Freedom of Expression (R): dileggio dei nemici della creatività

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Freedom of Expression (R)Si può scaricare in formato pdf da Kembrew.com/books (qui invece si può reperire l’edizione cartacea) il libro Freedom of Expression (R), scritto da Kembrew McLeod su overzealous copyright bozos and other enemies of creativity e rilasciato con licenza Creative Commons. Non recentissimo (è uscito nel febbraio 2005), è una ironica e corposa carrellata che si snoda attraverso argomenti e personaggi differenti.

Un dileggio che di certo non manca di riferimenti giuridici su chi vorrebbe porre paletti in ambito scientifico – con particolare riguardo ai brevetti sulle sequenze genetiche – o artistico attraverso persecuzioni giudiziarie dei fruitori di musica “inseguiti da giganti che non hanno niente di meglio da fare”, dei “defacciatori” o di chi si ispira a opere preesistenti (i “criminali del copyright”). Un’ultima annotazione: in apertura del libro, McLeod pubblica l’immagine di un certificato con il quale attesta di essere il depositario dell’espressione “Freedom of Expression” (ecco perché la R nel titolo) e a cui dedica un paragrafo raccontando la storia della richiesta e l’iter per raggiungere il risultato. Un’ulteriore beffa.

Aggiornamento del 18 ottobre. E stasera verrà presentato a San Francisco il film tratto da questo libro. Via Creative Commons Blog.

L’accusa del sangue: i miti e l’assenza di riscontri

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L'accusa del sangue di Furio JesiA proposito del libro che mi ha fatto conoscere Carlo, L’accusa del sangue. La macchina mitologica antisemita di Furio Jesi, pubblico una recensione del libro scritta e inviatami da Claudio Vercelli. Recensione che sarà a breve pubblicata sulla rivista L’indice dei libri del mese.

Furio Jesi, L’accusa del sangue. La macchina mitologica antisemita, con una introduzione di David Bidussa, ed. orig. Morcelliana, Brescia 1993, ristampa a cura di Bollati Boringhieri, Torino 2007, pp. XL + 62, euro 8,00 Isbn 9788833918006

Bene ha fatto la casa editrice Bollati Boringhieri a ristampare il prezioso, nonché oramai introvabile, volumetto su L’accusa del sangue. Originariamente il testo, un vero e proprio strumento di lettura sistematica, smontaggio analitico e rimontaggio critico di quella che è stata definita la “macchina mitologica antisemita”, era uscito per le pagine della rivista «Comunità». Si trattava del lontano 1973. Un giovanissimo Jesi consegnava così al lettore italiano un potente strumento di lavoro – poiché il saggio si presenta con questa natura aperta, programmaticamente laboratoriale – su un tema, quello del delitto rituale, capace di congiungere potere, identità collettive e comunicazione sociale. Una sorta di intreccio o, se si preferisce, di viluppo inestricabile, fondato sulla razionalizzazione del visibile attraverso il ricorso all’invisibile come chiave esplicativa della complessità sociale. Jesi ne indaga quindi la qualità mitopoietica, ovvero il suo essere agente di mito prima ancora che mito esso stesso, capace di riprodursi nel tempo non malgrado ma in virtù dell’assenza di riscontri. Una prova non tanto di controfattualità quanto di iperfattualità, basata, ovviamente, sulla traslazione della realtà in una dimensione di lucido onirismo. Fondamentale, per la comprensione del lavoro di Jesi, la corposa introduzione di David Bidussa che, di fatto, ha ripreso in mano la lezione dell’autore proseguendola in tempi a noi più prossimi. Ci sia infine permessa una considerazione affettuosa, ricordando l’opera di un uomo scomparso oramai più di venticinque anni fa, nel pieno della sua vivacissima produzione intellettuale e che, se fosse ancora in vita, ci avrebbe consegnato fior fiore di riflessioni.

Libri: dichiarazione a tutela della bibliodiversità

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Via False Percezioni, Dichiarazione Internazionale Editori Indipendenti per tutelare la “Bibliodiversità”:

Constatiamo che le leggi antiterrorismo e quelle relative alla pubblica sicurezza hanno ridotto, da alcuni anni, la libertà di espressione in tutto il mondo. Intendiamo lottare contro tale degrado.

