VideoTheVote.org: il Grande Fratello si fa videoblogger

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Video The VoteUn occhio (elettronico) contro i brogli elettorali. E non è quello del Grande Fratello o, meglio, è quello di un Grande Fratello formato elettore. Si tratta di VideoTheVote.org (qui un video di presentazione), che dice:

In 2000 and 2004, problems plagued the polls in different parts of the country: long lines, eligible voters turned away, voter intimidation, misallocation and malfunctioning of voting equipment. They were underreported on Election Day. Days and weeks later, a more complete picture of voter disenfranchisement emerged—but it was too late. The elections were over and the media had moved on. Starting this election, citizen journalists—people like you and I—will document problems as they occur. We’ll play them online, spread word through blogs and partner websites, doing our part to make sure the full story of our elections is told.

Elezioni USA: una guida per i blogger

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Una guida per i blogger che seguiranno le elezioni del prossimo 7 novembre. Dopo l’invito a seguirle via Google Earth, ora arriva dagli studenti del Center for Internet and Society dalla Stanford University Law School l’appello a sottoporre una serie di domande su aspetti legali e specialistici su cui concentrarsi. Lo scopo è quello di compilare una FAQ a uso di chi indosserà gli abiti del citizen journalist.

La trappola Disney

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The Disney TrapIl titolo è The Disney Trap – How Copyright Steals Our Stories (La trappola Disney, ovvero come il copyright ci frega le storie), è stato scritto da Monica Mazzitelli, la coordinatrice de iQuindici, e racconta di come ci sia qualcuno che tenta di blindare le storie. Il video è stato rilasciato con licenza Creative Commons e lo si può vedere su YouTube e su Google Video.

Si può inoltre scaricare (formato AVI, 88 MB) dal sito della Wu Ming Foundation. Infine, contemporaneamente alla pubblicazione dell’articolo Rassegne stampa in rete: quella libertà mai esistita di Valerio di Stefano, è partita l’iniziativa di Frontiere Digitali, Libera riproduzione degli articoli di attualità per riscrivere l’articolo 65 della legge sul diritto d’autore.

Cattivo giornalismo sempre sugli stessi temi

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Certo che quando c’è di mezzo qualche elemento di oscura comprensione, la fantasia dei cronisti si scatena. È il caso di un articolo pubblicato un po’ di tempo fa dal Giornale di Sardegna e ripreso su web dal sito Villacidro.biz, Blitz contro i Bambini di Satana. I carabinieri: «Banda sgominata». Maddai, viene da pensare, ci risiamo? Pare proprio di sì perché quest’indagine non ha niente a che vedere con l’associazione bolognese che le sue infondate traversie giudiziarie se le è già vissute. In questo caso, più che di malagiustizia, come verificatosi recentemente anche a Chieti, però viene da pensare a pessimo giornalismo: di fronte a un’indagine per vandalismi, ci sarà chi ha pensato a satanisti e il sillogismo con satanisti noti è stato il passo successivo. Chissà se sarà consentito l’esercizio del diritto di rettifica?

Nuova cappellata di Repubblica: stavolta è la TV

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TV RepubblicaVe lo ricordate il caso di YOS (Your Open Source), l’iniziativa targata MTV con cui si voleva aprire alla “libertà” e invece si blindavano omnia secula i contenuti inviati dagli utenti? Ora che arriva invece la TV di Repubblica, l’impostazione è vagamente meno sfacciata, ma TuaTv, proprio per l’uso di quel tua, lascerebbe presumere un’isola felice per gli utenti che fanno video alla Google Video o alla YouTube (malgrado siano sempre meno felici a causa delle leggi sul diritto d’autore: si legga per esempio qui e qui). Ma andando a vedere i termini di accettazione del nuovo servizio del Gruppo Espresso, si legge che:

L’Utente cede e trasferisce indistintamente alla Società, in via definitiva ed a titolo gratuito, tutti i diritti di sfruttamento economico e commerciale relativi al Materiale Trasmesso, per l’Italia e per tutti i paesi del mondo e con i termini massimi di protezione ivi previsti.

