“Vicini da morire”: il movente dell’identità

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Vicini da morireVicini da morire, il libro che Pino Corrias ha scritto sul delitto di Erba, va molto oltre il fatto in sé. È uno spaccato della profonda provincia settentrionale, di quella benestante e chiusa, cattolica e caritatevole ma non solidale, bestiale senza essere descritta in termini gratuiti, protagonista di precedenti fatti di sangue dimenticati e sorvegliata da tutori dell’ordine un po’ maneschi ma bonari. È la provincia sbigottita davanti a una strage, una provincia che cerca testardamente il male al di fuori da sé perché non ammette il contrario, che non si accorge quando invece quel male attecchisce e cresce al suo interno e che, lusingata o indifferente, si concede sotto i fari delle discoteche perché il passo verso i riflettori del piccolo schermo, forse, è prossimo. Una provincia che rifiuta i diversi e ne condanna la strumentalizzazione del lutto, ma di fronte a un piccolo imprensario sfila sorridente. È implacabile, Corrias, almeno con un pezzo di quella provincia, che indaga, interroga, setaccia, percorre a piedi. E a un certo punto scrive:

Ho i taccuini pieni della storia di un enorme delitto e la sua coda di cometa: di appunti sulle reazioni alla malvagità degli uomini, sullo spavento che si propaga come un’onda del lago, sul bisogno di darci a vicenda almeno una spiegazione. La cattiveria degli uomini non è una rivelazione, è un peso. Per questo avevo bisogno dei cani di Velasco, che poi non sono cani per davvero, sono l’idea del cane erratico, la leggerezza che non morde, cani hegeliani.

Hegel diceva che gli animali uccidono per nutrirsi, gli uomini per riconoscersi. L’identità è sempre il movente, quando si carica d’odio. Unico, declinato in un numero illimitato di modi: il gruppo, la razza, la religione, l’ideologia. Si uccide per il (proprio) potere e per la (altrui) ricchezza. Si uccide per risarcire un tradimento subito. Per vendicarsi di un’umiliazione. Per un amore non corrisposto. Per disamore, conflitti sentimentali, e anche «rivendicazioni passionali», come la chiama lo psichiatra Vincenzo Mastronardi. Io sono, tu sei. Si uccide per vendetta. Si uccide per il rumore.

Uno bianca: i fili di una vicenda durata oltre sette anni

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Uno bianca e trame nere - Cronaca di un periodo di terroreAggiornamento del 28 novembre: l’articolo uscito ieri su Repubblica Bologna. Qui la prima parte e qui la seconda.

Da oggi è il libreria Uno bianca e trame nere. Cronaca di un periodo di terrore, pubblicato da Stampa Alternativa. D’accordo con il mio editore, è stato rilasciato con una licenza Creative Commons e dunque la sua versione elettronica è disponibile per il download qui (da qui invece si può scaricare la copertina e a breve verrà messo online anche su Libera Cultura, il sito che riunisce le pubblicazioni di Stampa Alternativa rilasciate sotto Creative Commons). Di seguito, invece, riporto la prefazione che Andrea Purgatori ha scritto in apertura libro:

Un Paese che s’accontenta della verità giudiziaria è un Paese che ha scelto di convivere con le ombre, i fantasmi, gli scheletri negli armadi. Che rifiuta di specchiarsi nella propria memoria e dunque si adatta a subire il costante ricatto di quelle forze oscure che, attraverso l’uso “istituzionalizzato” della violenza, ne hanno determinato le svolte più traumatiche.

La vicenda della Uno bianca – 103 azioni criminali, 24 vittime, 102 feriti – comincia nel 1987 e si conclude nel 1994 con l’arresto dei sei componenti della banda, cinque dei quali sono poliziotti in servizio. Processualmente, viene definita e archiviata come una storia di rapinatori assassini. Ma anche in questo caso la verità giudiziaria non è sufficiente a risolvere l’enigma di fondo che tuttora avvolge l’esistenza e le feroci imprese compiute dai tre fratelli Roberto, Fabio e Alberto Savi e dai loro complici.

