A Ravenna ritorna il NightMare Film Festival

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Il NightMare Film Festival è un appuntamento che ormai si ripete negli anni a Ravenna e per l’edizione 2008 si inizia lunedì prossimo, 27 ottobre, per finire sabato 1 novembre. Il programma completo è stato pubblicato nei giorni scorsi e prevede (anche) una serie di film d’epoca o quasi (usciti tra il 1933 e il 1969) che hanno come protagonisti gli animali e i mutanti per proiezioni tra horror e fantascienza. Da segnalare tra questi Radiazioni BX: distruzione uomo (titolo originale: The Incredible Shrinking Man). Pellicola del 1957 girata da Jack Arnold (regista prolifico che ha firmato alcune puntate degli sceneggiati tra cui Ellery Queen e Perry Mason o film come Il mostro della Laguna Nera e La vendetta del mostro), è la riduzione cinematografica di Tre millimetri al giorno, il romanzo firmato da Richard Matheson che scrisse anche quel capolavoro letterario di Io sono leggenda.

Racconti nell’ombra in teatro a Castel Maggiore

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Sguardi - Stagione 2008 2009Dopo l’esperienza estiva di BoNoir con Riccardo Marchesini e GiostraFilm, si riparte tra poco con quella invernale (o quasi). Diverse le novità: il nome della manifestazione, che si chiamerà “Racconti nell’ombra – Viaggio negli enigmi bolognesi”, la location è la sala teatro “Biagi-D’Antona” di Castel Maggiore, alle porte di Bologna, e l’inserimento all’interno della stagione teatrale 2008-2009 intitolata Sguardi e diretta da Francesca Mazza. Qui (in formato pdf) il programma completo della stagione mentre per quanto riguarda gli appuntamenti con “Racconti nell’ombra” queste sono le date:

  • 23 novembre 2008, “Fratelli di sangue: la banda della Uno bianca” con Rosanna Zecchi (presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime) e Alessandro Gamberini (avvocato); letture di Francesca Mazza
  • 18 gennaio 2009, “L’omicidio Alinovi e i delitti del Dams” con Achille Melchionda (avvocato e scrittore), Giampiero Rigosi (scrittore) e Cristiano Governa (scrittore)
  • 8 febbraio 2009, “Leonarda Cianciulli: la saponificatrice di Correggio” con Serena Bersani (giornalista), Fabrizio Piccinini (giornalista) e Marcello Fois (scrittore); letture di Angela Malfitano
  • 1 marzo 2009, “Il caso Murri” con Lorena Mirandola (giornalista), Maurizio Matrone (scrittore) e Loriano Macchiavelli (scrittore)

Resolution 819: i fatti accaduti a Srebrenica nel ’95 in un film

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Resolution 819Tornando di nuovo ai fatti di Srebrenica del 1995, nei prossimi giorni sarà presentato al Festival del cinema di Roma il film Resolution 819 scritto da Thierry Jonquet e diretto da Giacomo Battiato. Produzione francese con partecipazione polacca e ceca, la pellicola prende il titolo da un’ominima risoluziona dell’Onu e questa la vicenda che narra:

Resolution 819 tells the compelling story of a young investigator sent to Bosnia in 1995 to investigate the disappearance of 8,000 men in Srebrenica and eventually bring the perpetrators of the massacre to justice at the International Criminal Tribunal for the former Yugoslavia. Benoît Magimel stars as Jacques Calvez, a man of integrity who refuses to let politicians, mobsters or bureaucrats stand in his way. He receives valuable help in his quest from Lherbier (Hippolyte Girardot), a French secret service agent, and above all from beautiful forensic anthropologist Klara Gorska (Karolina Gruszka).

Cinemautonome per la produzione cinematografica dal basso

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Ricevo questa mail da Malastrada.film – di cui già varie volte s’è parlato a proposito di cinema, documentaristica, produzioni dal basso e Creative Commons – per presentare il lancio di un nuovo progetto: Cinemautonome. Che sarà tenuto a battesimo domani, 18 ottobre (a fianco il trailer di Città – Stato).

