I manoscritti di Edgar Allan Poe diventano una collezione digitale

Standard

Portrait of Edgar Allan Poe - Peale, Rembrandt, 1778-1860Ancora a proposito di collezioni digitalizzate che vanno online, dall’Harry Ransom Center dell’università del Texas arriva quella dedicata a Edgar Allan Poe:

La collezione digitalizzata comprende immagini dei manoscritti di Poe e di sue lettere […] con una selezione di relativi materiali d’archivio, due libri autografati dall’autore, spartiti musicali basati sui suoi poemi e alcuni ritratti. Molti degli elementi in esposizione […] appartenevano a William H. Koester (1888-1964). Koester, che visse a Baltimora, iniziò a collezionare i manoscritti negli anni trenta del ventesimo secolo. La sua principale acquisizione riguardò quanto aveva J. H. Whitty, allievo di Poe. Inoltre […] comprendeva molte lettere scritte e ricevute dall’autore, libri a lui appartenuti […] e numerose partiture. La collezione di Koester fu rilevata dal Centro nel 1966.

Per visualizzare le immagini, si può iniziare da qui e, come nel caso di Letters of Note, anche i manoscritti di Poe sono accompagnati dalla trascrizione.

Letteratura e giornalismo: interferenze ed esperimenti del racconto

Standard

Letteratura e giornalismoUn libro che riprende un dibattito che ogni tanto si riaccende. Un dibattito che, insieme ad altri di recente emersi, risulta interessante per approfondire il termine del racconto tributato dalla realtà. Per questo segnalo la recensione di Giorgio Fontana pubblicata sul Sole 24 Ore dal titolo “Letteratura e giornalismo” di Clotilde Bertoni:

Risultano di grande interesse i capitoli dedicati all’evoluzione narrativa del reportage. Partendo dal “non genere” dell’elzeviro, la storia dell’ibridazione trova una svolta nel new journalism di metà anni ’50 — Tom Wolfe, Gay Talese, e il genio stralunato e folle di Hunter S. Thompson — si arriva fino al non fiction novel di Truman Capote o del nostro Roberto Saviano (uno dei pregi del libro, fra l’altro, è proprio quello di non tralasciare affatto il panorama contemporaneo italiano).

L’autrice insegna letterature comparate alla facoltà di scienze della formazione dell’università di Palermo e in questi termini si presenta il volume:

Letteratura e giornalismo presentano diverse antinomie: la letteratura ambisce alla durata, il giornalismo è per sua natura effimero, legato com’è alla contingenza del momento; la prima è basata sulla menzogna, intesa come rielaborazione della realtà, creazione di mondi alternativi, il secondo punta a descrivere puntigliosamente il reale. Eppure tra questi due mondi, all’apparenza antitetici, esistono contatti e contaminazioni. Il libro ne passa in rassegna alcuni: l’attività degli scrittori giornalisti e le forme sperimentali di cronaca o di narrativa che possono derivarne; le interferenze vere e proprie, create dalla contiguità materiale (il feuilleton, l’elzeviro) o dal ricorso a strategie e libertà letterarie (come nel caso del New Joumalism); la tematizzazione letteraria del giornalismo, dalle balzachiane “Illusioni perdute” fino al romanzo contemporaneo.

Nazione Indiana: 2 agosto 1980, nel cuore devastato del paese

Standard

Manca meno di un mese all’anniversario, quello numero 29, e Franz Krauspenhaar pubblica su Nazione Indiana questo suo nel cuore devastato del paese. Un racconto efficace per descrivere ciò che accadde il 2 agosto 1980:

Superammo gli Appennini ascoltando Wish you were here dei Pink Floyd, due volte, cosa che mi intristì ancora di più. Trovavo quella musica vertiginosa ma anche cupa, come di messa rock in ricordo del defunto. Rivedevo la distruzione, l’autobus 37 che girava in tondo, pieno di corpi straziati, la bambina consolata da un vecchio, il facchino grande e grosso che piangeva come un bambino e invocava la mamma. Fui contento di approdare alla stazione di Firenze e di salutare l’amico Boratti, ringraziandolo per la gentilezza. Volevo sparire dall’Italia, ma mi dirigevo invece nelle sue viscere alchemiche. Il treno per il sud transitò un’ora dopo, l’attesa a Santa Maria Novella fu estenuante. M’immaginavo che potessero avvenire altri attentati. Come in un campo minato. L’Italia, questo stivale marcio sempre nella palta di un dopoguerra infinito, era il campo lunghissimo e stretto lungo il quale gli assassini seriali avevano forse disseminato altre bombe. Una linea ferroviaria che diventava il corpo di un moribondo, al quale saltavano centri nervosi e organi vitali uno dopo l’altro, senza che per questo morisse, riuscisse a spegnersi del tutto. Rimaneva, il corpo-paese, come un essere umano in coma profondissimo.

