Dalla rete: giornalismo investigativo e due novità editoriali interessanti

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  • ProPublica, New non-profit investigative news organization to be led by Paul Steiger:

    A new, non-partisan, non-profit newsroom producing journalism in the public interest will launch here in January under the name ProPublica. Paul E. Steiger, former managing editor of The Wall Street Journal, will serve as president and editor in chief. ProPublica, when fully staffed in 2008, will include 24 fulltime reporters and editors, the largest staff in American journalism devoted solely to investigative reporting. ProPublica will be supported entirely by philanthropy and will provide the articles it produces, free of charge, both through its own Web site and to leading news organizations selected with an eye toward maximizing the impact of each article.

  • Barbara Lipkien Gershenbaum, Book of the Dead by Patricia Cornwell:

    When the story opens, Scarpetta and Wesley are “[i]nside the virtual-reality theater [with] twelve of Italy’s most powerful law enforcers and politicians, whose names, in the main, forensic pathologist Kay Scarpetta… and forensic psychologist Benton Wesley both… the only non-Italians” [in the room]. Both are… consultants for the International Investigative Response (IIR), a special branch of the European Network of Forensic Science Institutes (ENFSI). They are there because the Italian government is in a very delicate position.

  • Max Falkowitz, Exit Ghost of Philip Roth:

    After living as a hermit in a forest cabin for 11 years, Nathan Zuckerman, now 71, must head to New York for surgery. A shadow of his hungrily virile, robust self, he is now unable to control his urine flow. Driven to restore some of his once-mighty phallus’s dignity, he seeks out prostate surgery. He is worn and tired; these early descriptions of his life in the cabin and the surgery are at once suavely comic and tenderly sad, while still preserving the nobility of his solitude.

Sempre cara fu loro quest’ernia al colon

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Sempre cara mi fu quest’ernia al colonUn evviva per eio (che qualcuno chiama anche Alessandro Bonino) che oggi è il suo giorno: esce infatti, con prefazione di Stefano Bartezzaghi, il libro che ha curato insieme a Stefano Andreoli e che significativamente si intitola Sempre cara mi fu quest’ernia al colon. È una “raccolta” di 214 pagine di Fincipit:

un gioco semplice e meravigliosamente divertente. Si prende l’incipit di un’opera famosa, sia essa un romanzo, una poesia o una canzone. E proprio nel bel mezzo della sua solennità si inserisce una frase, un verso, un colpo di frusta comico che la porta inesorabilmente verso una conclusione brusca ed esilarante.

Se in quelle pagine si ride come a leggere le pagine web dedicate al “gioco semplice e meravigliosamente divertente”, allora non ci sarà che da leggerle. Del resto, ne scrive lo stesso eio (assicurando che il “libro è proprio bello”):

Voi non ci crederete, ma se dobbiamo dar credito a un piccolo sondaggio che abbiamo fatto tra di noi (Alessandro e Stefano, i due che han curato il libro), questo qua è il libro più importante della nostra vita (finora) e sempre secondo noi, che siam gente non coinvolta quindi assolutamente imparziale, anche voi dovreste leggere questo libro, o per lo meno comprarlo (e dovreste anche dirlo a tutti i vostri amici, eh).

Al libro è stato dedicato un sito dove gli autori-curatori si mettono a disposizione dei loro lettori per “distruggere i classici” (o essere distrutti dai classici. Ma questa, semmai, sarà un’altra cronaca. In futuro).

Le 5,20, l’ora del lupo. Perché è sempre l’ora del lupo

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Melissa Parker e l'incendio perfettoMelissa Parker e l’incendio perfetto è l’ennesimo omaggio che Danilo mi fa, all’uscita di un suo nuovo libro. Ma se ne parlo ancora non è per questo. Se ne parlo è perché raramente si incontra un autore in grado di trascinare un lettore in quella Grande Opera di Mistificazione che è un romanzo. Quando si inizia un libro, si lancia una sfida allo scrittore: «Ok, dammi un motivo per crederti. Presentami la realtà più incredibile, sovverti le leggi della scienza, piega la natura come ti pare. Ma fammi credere in ciò che mi racconti». E lui lo fa. Accetta la sfida, sigla il patto e il lettore, giunto all’ultima pagina ed esaurite anche le note dell’autore su ciò che c’è di vero e ciò che invece è scaturito dalla sua mente, si accorge che quell’accordo è stato mantenuto.