Siamo particolarmente allarmati dal fatto che non ci sia scambio di iniziative e idee tra le culture, soprattutto attraverso i libri. Notiamo, ad esempio, che pochissimi libri sono tradotti in inglese o in arabo, mentre la maggior parte delle traduzioni riguarda opere scritte in inglese. Temiamo un impoverimento delle identità culturali e il definitivo avvento di un pensiero dominante. Chiediamo unanimemente e solennemente una raccolta urgente di fondi e incentivi alla traduzione destinati, prima di tutto, agli editori indipendenti. Chiediamo a tutti gli Stati, all’autorità pubblica, ai mecenati di destinare urgentemente finanziamenti alla traduzione di opere, contribuendo a ricreare e a rafforzare i legami tra le società umane.

Beasts of New York: romanzo in rete sotto Creative Commons

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Beasts of New YorkRilasciandolo con licenza Creative Commons, lo scrittore di thriller Jon Evans ha iniziato a metà luglio la pubblicazione di un romanzo a puntate, Beasts of New York (qui il primo capitolo e qui l’indice di ciò che è già online). La storia ha per protagonista uno scoiattolo e, per la natura fantasy dell’opera, viene definita un children’s book for adults sul quale Evans scrive:

I originally wanted to release my first published novel (Dark Places aka Trail of the Dead) online, but my publishers balked at that. Then it occurred to me I could release Beasts of New York instead. And while it’s an odd little book, I’m very, very fond of it, so I want to give it a chance to find an audience.

Tra i link, inserisce i libri di altri autori che hanno fatto la stessa scelta: Accelerando di Charles Stross, Agent to the Stars di John Scalzi, Blindsight di Peter Watts, Down and Out in the Magic Kingdom di Cory Doctorow, Monster Island di David Wellington, Move Under Ground di Nick Mamatas, Neid di Elfreide Jelinek, The Prize in the Game di Jo Walton e Stranger Things Happen di Kelly Link.

Tornanto a Evans, sul blog di CreativeCommons.org è disponibile una presentazione del romanzo.

I risultati raggiunti da Vibrisselibri

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Tana per la bambina con i capelli a ombrelloneRicevo da Giulio Mozzi a proposito dei risultati ottenuti dalla sua Vibrisselibri. E complimenti a Demetrio Paolin e Monica Viola, della quale si era parlato qui.

Il 16 novembre del 2006 prendeva vita un’originale esperienza editoriale: vibrisselibri. Vibrisselibri voleva essere una casa editrice in rete e un’agenzia letteraria. In sostanza, ci
proponevamo di pubblicare in rete buoni libri che non avessero trovato cittadinanza nella “repubblica delle lettere di carta” e, successivamente, di darci da fare per promuovere la loro pubblicazione presso editori tradizionali. Un classico doppio gioco, insomma.

A meno di un anno dall’avvio dell’iniziativa (che ha forma associativa e non ha scopo di lucro), sono lieto di dare notizia del “passaggio alla carta” di due dei libri pubblicati finora solo in rete da vibrisselibri.

I libri in questione sono:

  • il saggio di Demetrio Paolin “Una tragedia negata. Il racconto degli anni di piombo nella narrativa italiana”, che uscirà presso le edizioni Il Maestrale nella primavera del 2008, probabilmente in marzo;Scheda del libro e testo scaricabile gratuitamente: http://www.vibrisselibri.net/?p=10
  • il romanzo di Monica Viola “Tana per la bambina con i capelli a ombrellone”, che uscirà presso Rizzoli a fine gennaio 2008.Scheda del libro e testo scaricabile gratuitamente: http://www.vibrisselibri.net/?p=20

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Dalla rete: libri, realtà e soccorsi continentali

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  • Giuseppe Genna, De Cataldo: Nelle Mani Giuste

    Avendo voluto narrare trasvolante quel segmento iniziale dei Novanta, so quanto deve essere stato difficile per De Cataldo comporre un disegno, recuperare informazioni che non fossero superficiali e cronachistici articoli di giornale, carte giudiziarie che non possono mai coincidere con la verità.

  • Viviana Vivarelli, Criminalità finanziaria, criminalità mafiosa

    In queste condizioni è proprio impensabile votare ancora per uno come B che ha già dato abbondante appoggio alla mafia ma è anche impensabile che altri schieramenti non diano garanzie a proposito.