Altra cappellata dopo l’infelice battesimo di Kataweb News. Della questione TV Repubblica se ne legge anche sul blog mai.abbastanza.info.

Scricciolo: 20 anni in attesa di giustizia

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20 anni in attesa di giustiziaVia Pino Scaccia, la presentazione del libro 20 anni in attesa di giustizia di Luigino Scricciolo.

La verità emerge grazie anche alla rete. Ecco una notizia che non ha nulla di trascendentale ma segna la fine di un lungo tunnel. Infatti, sta per uscire il mio Diario “Vent’anni in attesa di giustiazia”, pubblicato dalle Editrice Memori, nel quale ripercorro la mia vicenda umana e giudiziaria. Come Lei ricorderà all’inizio degli anni ’80 fui arrestato con accuse terribili (partecipazione esterna al terrorismo, tentativo di spionaggio, ecc.) mentre ricoprivo la carica di responsabile esteri della Uil. La mia esperienza politica, maturata prima nel Movimento poi in Democrazia Proletaria, era fondata sul ripudio della violenza, sulla solidarietà, sulla difesa dei diritti umani ovunque calpestati. Fui, tra l’altro, l’organizzatore politico del viaggio di Lech Walesa in Italia. Ma tutto ciò non fu sufficiente ad allontanare da me mandati di cattura, carcerazione ed istruttoria con il vecchio rito. La mia vicenda giudiziaria ebbe grande risalto nella stampa e non poteva essere diversamente per le accuse ed il ruolo svolto nel Sindacato. Naturalmente la mia detenzione (oltre due anni in isolamento) mi impediva di far sentire le mie ragioni e riequilibrare l’informazione. Poi dopo un altro anno agli arresti domiciliari, lentamente ed inesorabilmente il mio caso finì nell’oblìo. Quando dopo oltre 20 anni, la Procura di Roma chiuse la istruttoria, fui prosciolto da tutte le accuse. Il proscioglimento in istruttoria chiudeva il “caso Scricciolo” ma nessuno ne diede notizia. Ed era in qualche modo naturale. Questo mio Diario vuole essere occasione per ricordare la mia vicenda e la sua positiva conclusione. E per rivendicare quella verità che a lungo è stata negata.

Il pretesto di Reggio Emilia

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diritto d'autorePrendendo spunto da una recente ricerca sui sistemi radiotelevisi pubblici europei secondo cui il caso italiano, in base a regolamentazione, politica e indipendenza, rientra tra le worst practices, due parole su uno spettacolino andato in onda venerdì in tarda serata che sembra confermare la ricerca.

RaiDue, 23.30 circa: Maria Giovanna Maglie, Luca Telese e Gigi Moncalvo (che in passato aveva dato segno di gradire poco chi parla di lui), durante la puntata di Confronti, hanno messo in campo un tendenzioso dibattito a tre fuori fascia protetta. Pretesto della discussione è stata la contestazione a Gianpaolo Pansa durante la presentazione del suo ultimo libro a Reggio Emilia e la discussione è stata una raffica di sentenze contro la Costituzione fondata sul lavoro e sulla Resistenza, i «no-global» che viaggiano con auto che non si adattano al «proletariato attivo», alcuni partiti dell’attuale maggioranza che avranno mica istigato le agitazioni anti-Pansa?, Giorgio Bocca che alla sua età…, Santoro che si mette in mezzo a una lite tra Storace e Minniti, le prostitute che evadono le tasse, Dario Fo ospite di Serena Dandini biasimato perché non fa satira sulla sinistra al governo ma sulla chiesa, Vittorio Sgarbi che si erige a baluardo anti-fascista intascando il cachet della Pupa e il Secchione ma – furbetto – si fa sbattere fuori.