Fin qui ciò che si può dire dopo averne letti un po’, dei libri di Danilo. Nello specifico di questo volume, invece, ecco quanto già scritto altrove (per chi volesse ulteriormente approfondire, ThrillerMagazine ne parla estesamente):

Gotico più che horror, intreccio di trame e spazi temporali differenti, acqua e fuoco che, eterici, si combattono finché uno dei due elementi non avrà placato l’altro. La vicenda è la continuazione (e forse la conclusione) della saga iniziata con le Cronache di Bassavilla e riprende elementi da Black Magic Woman per includere citazioni derivanti dalla letteratura giapponese e dalla cinematografia balcanica. Quali gli elementi veri e quali di fantasia? Non c’è risposta a questa domanda perché i confini sono sfumati e insondabili. E forse è così che devono rimanere.

Una constatazione: In Rainbows, l’ultimo album degli Radiohead, risulta l’accompagnamento perfetto per questo romanzo: in particolare Jigsaw Falling Into Place non potrebbe condurre meglio il lettore a immaginare gli incendi e gli incidenti a catena, le corse dei soccorritori, le coincidenze che collegano quegli episodi ad altri, già accaduti.

Uno bianca e trame nere. Cronaca di un periodo di terrore

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Uno bianca e trame nere - Cronaca di un periodo di terroreIn libreria sarà disponibile nel corso del mese di novembre. Contestualmente verrà messo online il pdf completo, essendo rilasciato con licenza Creative Commons. È Uno bianca e trame nere – Cronaca di un periodo di terrore, che inizia a essere presente sul sito del mio editore, Stampa Alternativa, tra le anteprime. La storia, come dice già il titolo, riguarda una vicenda che, iniziata nell’ottobre 1987, si conclude nel novembre 1994 lasciando dietro di sé 24 morti e 102 feriti. Una strage che, a differenza di quelle registrate in precedenza, è diluita nell’arco di sette anni e che, a fronte di motivazioni ufficiali attribuite esclusivamente al lucro, mantiene ancora oggi aspetti non chiari e comunque in diversi casi non spiegabili con ragioni pecuniarie.

La prefazione è stata scritta da Andrea Purgatori, che a lungo lavorò su Ustica ma che indagò in veste di giornalista anche su molte altre vicende rientrate poi tra i misteri italiani. Il testo che segue, invece, è l’introduzione che ho scritto ad apertura del libro per lavorare al quale ho utilizzato alcuni post qui pubblicati nei mesi scorsi.

Quando i conti non tornano mai

Iniziamo dalla fine. Di Uno bianca a lungo non si è più parlato. O quasi. E invece ora, nel giro di pochi mesi, si infittiscono le notizie relative alla banda che dall’ottobre del 1987, vent’anni fa esatti, imperversò tra Bologna e le Marche fino al novembre 1994. Alla fine del marzo 2007, la Procura della Repubblica di Bologna aveva presentato ricorso contro la decisione del tribunale di sorveglianza che aveva concesso cinque giorni di permesso a Pietro Gugliotta, uno dei criminali condannati in questa vicenda, per consentirgli di lavorare presso una comunità religiosa. La motivazione: una relazione della divisione anticrimine della questura di Bologna circa possibili relazioni tra l’ex bandito e la criminalità organizzata.
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12 dicembre 1969: il giorno dell’innocenza perduta

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Piazza Fontana - 12 dicembre 1969: il giorno dell'innocenza perdutaIl libro Piazza Fontana – 12 dicembre 1969: il giorno dell’innocenza perduta di Giorgio Boatti esce per la seconda volta, come nuova edizione, nel 1999. Editore: Einaudi. Ma non era una novità editoriale: sei anni prima era stato pubblicato da Feltrinelli, ma l’autore, malgrado la certosina ricostruzione basata su deposizioni, atti, rassegne stampa e verbali, se la vide brutta quando Massimiliano Fachini lo querelò. Boatti ne uscì senza alcuna conseguenza giudiziaria anni dopo perché non venne ravvisato alcun elemento che danneggiasse il neofascista appartenuto alla cellula eversiva padovana sospettata di essere coinvolta nell’attentato alla Banca Nazionale dell’Agricoltura.

