8 marzo. Una storia lunga un secolo di Tilde Capomazza (femminista e programmista televisiva) e Marisa Ombra (ex partigiana e vicepresidente nazionale dell’Anpi) e con la prefazione di Loredana Lipperini.
(Via Booksblog)
8 marzo. Una storia lunga un secolo di Tilde Capomazza (femminista e programmista televisiva) e Marisa Ombra (ex partigiana e vicepresidente nazionale dell’Anpi) e con la prefazione di Loredana Lipperini.
(Via Booksblog)
La campagna Women Should di UN Women contro il diffuso sessismo e le discriminazioni alle donne. Per commentare e intervenire in su Twitter, l’hashtag è #womenshould.
Il 3 marzo 1913, cento anni fa, a Washington sfilavano per la prima volta le donne della National American Woman Suffrage Association per rivendicare il diritto di voto. Organizzato da Alice Paul (qui un suo ritratto), l’evento portò per le strade della capitale degli Stati Uniti circa ottomila persone, incluse quelle che marciarono in modo originale tra carri allegorici e costumi. Ma soprattutto c’era una nutrita rappresentanza di cittadini che andò ben oltre le suffragette. A distanza di un secolo dall’evento, il giornale The Atlantic ha radunato ventiquattro fotografie dell’epoca conservate dalla Biblioteca del Congresso e ha fatto una storia per immagini di quel giorno.
Contiene anche documentazione fotografica il volume L’eredità di Antigone – Storie di donne martiri per la libertà del giornalista Riccardo Michelucci, già autore del libro Il conflitto anglo-irlandese. Otto secoli di persecuzione inglese. In uscita il prossimo 4 marzo per i tipi della casa editrice Odoya, questo nuovo lavoro di Michelucci, che ha la prefazione di Emma Bonino, viene descritto con queste parole:
Un viaggio attraverso quattro continenti, dentro le vite di donne che hanno lottato per i diritti civili e per la conquista della libertà, affrontando fino alle estreme conseguenze il supremo scontro tra la ragion di Stato e la coscienza individuale. Dall’Afghanistan agli Stati Uniti, dall’Argentina al Sudafrica passando per il Vecchio Continente: dieci biografie di donne che hanno incarnato l’antico conflitto tra imperativo morale e potere, divenendo archetipi universali di coraggio e sacrificio […].
Riccardo Michelucci ripercorre le vicende di Sophie Scholl, Franca Jarach e Meena Keshwar Kamal, giovani capaci di sfidare le più spietate dittature del XX secolo. Racconta le vite intense di Marianella García Villas, Ruth First e Anna Mae Aquash, perseguitate e uccise perché difendevano i diritti dei più deboli. Rievoca le battaglie di Emily Davison contro le discriminazioni di genere nell’Inghilterra post vittoriana e quelle di Mairéad Farrell nell’Irlanda vittima del giogo inglese. Di Marla Ruzicka, cooperante statunitense morta in Iraq, e di Norma Parenti, staffetta partigiana divisa tra la maternità e la lotta di liberazione.
Il Time pubblica le foto di una manifestazione innescata dalle richieste di giustizia dopo una presunta violenza sessuale di gruppo. Soprattutto le donne protagoniste delle proteste, ma anche molti uomini, tutti per chiedere il rispetto dei diritti di genere.
(Via @PhotojournSG)
Libra (Bilancia) è il cortometraggio di Carlota Coronado su donne, lavoro e maternità. Il filmato è uscito nel 2006 e si chiede oggi Nazione Indiana:
Se lo girassero oggi che storia racconterebbe? I nuovi aut-aut sono sempre peggiori dei vecchi.
Done di scienza. Si intitola così la galleria fotografica che la Smithsonian Institution mette a disposizione su Flickr. Le immagini e le brevi biografie sono settantadue, quanto basterebbe per iniziare un libro sull’argomento.
(Via BoingBoing)
In rete è approdato Firecracker – Supporting european women photography. Si tratta dell’iniziativa di Fiona Rogers, che lavora dal 2005 per Magnum Photos London come coordinatrice del settore cultura ed educazione. Per vedere cosa è stato pubblicato, si può visitare l’archivio. Qui invece le indicazioni per sottoporre i propri scatti.
(Via Daria Scolamacchia)
A proposito di Donne e media di cui si era scritto, Lsdi pubblica i materiali di un incontro alla Sapienza, curati dal giornalista Marco Renzi, che riporta:
Il ruolo della donna nella nostra società e in particolare quello raccontato dai media, è ancora un ruolo marginale, spesso limitato all’apparire e non all’essere, privilegiando la forma sulla sostanza. E alcune posizioni intransigenti del neo femminismo, tornato prepotentemente in auge negli ultimi anni, non aiutano, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, ad elevare l’immagine della donna.
Questi alcuni degli spunti emersi nel corso del convegno “Donne e media, riflessioni sul ruolo della donna nell’immaginario collettivo” organizzato dall’Associazione Pulitzer in collaborazione con Lsdi, il dipartimento Digilab dell’università La Sapienza, e il patrocinio della Fnsi, il 25 novembre scorso nell’ambito della “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne” presso la sala Odeion della facoltà di Lettere e Filosofia dell’università La Sapienza di Roma. Pubblichiamo qui i video con la sintesi degli interventi.
Continua qui.