“I soldi della P2”: sequestri, casinò, mafie e neofascismo, una lunga scia che porta a Gelli

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I soldi della P2

Il libro I soldi della P2, scritto con Fabio Repici e Mario Vaudano e pubblicato da Paper First (la casa editrice del Fatto Quotidiano), è il frutto di una lunga ricerca che va a sondare le vicissitudini di tre magistrati e le loro inchieste ricostruendo un quadro da cui discende un pezzo di storia recente finora rimasto insondato:

Vittorio Occorsio, trucidato a Roma dai colpi di mitra di Pierluigi Concutelli. Bruno Caccia, ammazzato a Torino da un commando ‘ndranghetista ancora non identificato. Giovanni Selis, miracolosamente scampato ad Aosta a una bomba piazzata sotto la sua auto, isolato dai colleghi, morto suicida pochi anni dopo.

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Nino Web Radio: “Giustizie e ingiustizie”, i processi di criminalità politica

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Nino Web Radio

Dal mese di maggio, è iniziata una nuova collaborazione. È con Nino Web Radio, un’idea di Michele Pompei, già Radio Città del Capo (Popolare Network). Una volta la settimana, il mercoledì alle 12, va in onda una puntata della trasmissione Giustizie e ingiustizie, osservatorio sui processi di terrorismo, mafia e criminalità politica. Ecco di seguito l’elenco di quanto raccontato finora:

Omicidio Bruno Caccia, quando il “mistero italiano” poteva non essere tale

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Gli arresti per il delitto caccia

Due fascicoli. Uno ha già dato vita a un processo in Corte d’Assise. Dunque il reato non è nemmeno per idea bagatellare, ma è grave, un omicidio premeditato, e in questo caso c’è un imputato. E poi ce n’è un altro, di fascicolo, in cui l’imputato di cui sopra, sempre lo stesso, è ancora “soltanto” indagato. E sempre lo stesso è il pubblico ministero. Anche il delitto – l’omicidio di Bruno Caccia – non è che possa cambiare più di tanto. Roba da rompicapo giudiziario o, poco poco, da stress test del codice penale e di procedura penale con tanto di giurisprudenza citata.

Eppure la vicenda – l’omicidio del procuratore di Torino, consumato il 26 giugno 1983 – avrebbe dovuto essere trattata diversamente. Come dovrebbe essere trattata ogni vicenda giudiziaria in cui ci sono vittime, parenti delle vittime e persone sottoposte a giudizio che sono innocenti fino a sentenza definitiva. Un insieme di umanità che, partendo dalla specificità della propria posizione, merita tutta l’attenzione possibile perché il carcere è il carcere, un’accusa è terribile e un innocente in galera non serve a nessuno. Come a nessuno serve la scarcerazione – richiesta e stoppata – di un sospetto colpevole contro cui si può usare ormai poco.

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