Da sottolineare che lo scrittore, quando il libro di Feltrinelli finì nei guai, venne lasciato da solo ad affrontare la furia di Ventura: si diede di fumo il suo editore e così molte delle persone su cui Boatti poteva contare. A eccezione dell’ex commissario Pasquale Iuliano, che nel 1969 era a capo della squadra mobile della questura di Padova e che mesi prima dell’esplosione milanese aveva avviato indagini contro gli eversori veneti. Personaggio quasi dimenticato in questa vicenda, Iuliano ebbe però la carriera distrutta a causa della sua indagine: accusato di aver costruito le bombe ritrovare in possesso dei neofascisti, fu prima trasferito e frattanto gli piombò addosso la sua dose di guai giudiziari. Guai che durarono dieci anni: tanti ce ne vollero infatti per proscioglierlo dai sospetti e riabilitarne la figura. Iuliano, però, aveva intanto lasciato la polizia ed era tornato nella sua città natale, Matera, mettendosi a fare l’avvocato.
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Melissa Parker e l’incendio perfetto: l’altrove Bassavilla

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Melissa Parker e l'incendio perfettoSi parla di nuovo di Danilo Arona, perché, atteso, esce finalmente un libro che si ricollega alle Cronache di Bassavilla raccontate nelle loro cento sfacettature anche su Carmilla. Si intitola, questo nuovo volume, Melissa Parker e l’incendio perfetto, è pubblicato dalla Dino Audino Editore e sarà in libreria a partire dal 18 ottobre. Questa è la sua presentazione:

La storia comincia in Inghilterra, su una spettrale collina nel Kent, dove il 29 dicembre 1965 una ragazza viene travolta da un’auto nella nebbia e muore bruciata. Si chiamava Melissa Parker. Una morte orribile e ingiusta che avviene poco dopo le 5 del mattino. Quando Melissa muore, Debra Shepherd ha poco meno di due anni e vive con i genitori a poca distanza dalla collina maledetta. I suoi incubi sino all’adolescenza saranno popolati dalla terribile immagine di una ragazza che muore carbonizzata. Poi, nel 1982, Debra arriva in Italia e trova lavoro come baby sitter presso una villa in Sardegna. E le fiamme cominciano a divampare. Debra viene arrestata, i giornali la chiamano “la baby sitter piromane”. Uno psichiatra la interroga e dalla bocca della giovane scaturisce un’orribile voce cavernosa che dice di chiamarsi Melissa. Un mistero lungo più di quarant’anni, la cui soluzione ristagna fra le nebbie di una città del nord Italia, un luogo sinistro e spettrale che risponde al nome di Bassavilla.

iQuindici: cinque anni di letture e le difficoltà degli esordienti

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iQuindiciiQuindici, popolo della “repubblica democratica dei lettori” nata in seno alla Wu Ming Foundation, compie cinque anni e nel dodicesimo numero del periodico telematico Inciquid, si apre ricordando che:

Abbiamo dato un minimo di due pareri di lettura a circa 700 manoscritti, che non sono pochi, ma ce ne restano ancora circa 400, molti dei quali in attesa da un paio d’anni. Se da un lato siamo felici di avere ottenuto una così larga fiducia dai nostri lettori/scrittori, siamo però ovviamente dispiaciuti che sia stato impossibile leggere tutto in tempi più rapidi… Purtroppo (e per fortuna), intorno a maggio-giugno 2004, abbiamo avuto un’impennata di invii dovuta a una serie di articoli usciti su stampa e web “di peso” (Venerdì di Repubblica, Panorama, Repubblica online etc.) che ci hanno dato un’improvvisa notorietà. A questo si è aggiunta la lenta ma continua conoscenza di noi che i lettori/scrittori hanno avuto dai romanzi che abbiamo portato a pubblicazione. È tutto molto bello, ovviamente, anche se lo sarà ancora di più quando avremo smaltito l’arretrato e potremo quindi tornare ai nostri tempi di risposta iniziali, che erano di uno-due mesi. Il nostro obbiettivo è raggiungere il pareggio di letture entro 12 mesi. Ce la stiamo mettendo tutta! È diventato sempre più difficile poi portare a pubblicazione i romanzi promossi su INCIQUID. Dopo un periodo in cui l’editoria pareva essere più ricettiva a nuove proposte, sembra ora che il mercato sia decisamente più cauto, quasi fermo, e persino romanzi che noi sappiamo essere veramente buoni non riescono a trovare carta. È un vero peccato, non solo per gli autori, o per noi, ma per l’editoria italiana, che in questo modo perde grandi occasioni, mentre i frequentatori di librerie si continuano a lamentare che le nuove proposte letterarie che si trovano in giro non sono granché.