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Genova: storia di Arnaldo che per un fiore finisce in un mattatoio

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La legge dei figli - Antologia noir per i sessant'anni della costituzioneLa casa editrice padovana Meridiano Zero sta per pubblicare La legge dei figli – Antologia noir per i sessant’anni della costituzione. Particolarità del libro è che i testi sono stati scritti da magistrati e appartenenti alle forze dell’ordine che raccontano il loro Paese. E anche i fatti di Genova fanno parte di quel Paese e vengono descritti da una cara amica, un’assistente capo della polizia di Stato, Simona Mammano, ideatrice (e colonna portante) del Premio Franco Fedeli. Di seguito ecco il racconto di Simona, una limpida narrazione su ciò che accadde all’interno della scuola Diaz, parole schiette che non indulgono sulle colpe e sui comportamenti illegali che gravano su chi indossa la stessa divisa che veste anche lei.

Un racconto che merita di essere letto proprio adesso, a poche ore dalla fine della manifestazione in cui si chiede giustizia contro le violenze subite nel luglio 2001, dalle dichiarazioni di Claudio Scajola, allora ministro dell’interno e ora presidente del Copaco, che si compiace della bocciatura della commissione d’inchiesta e in attesa che venga mantenuta la promessa e si giunga per una volta a una risposta trasparente in merito ai fatti di Arezzo.

Ecco il racconto di Simona, del quale prendo la nota dell’autrice in coda e la porto all’inizio:

Arnaldo Cestaro nonostante le operazioni subite, non ha riacquistato la completa funzionalità del braccio. Dedico a lui questo racconto.


“Voi andate, io torno domani, devo portare un fiore sulla tomba della figlia della vicina di casa, che è morta dieci anni fa. Dormo in stazione poi vado al cimitero e parto subito dopo. Non preoccupatevi per me”. Continue reading

Dalla rete: quattro libri per quattro argomenti differenti

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Una serie di segnalazioni di libri diversi tra di loro, ma accumunati dall’avere una serie di aspetti interessanti:

  • Autori vari, Le fiabe di Gramos: questo libro rientra nelle iniziative promosse dal blog Acme del Pensiero di Morgan Palmas per il piccolo Gramos e per la campagna Help 2.0.

    Lui è Gramos. È un bambino. Vivrà grazie a tutti voi. E un po’ anche a me, che sono solo un piccolo libro contro l’indifferenza.

  • Giuseppe Caliceti, Canti emiliani dei morti: VibrisseLibri festeggia con questo poema, che è “anche un racconto delle avanguardie poetiche negli anni Settanta e Ottanta”, il suo primo compleanno. Da qui si può scaricare il libro completo.

    Privi di ogni tentazione retorica o melodrammatica, i canti arrivano dritti allo stomaco.

  • Marco Pagani, Amandla!: nuova pubblicazione di Edizioni XII che questa volta presenta un romanzo di fantascianza scritto da un docente di fisica.

    Lui, David, sarebbe stato l’eccezione quantistica e la prova vivente che ogni tanto è possibile vincere e sconfiggere le statistiche certezze della termodinamica. È possibile, se uno ci crede abbastanza.

  • Valerio di Stefano, Valeriodistefano.com 2007 – Un anno di blog: già il titolo fa comprendere di cosa si tratta.

Evasioni e rivolte: i clandestini in fuga e mercenari in zone di guerra

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Evasioni e rivolte. Migranti cpt resistenzeInformation Guerrilla pubblica un estratto del libro Evasioni e rivolte. Migranti cpt resistenze (Agenzia X) di Emilio Quadrelli. Quello che segue è un frammento di una delle cinque storie contenute, l’intervista-confessione di un contractor, un mercenario, che dalle feste private passa alle zone di guerra:

Questa distinzione di truppe regolari e irregolari sul posto non esiste, quello che conta è chi sta da una parte e chi dall’altra. La guerra è dappertutto e gli obiettivi non sono solo militari. Così interrogare un terrorista è una cosa che interessa i soldati ma anche noi, perché quello può avere informazioni che ci possono essere utili. In questo lavoro un ruolo importante ce l’hanno alcuni gruppi iracheni che facevano parte della polizia segreta, e che adesso fanno gli interpreti durante gli interrogatori. Alla conduzione si alternano tutti, prima si ammorbidisce il prigioniero, poi si passa all’interrogatorio specifico e ogni parte si occupa delle cose che le interessano. I mezzi sono quelli che conoscono tutti. Si punta molto alla distruzione psicologica del prigioniero. L’ideale, se c’è la possibilità, è interrogarlo usando un suo parente, meglio se una figlia, una sorella, la madre o la moglie: ci sono maggiori possibilità che questo ceda perché si sente responsabile della loro sorte […]. Le donne prigioniere sono molto importanti e infatti nessuna di loro è mai stata uccisa, servono come strumento di pressione.

Vicende di emarginazione le altre quattro. Vicende che seguono ciò che avviene dentro i centri di permanenza temporanea, mentre e dopo le “evasioni e le rivolte”, quando la situazione si fa ancora più estrema e si vive da braccati. Il libro, pubblicato da Agenzia X, è rilasciato con licenza Creative Commons e da qui può essere scaricato in versione integrale. Se ne può leggere anche una recensione scritta da Roberto Laghi.

L’osso di Dio: storia di ‘ndrangheta e di madri

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L'osso di DioLa criminalità organizzata e i suoi uomini, le sue regole, sono una realtà di cui si legge sui giornali, per chi non vive in quelle zone, quando si consuma una faida, viene compiuto un omicidio o si arresta un pezzo da novanta. Ciò che invece si vive ogni giorno, dentro le case, nei rapporti di famiglia, tra gli amici che la sera si ritrovano al bar, più difficilmente viene raccontato. Cristina Zagaria, giornalista in forza alla redazione napoletana di Repubblica, invece decide di andare a sondare proprio quella realtà. Quella quotidiana, che si respira ogni giorno, che si teme la notte quando i figli non rientrano, quando brucia un capannone o si consuma una vendetta. È L’osso di Dio, vicenda realmente accaduta e raccontata con la metrica del romanzo. Di questo libro, ho scritto altrove:

Quando si decide di infrangere le regole della criminalità organizzata, e nello specifico di questo romanzo della ‘ndrangheta, si può pagare in un solo modo. Questa è la storia di Santo Panzarella, vittima della lupara bianca nel luglio del 2002, e soprattutto di sua madre, Angela Donato, che decide di rompere il muro di omertà che la circonda e reclamare giustizia per quel figlio inghiottito da nulla. I suoi sforzi verranno ricompensati solo con un frammento, un osso di quattordici centimetri che era la clavicola del ragazzo, ma nasce qualcosa di più: un movimento di madri calabresi che, proprio quando le Madri di Plaza de Mayo decidono di lasciare le piazze, escono nelle strade per reclamare giustizia per chi non c’è più.

Umanità innanzitutto, prima della violenza, “legame carnale” – per usare le parole di Cristina durante una presentazione – contrapposto alle regole del clan. Le quali, allo stato attuale, sono ben riassunte in questa frase:

Per sconfiggere la ‘ndrangheta, a volte, bisogna sconfiggere se stessi. La propria disillusione, la stanchezza, la rassegnazione. E il coraggio, invece di esplodere, ti scoppia dentro.

Linate, 8 ottobre 2001: un libro racconta la strage

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Linate 8 Ottobre 2001: la strageLinate 8 Ottobre 2001: la strage è il titolo di un libro che già da qui spiega chiaramente ciò di cui si occupa. Chi lo firma, l’autore teatrale Giulio Cavalli e il giornalista Fabrizio Tummolillo (che si sono avvalsi della collaborazione di Angelo Lanza), ha impostato il racconto sotto una duplice chiave:

Nella prima parte […], attraverso la favola della costruzione dell’immaginario aeroporto di Bengodi, diventiamo spettatori della sconcertante catena di eventi che ha causato il più grave incidente aereo della storia italiana […]. Nella seconda parte vengono ripercorse e analizzate le tappe di questa vicenda più che dolorosa – prima e dopo lo schianto del velivolo – sempre seguendo il filo conduttore dello spettacolo: dal rapporto della Commissione d’inchiesta, alle controverse sentenze di primo e secondo grado.