La Malastrada.film è un centro di creazione e diffusione di cinema di ricerca. Con questa e-mail lanciamo una nuova produzione dal basso per la realizzazione di tre film, tre nuove visioni da portare alla luce, attraverso la raccolta di quote di finanziamento. Cinemautonome è un progetto di produzione dal basso internazionale, domani 18 ottobre pubblicheremo una piattaforma attraverso la quale sarà possibile approfondire, vedere, coprodurre la ricerca che porterà alla realizzazione di queste tre opere. Sabato sarà anche il giorno della nostra rubrica “Cinema autonomo” su Alias – inserto del quotidiano Il Manifesto – dedicata a una nuova progettualità filmica, che andrà avanti per cinque settimane.
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Taranto, l’Ilva, la diossina e le pecore

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Dopo la segnalazione su Acerra, Peacelink pubblica un articolo intitolato Noi, ignoranti come le pecore. È firmato da Alessandro Marescotti, presidente dell’associazione, che scrive a proposto di un’inchiesta della Rai dopo che Peacelink ha fatto ampia informazione in tema:

Questo video vi colpirà. Vi chiederete perché in tutti questi anni la verità non è venuta a galla. Noi abbiamo mangiato diossina con la stessa incoscienza delle pecore. Sia le pecore sia noi abbiamo vissuto nella più completa ignoranza. E nessuno ci ha avvertito. Siamo andati a scuola, abbiamo fatto le traduzioni di latino, ci siamo cimentati con i polinomi, abbiamo fatto le nostre ossidoriduzioni come da programma ministeriale e… a tavola diossina, sempre diossina. Con lo stesso livello di informazione delle pecore.

La città di cui si parla è Taranto e più precisamente gli stabilimenti dell’Ilva. Inoltre c’è di mezzo una raccolta di firme promossa dall’AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie), sede locale.

Giornalisti online: un primo identikit di LSDI

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Giornalisti online: un primo identikit è stato presentato un paio di giorni fa a Roma in un incontro organizzato da LSDI. Dell’indagine si legge:

Il lavoro di analisi e di approfondimento proseguirà – ha spiegato Pino Rea, coordinatore di Lsdi -, aggirando la diffidenza delle direzioni delle testate tradizionali, che per ora non hanno fornito alcuna collaborazione, anche attraverso un eventuale intervento delle Associazioni regionali di stampa e dei Comitati di redazione a livello territoriale. Le due tabelle con le prime valutazioni delle risposte ai questionari sono consultabili qui e qui.

Qui il materiale video della tavola rotonda.

Cassazione: espulse le clandestine infibulate e in stato di “sudditanza”

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Pensavo di aver capito male quando, questa mattina, mi arriva la newsletter di Cassazione.net in cui si legge che vanno espulse le donne sottoposte a infibulazione nel loro paese. Forse qualche chance con le norme del 2007. Allora rileggo il testo dell’aggiornamento e dice effettivamente quanto segue:

Linea dura sull’immigrazione clandestina anche se a farne le spese sono i diritti umani. Vanno infatti espulse e non possono rifugiarsi in Italia le clandestine che, nel loro paese, sono soggette a una condizione di “sudditanza” e che vengono sottoposte ad infibulazione. Infatti, anche se questa condizione è “inaccettabile per la coscienza civile” non viene tutelata dalla Convenzione di Ginevra. Una chance di restare c’è solo per le donne espulse dopo le nuove norme, del 2007, ma i contorni della tutela non sono ancora chiari.

La sentenza 24906 del 10 ottobre 2008, a cui il testo di cui sopra fa riferimento, è scaricabile da qui in formato pdf.

Il recinto: microdocumentario su diossina e ambiente ad Acerra

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Si intitola Il recinto, dura sette minuti ed è un microdocumentario pubblicato da Edans, un giovane filmaker che fa parte dell’associazione Cineclub Detour OffCinema. Questa la presentazione del filmato:

Nella primavera 2007, ad Acerra, muore Vincenzo Cannavacciuolo. “Il recinto” è un breve racconto, una raccolta di testimonianze, che descrive una realtà, quella di Acerra, in cui la mortalità per tumori è tre volte superiore alla media italiana.