Cultura Convergente: popolo, massa e altre sfumature

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Cultura Convergente di Henry JenkinsUn estratto della prefazione di Wu Ming al libro Cultura Convergente di Henry Jenkins:

La sfumatura di significato, invece, consiste in questo: cultura di massa indica come viene trasmessa questa cultura, vale a dire attraverso i mass media; cultura popolare pone l’accento su chi la recepisce e se ne appropria. Di solito, quando si parla del posto che la tale canzone o il tale film ha nella vita delle persone (“La senti? E’ la nostra canzone!”), o di come il tale libro o il tale fumetto ha influenzato la sua epoca, si usa l’espressione “popular culture”.

Il problema è che il dibattito italiano sulla cultura pop novanta volte su cento riguarda la spazzatura che ci propina la televisione, come se il “popular” fosse per forza quello, mentre esistono distinzioni qualitative ed evoluzioni storiche, altrimenti dovremmo pensare che Sandokan, Star Trek, Lost, il TG4 e La pupa e il secchione sono tutti allo stesso livello, o che Springsteen, i REM, Frank Zappa e Shakira vanno tutti nello stesso calderone, o che non esistono distinzioni tra i libri di Stephen King e quelli delle barzellette su Totti, dato che entrambi li ritrovi in classifica.

Ci sono due schieramenti l’un contro l’altro armati – e dalle cui schermaglie dovremmo tenerci distanti: da un lato, quelli che usano il “popolare” come giustificazione per produrre e spacciare fetenzie; dall’altra, quelli che disprezzano qualunque cosa non venga consumata da un’élite.

Sono due posizioni speculari, l’una sopravvive grazie all’altra. Le accomuna l’idea che a fruire della cultura pop siano le masse mute dell’Auditel, dei sondaggi di mercato, del botteghino.

Dalla rete: quei libri di memorie recenti

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  • Teo Lorini, “Cosa cambia” di Roberto Ferrucci
  • 20 luglio 2001. “Giornata di scontri a Genova. C’è stato anche un morto…”. Chi non ricorda dove si trovava, cosa stava facendo nell’istante in cui ha sentito per la prima volta la notizia? Poi le immagini nei tg, su internet. L’emergere dei dettagli: un ragazzo, 23 anni, una pallottola nel cranio. La foto, scioccante, della pistola che si sporge dal finestrino della camionetta e punta dritta al volto.

  • BooksBlog.it, Fugitive days: memorie dai Weather Underground
  • Memorie dai Weather Underground, di Bill Ayers […], che è stato recentemente tradotto e pubblicato in Italia da Cox 18 Books. Fugitive Days è una memoria, che racconta del gruppo clandestino dei Weather Underground, che agì negli Stati Uniti a cavallo tra gli anni ‘60 e ‘70, in parallelo al movimento studentesco e a quello per i diritti dei neri. Anni di fermento politico e sociale, anni di contestazione: erano anche gli anni della guerra in Vietnam.

Tre metri sotto terra: sepolcrale sarcasmo anti bestseller

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Tre metri sotto terraSi intitola Tre metri sotto terra il libro appena pubblicato da Coniglio Editore e da Jost Multimedia. Scritto da Massimiliano Nuzzolo e illustrato da Giorgio Finamore, si presenta chiaramente come una parodia fin dalla grafica della copertina del successo mocciano. Una parodia giocata su toni molto più cupi, oltre che graffianti. Si legge infatti nella presentazione del libro, che viene definito come un “viaggio sepolcrale”:

Una sorta di Spoon River riveduta e corretta, solo che gli epitaffi di Nuzzolo non prevedono padri affettuosi, mogli devote e figli esemplari, bensì sono fatti di humour nero, di sarcasmo, di spirito grottesco. I 193 epitaffi formano una grande mappa in cui addentrarsi […], sono tasselli di un grande mosaico, di un affresco cimiteriale in cui si muore per pentole a pressione che esplodono, salvavita che non funzionano o su sedie elettriche, incidenti assurdi e incredibili, in una dimensione quasi nonsense, che ironizza sulla morte con intelligenza.