventi come oggetto l’attività della casa editrice stessa. La giustificazione di un provvedimento così severo (si può dire cinese?) stava nel fatto che tali scritti erano palesemente falsi e fortemente lesivi dell’immagine e degli interessi de Il Filo. Il Tribunale di Bologna ha respinto il ricorso de Il Filo, sostenendo che la stessa Casa Editrice non è riuscita a dimostrare falsa alcuna delle affermazioni che si trovano su questo blog.

Ettore ha messo a disposizione su web anche l’ordinanza in formato pdf.

6 thoughts on ““Riaprire il fuoco” non diffama gli editori a pagamento

  1. Speriamo che l’epilogo positivo della vicenda serva a far aprire gli occhi ai troppi aspiranti scrittori a pagamento, cara Antonella. Intanto la campagna pubblicitaria continua imperterrita, sul Web e sui quotidiani… :(

  2. per quanti come me sono caduti nella trappola dell’editoria a pagamento: 4000 € per duemila copie che, “inspiegabilmente”, rimarranno del tutto invendute e presto dimenticate.

    Per fortuna viviamo nell’era del web 2.0 e della lenta, ma inesorabile democratizzazione dell’editoria, in tutte le sue espressioni, libri compresi.

    A quanti mi hanno chiesto come rispondere alla sedicente casa editrice di turno, ho consigliato di rivolgersi senza esitazione al self-pubblishing.

  3. Mai, per niente al mondo, rivolgersi a case editrici a pagamento. Appena ho iniziato la mia avventura nel mondo dell’editoria non sapevo nemmeno dell’esistenza di tali “loschi figuri” ma devo dire che se avessi inviato il mio manoscritto a Il Filo, com’ero tentata di fare inizialmente, e avessi ricevuto una proposta editoriale che chiedeva da parte mia un contributo spese, li avrei allegramente mandati a quel paese. Sono ingenua di mio e ho solo diciassette anni, ma se c’è una cosa che so (e che sapevo anche nel momento in cui mi apprestavo a cercare una casa con cui pubblicare) è che un editore è un IMPRENDITORE e il guadagno lo deve ricavare dalla vendita del libro su cui investe. Fine. Non c’è logica che si possa opporre a questo ragionamento.

    Nel mio forum e nel mio sito, entrambi dedicati agli scrittori esordienti (molto attivi sebbene di nasciata recente) abbiamo intrapreso una campagna contro gli editori a pagamento, stilando una Black List delle editrici inaffidabili.
    I link, se mi permettete di lasciarli, sono http://www.writersdream.altervista.org (sito) e http://www.writersdream.forumfree.net (forum)

    Ringrazio gli autori di Riapire il Fuoco: sono stati i primi a farmi conoscere il mondo dell’editoria a pagamento.

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