(Via Nicola Mattina)

La paga dei padroni: radiografia di una classe dirigente

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La paga dei padroniQuesto ha l’aria di essere un libro interessante e tempestivo. Uscito qualche giorno fa, nel pieno dei picchi negativi dei mercati internazionali, La paga dei padroni scritto, da Gianni Dragoni (Il Sole 24 Ore) e Giorgio Meletti (Tg La7) per i tipi di Chiarelettere, racconta una storia quanto mai attuale tra fusioni bancarie, cordate per rilevare compagnie aeree, capitani coraggiosi che ogni tot si ripresentano e manager che prima tentato di affossare le ferrovie e poi ci provano con altro. Infatti:

Questo libro mette insieme gli stipendi e le storie della nostra classe dirigente. Un sistema granitico, di signorie e vassallaggi. I nomi sono sempre gli stessi da anni: Ligresti, Pesenti, Berlusconi, Moratti, Agnelli, Colaninno, Romiti, De Benedetti, Caltagirone, Benetton… Protagonisti di un sistema che pensa più alla finanza che all’industria, più a mantenere un sistema di potere che a far prosperare le imprese. Condottieri di un capitalismo malato. E poi c’è Mediobanca, l’epicentro del potere finanziario da sempre, la scatola nera del privilegio. La parola chiave è una sola: fedeltà. Allora lo stipendio milionario è assicurato. Come insegna la saga infinita dei dirigenti pubblici, spostati da una parte all’altra, sempre con buonuscite record, e dopo aver accumulato, molto spesso, perdite disastrose. E quella dei capitalisti senza capitali, che controllano una società con un’altra società, un’altra ancora, un’altra… Così hanno diritto a pochi dividendi, ma il potere è loro, basta una firma ed ecco che scatta il compenso d’oro.

“Le memorie di Jack Lo Squartatore”: un affresco storico

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Le memorie di Jack Lo SquartatorePersonalmente ritengo che sia poco rilevante ormai l’identità di Jack Lo Squartatore, lo pseudonimo dell’anonimo assassino che nell’autunno del 1888 fece (almeno secondo le ricostruzioni ufficiali) cinque vittime tra le più neglette delle donne di Whitechapel. In proposito, nel corso di un quasi un secolo e mezzo, di ipotesi ne sono state formulate molteplici. E un’altra la propone Clanash Farjeon, noto anche come Alan John Scarfe, ponendo come protagonista del suo romanzo, Le memorie di Jack Lo Squartatore, lo psichiatra londinese Lyttleton Stewart Forbes Winslow. Il libro, uscito a fine settembre in italiano per Gargoyle Books e con la prefazione di Luca Crovi, racconta la storia di questo medico: figlio di un facoltoso alienista, quarant’anni passati da poco, smaltite vicissitudini familiari che gli hanno impedito di migliorare ulteriormente il suo stato sociale, lo psichiatra scopre una passione. Anzi, un’illuminazione, una sorta di percorso mistico verso il sollievo (suo e delle sue vittime): uccidere.

Ma il valore di questo libro non sta tanto nella trama, nella rievocazione dei delitti, nell’autocritica che il killer porta avanti per migliorare il suo modus operandi. Il suo vero valore sta invece altrove: nello spettacolare affresco storico e sociale della Londra di fine Ottocento; nei chiari di una borghesia professionale che assapora gli anticipi di quella che altrove sarebbe stata chiamata belle époque; e negli scuri di un mondo infame, sudicio, senza speranza, da cui fuggire, mondarsi, elevarsi. Singole parole e intere costruzioni sintattiche (ben tradotte in italiano da Chiara Vatteroni) rendono in pieno le atmosfere, contrastanti e complementari, di quel mondo. Sembrano renderle reali, visibili, le luci delle case signorili dove la scurrilità viene ben celata, la frigidità è un destino ineluttabile contro la trivialità dei sensi, dove l’amore diventa motivo di schiavitù tramandato di generazione in generazione. In modo paradossale, la vita e la vitalità stanno altrove: stanno laddove una coltre di sporcizia copre pelle, strade, abiti, marciapiedi, esseri umani. Dove la profanazione di qualsiasi legame affettivo significa perdizione autentica, ma dove la disperazione diventa una costante molla per una ricerca.
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