“Ho freddo”: la letteratura di genere e il pensiero umano

Standard

Ho Freddo di Gianfranco ManfrediSe la letteratura si assume il compito di raccontare un mondo più complesso della mera vicenda narrata in un libro, Ho freddo di Gianfranco Manfredi (Gargoyle Books, 2008) ne è una declinazione fulgida. Partendo da un genere – l’horror – la cui funzione sociale e politica è acclarata sia un veste romanzesca che cinematografica, questo libro è uno spaccato sulla storia del pensiero sia umanistico che scientifico, un affresco tanto attuale quanto documentario da rappresentare un esempio. Ecco dunque delineati i cardini di questo romanzo in un’intervista al suo autore.

Nel tuo libro si coniugano due temi paralleli, di solito affrontati separatamente: il mistero e il soprannaturale da un lato e la conoscenza e la sua pratica in termini pre-positivisti. Com’è nata l’idea di coniugare questi due filoni uno di fianco all’altro?

Affiancare ed alternare i due punti di vista (razionale e fantastico) è uno dei cardini espressivi della letteratura gotica classica. Lo stesso atteggiamento è poi passato alla letteratura romantica, basti pensare a Frankenstein che intreccia temi scientifici e soprannaturali. Persino in Sherlock Holmes le indagini rigorosamente razionali prendono sempre le mosse da eventi prodigiosi, come ad esempio l’apparizione del mostruoso e spettrale Mastino dei Baskerville. La letteratura contemporanea tende a distinguere nettamente questi due approcci, ma a mio avviso, se li si considera separatamente perdono gran parte del loro fascino che sta nel fatto di porci costantemente una domanda: è vero o è falso? E’ un’esperienza reale o un delirio? Il sottile disturbo che pervade la lettura nasce proprio da questa incertezza.

Ho freddo non è solo un romanzo: è un trattato di storia del pensiero e della scienza. Quali sono stati i tuoi percorsi per il reperimento della documentazione?
Continue reading

“Voi scrivete con le parole, loro con tv, stragi e cemento”

Standard

Giorgo Vasta, Giuseppe Genna e Ascanio Celestiniracconta quest’ultimo – partono per il Belgio dove sono invitati a presentare un’antologia che raccoglie racconti sull’Italia del futuro. Ma nel corso dell’evento l’argomento vira e l’Italia del presente o del suo recentissimo passato – tra P2, premier ex piduisti, controllo dell’informazione e dei media – finisce per diventare tema di discussione. Un reportage in forma di breve monologo, di narrazione sorpresa e ironica, come spesso accade quando a parlare o a scrivere è Celestini. Che aggiunge nelle sue righe:

Me lo spiega un signore che in Belgio ci vive dalla fine degli anni ’70, che il futuro del nostro paese di allora se l’è vissuto tutto all’estero. “Gli scrittori scrivono con le parole, mentre loro hanno scritto coi giornali e la televisione, con le stragi e il cemento. Voi immaginate il futuro, loro lo costruiscono”. Prendo il taxi e torno all’aeroporto. “Sei italiano” mi dice il barbuto guidatore. Se n’è accorto e non ho manco aperto bocca. Forse se n’è accorto proprio per quello. Forse anche noi siamo come le compagnie aeree, ce l’abbiamo scritto sulla coda da dove veniamo, a chi apparteniamo.

Poe, Gaiman e la raffigurazione di incubi letterari

Standard

Il 19 gennaio 1809 nasceva Edgar Allan Poe e in occasione del secondo centenario Neal Gaiman ha scritto la prefazione agli Edgar Allan Poe: Selected Poems and Tales ripubblicati da Barnes & Noble. Il testo di Gaiman si intitola Some Strangeness in the Proportion: The Exquisite Beauties of Edgar Allan Poe e nucleo centrale sono la particolarità dei temi raccontati da Poe e loro rappresentazione grafica. Altro testo commemorativo dedicato a quest’anniversario è disponibile su Angolo Nero.