E via di questo tenore in una specie di predicozzo populista inneggiante ai celoduristi di Vicenza. Probabilmente ha ragione chi parla di Una destra alla Pinochet per toni e aggressività. Del resto qualcuno di loro non stimava profondamente statisti dalle ampie vedute?

Diritto d’autore, libertà e involuzioni

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diritto d'autoreUn articolo di Valerio di Stefano di Classici Stranieri sulla questione riforma del diritto d’autore recentemente proposta e poi stralciata. Ma con la possibilità che venga reintrodotta “blindandola”. Il resto è anche un’analisi della situazione attuale e di come la prassi abbia potuto più delle norme. Si legge infatti che:

Quella che veniva legittimamente vista come una scelta liberticida nella gestione della libertà di circolazione delle idee e delle informazioni era, in realtà, solo l’ennesimo giro di vite a un dispositivo di legge che liberticida lo era già per conto proprio […]. La distanza abissale tra legge e consuetudine segna un solco talmente profondo da risultare ormai incolmabile, e gli emendamenti aggiunti a una legge finanziaria non rendono certo un servizio a nessuno. Di sicuro c’è che soltanto l’uso delle licenze libere permette, allo stato dei fatti, una circolazione delle notizie e delle idee capillare ed efficace. Sfuggendo sia dalle logiche dei grandi gruppi editoriali tradizionali, ma anche da quelle di un palazzo che non è più capace di affrontare le esigenze della comunicazione in rete.

Il testo completo di Rassegne stampa in rete: quella libertà mai esistita

Creative Commons e Flickr: 22 milioni di foto condivise

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kk+ shoots the DeSmogBlog teamSono 22 milioni le foto licenziate sotto Creative Commons su Flickr. Un’analisi di questo fenomeno la traccia Mark Glaser, giornalista freelance, nell’articolo Creative Commons + Flickr = 22 Million Sharable Photos, in cui parla dell’esperienza del fotografo Kris Krug. Il quale punta molto sul portfolio messo a disposizione e sulla quantità di sue immagini riprese e a lui attribuite su altri siti e blog. Ma Glaser racconta anche dell’esperienza di JD Lasica, uno dei fondatori del progetto Ourmedia, che invece si concentra maggiormente sulle modalità di gestione «sartoriale» del diritto d’autore.

Il lupo mannaro del Maine investito ad agosto

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Maine Mystery BeastAggiornamento del 7 giugno 2007: su Cryptomundo compare l’articolo Maine Mystery Beast Back? con recenti notizie che fanno pensare a nuovi animali del genere in giro per Wiscasset.

Un lupo mannaro si è recentemente aggirato per il Maine. Certo che lo staterello americano, location preferita da Stephen King e più estemporaneamente anche da altri scrittori piuttosto cupi come Dean Koontz, qualcosa di strano lo deve pur avere se determinate storie vengono ambientate tutte lì. E l’agosto scorso, gli abitanti della cittadina di Turner, provando qualche autentico brivido, avranno pensato che non erano pazzi quando sostenevano che un licantropo si aggirava da anni per le loro campagne.Corre il giorno 16, infatti, quando arriva la prova con una notizia riportata da FoxNews: Maine Mystery Beast Possibly Killed by Car. Un banale incidente stradale sulla Route 4 e il mostro che aveva sbranato nelle settimane precedenti un paio di cani di grossa taglia è passato a miglior vita. C’è poi chi è particolarmente ottimista e pensa che con quell’arrotamento sia stata levata di mezzo la strana bestia, «un ibrido di qualcosa», che nei precedenti quindici anni aveva terrorrizzato gli abitanti della contea di Androscoggin. Sul posto arriva anche il criptozoologo Loren Coleman per capire meglio il tipo di animale con cui si ha a che fare e viene pubblicato sul blog di CryptoMundo un reportage dello stesso Coleman (peraltro anche il Sun si mette a seguire l’argomento). Continue reading