Le 5,20, l’ora del lupo. Perché è sempre l’ora del lupo

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Melissa Parker e l'incendio perfettoMelissa Parker e l’incendio perfetto è l’ennesimo omaggio che Danilo mi fa, all’uscita di un suo nuovo libro. Ma se ne parlo ancora non è per questo. Se ne parlo è perché raramente si incontra un autore in grado di trascinare un lettore in quella Grande Opera di Mistificazione che è un romanzo. Quando si inizia un libro, si lancia una sfida allo scrittore: «Ok, dammi un motivo per crederti. Presentami la realtà più incredibile, sovverti le leggi della scienza, piega la natura come ti pare. Ma fammi credere in ciò che mi racconti». E lui lo fa. Accetta la sfida, sigla il patto e il lettore, giunto all’ultima pagina ed esaurite anche le note dell’autore su ciò che c’è di vero e ciò che invece è scaturito dalla sua mente, si accorge che quell’accordo è stato mantenuto.

Fin qui ciò che si può dire dopo averne letti un po’, dei libri di Danilo. Nello specifico di questo volume, invece, ecco quanto già scritto altrove (per chi volesse ulteriormente approfondire, ThrillerMagazine ne parla estesamente):

Gotico più che horror, intreccio di trame e spazi temporali differenti, acqua e fuoco che, eterici, si combattono finché uno dei due elementi non avrà placato l’altro. La vicenda è la continuazione (e forse la conclusione) della saga iniziata con le Cronache di Bassavilla e riprende elementi da Black Magic Woman per includere citazioni derivanti dalla letteratura giapponese e dalla cinematografia balcanica. Quali gli elementi veri e quali di fantasia? Non c’è risposta a questa domanda perché i confini sono sfumati e insondabili. E forse è così che devono rimanere.

Una constatazione: In Rainbows, l’ultimo album degli Radiohead, risulta l’accompagnamento perfetto per questo romanzo: in particolare Jigsaw Falling Into Place non potrebbe condurre meglio il lettore a immaginare gli incendi e gli incidenti a catena, le corse dei soccorritori, le coincidenze che collegano quegli episodi ad altri, già accaduti.

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