  • Uzodinma Iweala, Stop Trying To ‘Save’ Africa

    This is the West’s new image of itself: a sexy, politically active generation whose preferred means of spreading the word are magazine spreads with celebrities pictured in the foreground, forlorn Africans in the back. Never mind that the stars sent to bring succor to the natives often are, willingly, as emaciated as those they want to help.

Perkins e la storia segreta dell’impero americano

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The Secret History of the American EmpireJohn Perkins, autore del libro Confessioni di un sicario dell’economia, autobiografia di un analista finanziario che racconta come controllare paesi e aree strategiche attraverso il debito con l’estero e previsioni tendenzialmente falsate, ha da poco pubblicato The Secret History of the American Empire:

Perkins zeroes in on hot spots around the world, and drawing on interviews with other Hit Men, Jackals, reporters, government officials, and activists, examines the current geopolitical crisis. Instability is the norm—it’s clear that the world we’ve created is dangerous and no longer sustainable. How did we get here? Who’s responsible? What good have we done and at what cost? And what can we do to change things for the next generations? Addressing these questions and more, Perkins reveals the secret history behind the events that have defined our world, including:

  • The current Latin American Revolution and its lessons for democracy
  • How the “Defeats” in Vietnam and Iraq benefited big business
  • The role of Israel as Fortress America in the Middle East
  • Tragic repercussions of the IMF’s “Asian Economic Collapse”
  • US blunders in Tibet, Congo, Lebanon, and Venezuela
  • Jackal (CIA operatives) forays to assassinate democratic presidents

From the U.S. military in Iraq to infrastructure development in Indonesia, from Peace Corps volunteers in Africa to Jackals in the Indian Ocean, Perkins exposes a conspiracy of corruption that has fueled instability and anti-Americanism around the globe. Alarming yet hopeful, this book provides a compassionate plan to re-imagine our world.

La notizia della pubblicazione in lingua originale la dà Information Guerrilla e sarebbe interessante sapere se Minimum Fax, l’editore del precendente volume in italiano, o qualcun altro ha già acquisito i diritti per la traduzione.

Watergate: una vita all’ombra di una leggenda

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Woodward and Bernstein: Life in the Shadow of WatergateTutto iniziò con quello che fu ritenuto un tentativo di furto al Watergate Hotel e ne venne fuori uno scandalo politico, una leggenda per il giornalismo e due icone per i cronisti, Bob Woodward e Carl Bernstein. A quasi trentacinque anni di distanza, qualche mese fa la docente di giornalismo all’American University, Alicia C. Shepard, pubblica il libro Woodward and Bernstein: Life in the Shadow of Watergate, frutto di una ricerca durata un triennio e improntata a una rilettura dei fatti non sempre tenera verso la stampa dell’epoca e successiva:

Using a plethora of interviews with all the leading characters, as well as newly-unearthed archives, Shepard picks up where Woodward and Bernstein’s All the President’s Men leaves off, filling in the parts of the story that have been obscured by that title’s massive popularity-“many have misread their fascinating story as being the only story”-and providing welcome context through vivid cultural snapshots.

Già su una linea analoga si mosse Mark Feldstein del Journalism Oral History Project, che presentò tre anni fa una rivistazione del caso e, tra l’altro, scrisse:

So what really happened? In the end, perhaps truth lies somewhere between the self-congratulatory boosterism of journalists and the kiss-off of the academics.

Sul sito dedicato al libro di Alicia Shepard è disponibile in formato pdf il primo capitolo.

Guardàti a vista in un caos inestricabile

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Disinformation Company è una casa editrice statunitense che si occupa di politica, attualità, censura e informazione occultata e che trova il proprio corrispettivo italiano in Nuovi Mondi Media tanto che alcuni dei volumi pubblicati oltremare sono andati a nutrire una parte del catalogo dell’editore bolognese. E ora – racconta BoingBoing.net – sono usciti due libri che si preannunciano interessanti: il primo è Who’s Watching You?: The Chilling Truth About The State, Surveillance, and Personal Freedom mentre il secondo si intitola Who Really Runs the World? The War Between Globalization and Democracy.

