“La lunga notte dell’informazione”: le radio, le redazioni locali e i tagli all’informazione

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Citta' del Capo Radio MetropolitanaSi intitola La lunga notte dell’informazione l’editoriale scritto da Paolo Soglia, direttore responsabile di Radio Città del Capo (una delle emittenti che fanno parte di Popolare Network), a proposito di giornalismo, tagli all’informazione e conseguente silenzio a cui alcune alcune voci vengono costrette dal ragioni economiche. Merita di essere letto il testo di Soglia e di seguito viene riportato per esteso (meditando sul fatto che forse un abbonamento potrebbe valere una buona causa).

Oggi e domani non troverete in edicola L’Unità. L’editore ha deciso di tagliare dal 15 ottobre le cronache locali di Toscana ed Emilia-Romagna, le due regione che da sole garantiscono il 40% delle vendite nazionali del quotidiano. I redattori hanno indetto due giorni di sciopero perché sono convinti che la chiusura delle redazioni locali sia solo l’anticamera dello smantellamento del quotidiano fondato da Antonio Gramsci.

Quello che sta succedendo all’Unità, potrebbe capitare, in breve successione, a innumerevoli testate della carta stampata della radio e della televisione. La stessa testata da cui vi scrivo, RCdC, è in questi giorni in preda ad angosciose riunioni per districarsi tra dolorosi tagli da effettuare e conti che si fanno sempre più difficili.

La cosa singolare è che i nostri ascoltatori, e i lettori del quotidiano on line, sono in costante aumento, tuttavia non vi è più un rapporto diretto tra il gradimento di un prodotto locale e i ricavi che se ne possono trarre sotto un profilo economico. Questo perché l’editoria tradizionale, il giornalismo, le testate d’informazione sono entrate – e non da oggi – in una crisi sistemica, dovuta alla trasformazione vorticosa dei sistemi di produzione e fruizione dell’informazione.
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Radio Città del Capo: “Ustica, chi sa parli”, campagna per chiedere di andare oltre la ragione di Stato

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L’emittente Città del capo – Radio metropolitana ha lanciato la campagna Ustica, chi sa parli, con relativo sito dedicato, in vista del trentesimo anniversario dell’abbattimento del Dc9 dell’Italia:

Noi, tutti noi, sappiamo chi sa la verità su Ustica. E tace. Per anni abbiamo chiesto ai governanti di parlare: recentemente l’ha fatto l’ex presidente Francesco Cossiga, che ha indicato chiaramente come responsabile dell’attacco aereo la marina Francese. Non sappiamo se la sua verità sia “La Verità”, tuttavia, dopo affermazioni così impegnative, è ancora più colpevole rimanere inerti. E se le istituzioni non si muovono, se chi governa sta zitto per precise e inconfessabili “Ragioni di Stato”, le domande le devono fare i comuni cittadini, les citoyens, di cui questi Stati dovrebbero essere espressione e garanti.

Il contributo che Città del Capo Radio Metropolitana vuole dare per il trentennale di questa tragedia è una campagna d’informazione per chiedere la verità: non abbiamo risorse per acquistare pagine di giornali o spot televisivi e forse, dati i costi di questi mezzi, non sarebbe neanche giusto. Vorremmo però comprare banner e spazi sui principali quotidiani on line francesi per porre questa domanda di verità direttamente al governo francese e al presidente Sarkozy.

Per aderire il link è questo. Peraltro l’emittente bolognese in questi giorni ha avviato una campagna d’abbonamenti straordinaria (di solito cade in dicembre) dopo i recenti tagli all’editoria che hanno colpito le radio.

Ma da che parte stanno i “salvatori” di Cosentino?

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A proposito del sottosegretario all’economia Nicola Cosentino (per chi volesse darci un’occhiata, da qui si può scaricare il file – .doc, 1,5MB – che contiene la richiesta del gip alla giunta per le autorizzazioni, giusto per rendersi conto delle ipotesi di reato), c’è un articolo che mi ha appena segnalato Paola Esposito, fidata osservatrice già citata che mi invia molto materiale da leggere (si veda un caso e un altro). È un articolo di AgoraVox uscito lo scorso gennaio con questo titolo: Il Pd salva Cosentino. Ecco i nomi dei parlamentari:

Nel gennaio 2009 la Camera respinse una mozione che chiedeva le dimissioni del sottosegretario accusato di fiancheggiare il clan camorristico dei “casalesi”. La bocciatura fu dovuta al comportamento di una nutrita pattuglia di parlamentari del Pd: astensioni, uscite dall’aula, assenze e voto contrario. Se il Pd avesse votato in modo compatto la mozione sarebbe passata a causa delle assenze nel Pdl. Ecco i nomi dei parlamentari del Pd che hanno salvato Cosentino.

Seguono i nomi dei transfughi.

E non si perda nemmeno la puntata della trasmissione radiofonica Angolo B di Radio Città del Capo di questa mattina: C’Hera una volta… la multiutility dell’Emilia rossa e gli affari in Campania:

Proprio la famiglia di Cosentino sembrerebbe essere dietro una finanziaria, la Scr, socia in affari della multiutility emiliana Hera. In sostanza si tratterebbe di una speculazione realizzata per costruire un termovalorizzatore nel casertano, a Sparanise, nel casertano, da una società, la Scr, che sarebbe indirettamente controllata dallo stesso Cosentino attraverso una fiduciaria: Scr nel 2002 fece un accordo con la AMI di Imola, poi confluita in Hera. La multiutility emiliana entrò così nell’affare, tanto che una società controllata, la Hera Comm Mediterranea, che gestisce la vendita dell’energia prodotta dalla centrale vede nel suo Cda il fratello di Nicola Cosentino, Giovanni.