“Voi scrivete con le parole, loro con tv, stragi e cemento”

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Giorgo Vasta, Giuseppe Genna e Ascanio Celestiniracconta quest’ultimo – partono per il Belgio dove sono invitati a presentare un’antologia che raccoglie racconti sull’Italia del futuro. Ma nel corso dell’evento l’argomento vira e l’Italia del presente o del suo recentissimo passato – tra P2, premier ex piduisti, controllo dell’informazione e dei media – finisce per diventare tema di discussione. Un reportage in forma di breve monologo, di narrazione sorpresa e ironica, come spesso accade quando a parlare o a scrivere è Celestini. Che aggiunge nelle sue righe:

Me lo spiega un signore che in Belgio ci vive dalla fine degli anni ’70, che il futuro del nostro paese di allora se l’è vissuto tutto all’estero. “Gli scrittori scrivono con le parole, mentre loro hanno scritto coi giornali e la televisione, con le stragi e il cemento. Voi immaginate il futuro, loro lo costruiscono”. Prendo il taxi e torno all’aeroporto. “Sei italiano” mi dice il barbuto guidatore. Se n’è accorto e non ho manco aperto bocca. Forse se n’è accorto proprio per quello. Forse anche noi siamo come le compagnie aeree, ce l’abbiamo scritto sulla coda da dove veniamo, a chi apparteniamo.