Accadeva 37 anni fa, il 4 agosto 1974. È la strage dell’Italicus: sull’espresso Roma-Monaco di Baviera, all’altezza di San Benedetto Val di Sambro (provincia di Bologna), esplose una bomba che fece 12 vittime e 54 feriti. Questa sera, a partire dalle 21, presso la biblioteca Stefanini del Comune sull’Appennino tosco-emiliano, quell’attentato verrà ricordato proiettando il documentario “4 Agosto 1974 – Italicus, la strage dimenticata” di Alessandro Quadretti e Domenico Guzzo mentre fino al 15 agosto sarà visitabile la mostra Io sono testimonianza sulla strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 con fotografie di Martino Lombezzi e testi storici di Cinzia Venturoli.
1974
Dal divorzio all’acqua pubblica, 62 referendum abrogativi dal ’74 a oggi
StandardSul sito del Fatto Quotidiano si racconta che ci sono stati dal divorzio all’acqua pubblica, 62 referendum abrogativi dal ’74 ad oggi. Ecco di seguito nel pezzo integrale quali sono. Utile promemoria in vista del 12 e 13 giugno.
Dal divorzio alla modifica della parte II della Costituzione. Dal 12 maggio del 1974 al 25 giugno 2006. In mezzo, 62 referendum abrogativi sui quali gli italiani sono stati chiamati a esprimere un parere. Al centro le grandi battaglie sui diritti civili come la legalizzazione di divorzio e aborto, l’obiezione di coscienza, il voto ai diciottenni, lo stop alle centrali nucleari, la riforma del sistema elettorale in senso maggioritario, la depenalizzazione dell’uso personale di droghe leggere, l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, la chiusura dei manicomi e l’affermazione dei diritti dei transessuali. Il quorum viene raggiunto 35 volte, il “no” vince 16 volte, il “sì” 19.
Il divorzio. Previsto dall’articolo 75 della Costituzione con soli tre casi di inammissibilità, l’istituto referendario è stato introdotto in Italia solo nel 1970 su richiesta del Vaticano che spingeva per abolire la legge sul divorzio (la Fortuna-Baslini) approvata grazie alla campagna dei radicali. Il 12 e 13 maggio 1974 quasi 38 milioni di italiani sono chiamati a votare. Votano “no” il 59,1 per cento degli italiani. Il risultato è dirompente. L’Unità titola: “Grande vittoria della libertà: il popolo italiano fa prevalere la ragione, il diritto, la civiltà”. L’editoriale affidato al segretario del Pci Enrico Berlinguer saluta “un’Italia che è cambiata e che vuole e può andare avanti”. Non la vittoria di un singolo partito, ma il contributo di “un larghissimo schieramento di forze politiche, sociali, culturali diverse” hanno portato il no alla vittoria.
La ragione del successo sta nel rifiuto di gran parte dell’elettorato Dc di seguire l’indicazione di voto e la linea politica della segreteria dello Scudo crociato. Insomma, milioni di elettori cattolici avevano voltato le spalle ai Gabrio Lombardi e ai Fanfani schierandosi per il “no”.
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A Brescia si parla dello stato degli studi su stragi e terrorismo negli anni Settanta
StandardCausa impegni di lavoro, non riuscito ad assistervi, ma segnalo il seminario Stragi e terrorismo negli anni Settanta: lo stato degli studi, organizzato per domani, 19 maggio, a Brescia dalla Fondazione Luigi Micheletti e dalla Casa della Memoria in vista del trentasettesimo anniversario della strage di piazza della Loggia, avvenuta il 28 maggio 1974. Parteciperanno tra gli altri:
- Manlio Milani, presidente Casa della Memoria
- Aldo Giannuli, strategia della tensione e doppio stato
- Giuseppe De Lutiis, le stragi in Italia. La svolta del 1974
- Mirco Dondi, narrare le stragi. Come cambia il racconto giornalistico da piazza Fontana a piazza della Loggia
- Miguel Gotor, la strategia della tensione nel memoriale di Aldo Moro
- Anna Cento Bull, verità e condizione vittimaria nella memorialistica degli ex-terroristi
- Ugo Maria Tassinari, inutilizzabilità delle testimonianze dirette dei protagonisti per una storia “evenementielle” del terrorismo nero
- Guido Panvini, la sfida al labirinto. Terrorismo e violenza politica tra dibattito storiografico e uso pubblico della storia
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Altri interventi prevedono la presenza di Francesco Germinario, Agnese Moro, Ilaria Moroni, Paolo Pelizzari e Benedetta Tobagi.
Qui il programma completo con nomi dei relatori, orari e argomenti.
Piazza della Loggia, a processo si racconta dei documenti che scompaiono
StandardRiccardo Lenzi mi segnala un articolo uscito ieri sul quotidiano Brescia Oggi. Si intitola «Dall’archivio svaniti i documenti delle stragi» e racconta ciò che Giovanni Flamini ha dichiarato in qualità di consulente un paio di giorni fa alla Corte d’Assise di Brescia dove è in corso il processo per la strage di piazza della Loggia (su Radio Radicale è disponibile la registrazione dell’intera udienza mentre sopra si può ascoltare il singolo intervento di Flamini). Il testo dell’articolo segnalato da Riccardo merita di essere riportato per estero.
Nessun riferimento alla strage di piazza Loggia o alla questura di Milano, consumata un anno prima, il 17 maggio ’73. Nelle veline della Divisione Affari Riservati non compare alcuna nota informativa sull’attentato bresciano. E non è l’unica pagina terroristica a mancare dall’archivio. «Erano proprio i documenti che cercavo con più curiosità, conoscevo bene le carte su piazza Fontana. Ma non c’era nulla, a volte, solo le intestazioni». A ricordare con dovizia di dettagli il materiale custodito nel deposito di Circonvallazione Appia è Giovanni Flamini, consulente, chiamato a deporre dai pm nel terzo processo sulla strage bresciana. Era stato incaricato dalla Procura di Milano di esaminare parte degli archivi della Dar, nell’inchiesta su piazza Fontana: 36 anni dopo. a Brescia, l’accusa punta a ricostruire luci e ombre dell’attività della Dar per dimostrare che la strage di piazza Loggia maturò in un contesto che vedeva legati a doppio filo estremisti neri e apparati statali deviati.
«Dovevamo trovare elementi che riconducessero agli attentati di Roma e Milano nel ’69: la documentazione, che andava dal ’61 al ’94, era riposta in 40 scatole di cartone ‑ ricorda Flamini ‑, ma il materiale era incomprensibile». Ma nel marasma dei documenti c’era anche un brogliaccio quotidiano con la cronologia degli eventi giorno per giorno. « Sono andato all’agosto ’69, quando, tra il l’8 e il 9, si consumarono 10 attentati ai treni ‑ spiega Flamini ‑, ma al 7 le veline si fermavano, per riprendere solo 3 giorni dopo». Stessa cosa per piazza Fontana: « Il materiale arrivava fino a dicembre, poi niente. L’ipotesi più probabile era che qualcuno lo avesse fatto sparire». Molti i fascicoli sui gruppi di estrema sinistra, ma anche buste intestate al gruppo padovano ordinovista di Freda. Ventura e Fachini: «ma vuote».
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