Who's Watching You?: The Chilling Truth About The State, Surveillance, and Personal FreedomPer quanto riguarda Who’s Watching You?: The Chilling Truth About The State, Surveillance, and Personal Freedom di Mick Farren e John Gibb, l’argomento centrale verte intorno al “pericolo terrorismo” utilizzato per favorire la lenta e costante erosione delle libertà dei cittadini, a cominciare dalla profilerazione di telecamere più o meno nascoste che seguono da terra e dai satelliti i movimenti quotidiani delle persone.

Si dice che sia il “governo” ad averle volute a scopo di protezione, ma la domanda a cui cerca di rispondere è il libro è la seguente:

Exactly who are “they” and why do they want to know so much about us?

Who Really Runs the World: The War Between Globalization and DemocracyWho Really Runs the World? The War Between Globalization and Democracy di Thom Burnett e Alex Games parte dall’indomabile caos politico e militare in relazione al quale non si riescono mai a chiarire esattamente origine e obiettivi di conflitti e tensioni. Così, passando dalla storia all’attualità, fa un bilancio delle manovre cospirative occulte e palesi:

it examines actual people, businesses, social networks, corporate alliances and the dark forces of conspiracy and secret history that hold them together. Writing soberly and with authority, the authors address myriad conspiracy theories with open minds. The conclusions they reach may shock and scandalize some people–especially those who fervently believe in democracy–but will fascinate everyone.

C’è chi sostiene che di libri del genere occorre diffidare, funzionali – affermano i loro detrattori – a scopi assimilabili a quelli su cui vogliono far luce. Sta di fatto che la serietà dei volumi finora pubblicati dalla Disinformation Company (e per trasposta traduzione da Nuovi Mondi Media) depongono a favore della loro affidabilità. Basti ricordare titoli come “Tutto quello che sai è falso” 1 e 2, le varie edizioni sulla censura o 50 cose che forse non sai.

Il manuale Cencelli dell’assessore Sgarbi

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Against Banned Books - Florian.bA Milano apre tra pochi giorni la nona edizione della rassegna La biblioteca in giardino per portare manifestazioni culturali anche in periferia, nei rioni, laddove – ci si lamenta – non c’è mai nulla per i cittadini. Tuttavia Vittorio Sgarbi, dopo che Palazzo Marino ha negato il patrocinio al Festival internazionale del cinema gay e lesbico, si esibisce in una delle sue e, in una crociata da far invidia al Ventennio, se ne esce dicendo ciccia a chi va a chiedere i finanziamenti comunali. A meno che – il margine di trattativa concesso – non si prendano alcuni accorgimenti. E dice in proposito il rissoso assessore alla cultura:

Non si capisce per quale motivo dobbiamo spendere una cifra di quell’entità per presentare solo autori di un certo schieramento, quindi ho deciso di integrare la lista delle personalità invitate. Nessuna censura, ma solo la volontà di bilanciare la proposta con autori di altra area politica”.

Lo scrittore Gianni Biondillo pubblica su Nazione Indiana una lettera aperta rivolta a Sgarbi. Lettera che sottoscrive tra gli altri il critico Gian Paolo Serino e che, molto concretamente, al di là di polemiche politiche più o meno pretestuose, scrive:

Le chiedo, da folle, da sognatore, di attivarsi per quel patrocinio, le chiedo quella solidarietà, attiva, sul campo, che le biblioteche rionali di tutta la città chiedono a chi li amministra. E con loro anche tutta la popolazione che per disgrazia o per fortuna, in centro non vive e non vivrà mai.

Entra in gioco la redazione di OneMoreBlog che bolla le uscite di Sgarbi così:

un numero d’avanspettacolo tratto dal Nuovo Manuale Cencelli della (si fa per dire) Cultura.

E Sandrone Dazieri, dopo lunghe – e condivisibili – considerazioni sul G8 di Genova e la macelleria messicana, conclude scrivendo:

Professor Sgarbi, e che cazzo! Ma da quando le iniziative culturali si fanno con il manuale Cencelli? Non vi siete stufati, voi e quelli come voi, di lottizzare tutto? E poi, non e’ colpa degli organizzatori di Big se gli scrittori fascisti scrivono di merda. A parte questo, come fa a dire che siamo tutti di sinistra? Ci ha letto?