Nasce a “Legal Drama Society” per il thriller a sfondo giuridico

Standard

È un neonato circolo culturale e letterario con una preferenza esplicita per il legal thriller e per opere di finzione che si richiamano a tematiche giuridiche. Nasce da un’idea di Giovanni Ziccardi e si chiama Legal Drama Society. Ecco di che si tratta:

Ha sede fisica a Milano, a pochi passi dal Tribunale e dall’Università, enti con cui si propone di collaborare in maniera continuativa; contestualmente, utilizzerà tutti i migliori e più efficaci mezzi tecnologici per raggiungere più appassionati del genere possibili. Nei prossimi anni si propone, in sintesi, di organizzare eventi, pubblicare riviste e libri, indire concorsi di narrativa e premi letterari, attivare film-festival sul tema, cene e incontri con autori.

Liste di discussione, consigli narrativi, cinematografici e fumettistici alcune delle aree di interesse della Legal Drama Society. Da gennaio è possibile aderire e le quote saranno usate per le attività pubbliche dell’associazione. Tra cui, prossimamente, un concorso letterario, una rivista e corsi.

NebbiaGialla: in avvicinamento l’edizione 2009 del festival di Suzzara

Standard

Nebbia GiallaTerza edizione del festival NebbiaGialla, che si terrà il 31 gennaio e il 1 febbraio a Suzzara, in provincia di Mantova. Ideato e diretto per tutti e tre i “capitoli” dallo scrittore Paolo Roversi, originario di quell’area della pianura e diventato milanese d’azione (oltre a essere il padre morale anche di MilanoNera), nei giorni scorsi ne è stato pubblicato il programma che prevede la partecipazione di autori di spessore come Luigi Bernardi, Massimo Carlotto, Valerio Varesi e Andrea Vitali. Questa la presentazione del festival che:

nasce con l’obiettivo di concilare la passione per la letteratura di genere (il giallo, il noir, la letteratura del mistero in generale che in questi anni gode di una straordinaria attenzione) con la Bassa. La terra di Guareschi e Zavattini, del Po, la città del Premio e le sue tradizioni, la sua gastronomia e le sue caratteristiche ambientali come la nebbia da cui appunto il nome alla rassegna. Il primo weekend di febbraio sarà per tutti gli appassionati e non solo un’occasione per incontrare molti fra gli scrittori più interessanti del panorama noir italiano. Un modo per parlare di libri valorizzando il territorio, i ristoranti, le osterie della città.

Collegata alla manifestazione è stato creato un omonimo blog che via via presenterà gli autori e gli appuntamenti specifici dell’edizione di quest’anno.

D’Agata e “L’esercito di Scipione”: laddove “il personale è politico”

Standard

L'esercito di ScipioneGiuseppe D’Agata è un nome che la letteratura dovrebbe tenere bene a mente. Perché, spesso, il vizio di ricordare gli scrittori scomparsi lasciando da parte quelli ancora in vita fa calare l’oblio su chi ha contribuito a rendere grande la narrativa italiana, ma anche il racconto veicolato dalla radio o dal piccolo schermo. D’Agata, oggi, ha 81 anni e una carica vitale invidiabile. Quella carica che ha trasmesso in anni di professione medica e di attività culturale, scandita da successi come “Il medico della mutua” (libro uscito per la prima volta nel 1964 per Feltrinelli e diventato quattro anni più tardi un indimenticabile film interpretato da Alberto Sordi) o come “Il segno del comando”, sceneggiato in cinque puntate da sessanta minuti ciascuna che la Rai mandò in onda nel 1971 e che schierava un cast che comprendeva, tra gli altri, Ugo Pagliai, Carla Gravina e Rossella Falk.

Ma Giuseppe D’Agata, partigiano a diciassette anni nella Brigata “Matteotti Sap” e militante socialista nel 1944 nelle file del Psiup, non occupa solo un posto importante nel panorama letterario contemporaneo. La sua storia – e di conseguenza la sua produzione artistica – sono stati scanditi profondamente dall’esperienza politica pregressa, che tornerà a rievocare in romanzi come “Bix e Bessie”, uscito poi con il titolo di “La cornetta d’argento”, storia di musica jazz e antifascismo che lo porterà a vincere nel 1965 il premio “XX della Resistenza” di San Pietro Agliano (Pistoia) e che verrà ripubblicato nel 1973 in edizione scolastica. O come “Il dottore”, storia ambientata nel 1940 che ha per protagonista un uomo che progetta un attentato contro Benito Mussolini per impedire che l’Italia entri in guerra.
Continue reading