Online sono disponibili anche contenuti multimediali che corredano il testo. E a pubblicare il volume è stata una realtà editoriale piuttosto giovane nel panorama italiano: si tratta di XII Online, nata come gruppo di autori che aveva portato poco tempo fa a un’antologia prefatta da Andrea G. Pinketts. Quindi era arrivata un’omonima associazione culturale e infine un catalogo che al momento annovera una decina di pubblicazioni.

Ginocidio, le donne e la violenza nell’era globale

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Ginocidio - La violenza contro le donne nell'era globaleSi parla anche di Ciudad Juarez in un libro pubblicato da Eleuthera. Il volume si intitola Ginocidio – La violenza contro le donne nell’era globale scritto da Daniela Danna, che da anni si occupa di questo argomento. Sulla scheda di presentazione del libro, infatti, si legge che:

Che fine hanno fatto la rivoluzione sessuale e l’emancipazione delle donne? Dopo pochi decenni quella che sembrava un’inarrestabile spinta verso la parità dei generi è stata contraddetta da una brutale contro-spinta. Come testimonia un’attualità segnata da frequenti ed efferati episodi di violenza contro le donne, in crescita in Italia e nel mondo. Sotto la spinta della globalizzazione, quel potere patriarcale che in Occidente sembrava destinato a un irreversibile declino è tornato prepotentemente sulla scena. E fa strage di donne: 14.000 donne uccise annualmente nella Russia post-sovietica, 1.800 donne ammazzate in un biennio in Pakistan per “motivi d’onore”, oltre 400 donne messicane impunemente assassinate nell’ultimo decennio a Ciudad Juárez… Quasi un genocidio, anzi un ginocidio, che rimanda a un atavico giudizio sull’inferiorità femminile (spesso veicolato dalle grandi religioni istituite) e al desiderio maschile di controllare il corpo delle donne limitandone la sessualità e la vita sociale. Non è dunque un caso che la grande maggioranza di questi delitti senza castigo avvenga proprio tra le mura domestiche e per mano di familiari…

Via Lipperatura, che dà qualche altro link sulla stessa tematica: 1, 2, 3 e 4. E poi qui per campagna, appello e maggiori informazioni.

Postsingular: cyberpunk in chiave Creative Commons

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Postsingular di Rudy RuckerRilasciato con licenza Creative Commons il libro Postsingular, uscito in libreria il mese scorso (qui per scaricare le versioni pdf e html). Scritto da Rudy Rucker, profilico scrittore che dalla matematica è passato al cyberpunk, è un romanzo incentrato sul tema delle nanotecnologie che sfondano anche nel mondo dell’intangibile. Dalla presentazione del libro, si legge:

A mad scientist decides it might be a good idea to create a giant virtual reality simulation that is running a copy of Earth and of most of the people in it. Fine, but in order to create this simulation, the mad scientist plans to grind our planet into a zillion supercomputing nanomachines called nants.

Ultrageek Ond Lutter and his autistic son Chu find a way to block the nants—but then Ond can’t resist infesting Earth with a congenial breed of quantum-computing nanomachines called orphids.

Su Amazon il libro si può acquistare qui mentre sul sito dell’autore si annuncia che è in corso di realizzazione il sequel, Hylozoic.

Ancora dalla parte delle bambine

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Ancora dalla parte delle bambine di Loredana LipperiniLoredana Lipperini, Le bambine sono tornate:

Come si dice in questi casi? Ci siamo, oppure, questo è il giorno fatidico, o anche ecco, è in libreria.

Tutte le espressioni sopraindicate vanno benissimo, in effetti.
Ancora dalla parte delle bambine esce oggi (insieme al nuovo film di Dario Argento: e per una che ama l’horror come la sottoscritta la coincidenza è assolutamente piacevole).

Scherzi a parte, solo tre cose.

Uno. Spero che sia, soprattutto, un libro utile.

Due. Se avete voglia di inviare contributi (testi, fotografie, disegni, video) qui trovate tutte le istruzioni.

Tre. Grazie, eh. A tutti.