Diritto d’autore, musica e opere derivate

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Derivative musical works and copyright è il titolo di un recente post di Jim Lippard il quale esordisce dicendo:

I didn’t realize that Led Zeppelin’s “Stairway to Heaven” was a derivative work, with the main guitar line closely resembling that in Spirit’s “Taurus” — and Spirit used to open for Led Zeppelin. (Apparently a lot of Led Zeppelin’s songs are derivative works.)

Altro esempio, secondo Lippard, sarebbe il brano Come As You Are dei Nirvana e, non riuscendo a chiarire se le attinenze musicali rilevate siano volute o accidentali, su di esse l’autore recupera un racconto scritto nel 1983 dall’autore di fantascienza Spider Robinson, Melancholy Elephants, in cui la battaglia della giovane protagonista porta a impedire l’approvazione di un provvedimento sorprendentemente simile al Sonny Bono Copyright Term Extension Act, nella realtà varato quindici anni dopo. E Lippard conclude:

In 2004, arguments over the practice of sampling music came to a head, when the 6th Circuit Court of Appeals ruled that no sampling could take place without a license — not even for a 1.5-second, three-note guitar riff that N.W.A.’s 1990 song “100 Miles and Runnin'” sampled from Funkadelic’s “Get Off Your Ass and Jam.” This decision led to a protest in the form of a collection of songs composed solely of that sample.

Una trappola vista 170 mila volte

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The Disney TrapDi The Disney Trap – How Copyright Steals Our Stories si era già parlato qualche tempo fa, nei giorni dell’uscita del video scritto da Monica Mazzitelli e rilasciato con licenza Creative Commons. Ora, un comunicato de iQuindici, di cui Monica è la coordinatrice, annuncia che il corto pro-copyleft ha superato le 170 mila visualizzazioni in quattro mesi. E si legge ancora:

un riscontro eccezionale – ottenuto soprattutto grazie al passaparola e sfruttando le potenzialità virali del web – per un video che affronta un tema serio e di cruciale importanza come il problema dell’accesso alla cultura da parte di un pubblico il più vasto possibile. L’attuale normativa internazionale sul diritto d’autore, approvata su pressione della Disney, rende illegale qualsiasi libero utilizzo di un opera addirittura fino a 70 anni dalla morte dell’autore e costituisce un fortissimo ostacolo ad una più democratica diffusione e condivisione della cultura e dei saperi.

Fioroni e cellulari: un “polverone sonnacchioso”

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A proposito del ministro Giuseppe Fioroni e del suo pugno di ferro sui cellulari a scuola, Valerio di Stefano, insegnante di spagnolo (e dunque da addetto ai lavori), scrive una serie di considerazioni:

Il dibattito sollevato dalla circolare del Ministro della Pubblica Istruzione Fioroni, che reca in oggetto “linee di indirizzo ed indicazioni in materia di utilizzo di telefoni cellulari e di altri dispositivi elettronici durante l’attività didattica”, somiglia più a un polverone sonnacchioso che a una presa di posizione efficace e soddisfacente su un problema che, bisogna convenirne, ha dimostrato tutta la sua gravità in un processo mediatico a catena di S. Antonio, e tutta la sua urgenza quando ormai era troppo tardi.

Nuova California: qua nessuno sta sopra il cielo

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Nuova California di Pietro AngeliniNuova California ha il sapore pastoso della storia recente e dei suoi conflitti e l’odore acre del presente. Vive della nostalgia degli anni delle battaglie del Settantasette e si è già svegliata con la consapevolezza di aver perso. O, quanto meno, che qualcuno ha perso più di altri. Eppure sbatte sulla carta una vita intensa, consumata di notte e di giorno tra amici che sono la copia originale dei personaggi che d’estate battono la riviera. Solo che la storia di Nuova California si consuma d’inverno, quando la faccia dell’industria balneare è indecente, con il trucco sbavato e che vive nella fretta di rifarsi il belletto per la stagione che incalza.

L’autore di questo romanzo, Pietro Angelini, riprende un tema già discusso in più occasioni in questi primi mesi dell’anno, il Settantasette bolognese, quando le agitazioni di piazza trovavano linfa in sogni rivoluzionari e lo scontro con le forze dell’ordine era una danza di guerra a cui non ci si doveva sottrarre. Tre decenni tondi sono trascorsi da allora. Tre decenni in cui i morti non sono stati dimenticati, ma che hanno perso la tensione morale e politica per tendere ad altro, figlio forse più del riflusso degli Anni Ottanta che di pulsioni sovversive. Continue reading

Riflessi di luna e ombre

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  • 30 Strangest Deaths in History

    Death by Embracing the Reflection of the Moon
    Chinese poet Li Po (701-706) is regarded as one of the two greatest poets in China’s literary history. He was well known for his love of liquor and often spouted his greatest poems while drunk. One night, Li Po fell from his boat and drowned in the Yangtze River while trying to embrace the reflection of the moon in the water.

  • Oil, Slick, Yeti, CIA, and Iraq?

    Stay with me here. These are games that boys into men play, deadly, yes, but happening on a strange landscape that takes into account Oklahoma, Texas, Tibet, Nepal, and Iraq – and some characters all too familiar to you.

  • Why Does The Homicide Report List Killings by Police?

    Any death of a human being by the hand of another is included in The Homicide Report. This is the Los Angeles County coroner’s definition of homicide. The definition wraps in both criminal homicides and justifiable homicides by police, as well as justifiable homicides by civilians acting in self- defense.

  • Luci e ombre di Google

    Criticare Google attraverso una disamina della sua storia, la decostruzione degli oggetti matematici che lo compongono, il disvelamento della cultura che incarna significa per noi muovere un attacco alla tecnocrazia.

Credibilità dell’informazione: tre punti in discussione

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Partendo dal commento e poi dal post di Free Lance sulla questione Wikipedia, credibilità e informazione, penso che la discussione possa essere sezionata siano sostanzialmente in tre punti:

  • la credibilità, l’affidabilità delle informazioni che si trovano in rete, che è il nodo dell’affaire Essjay (a mio avviso usato strumentalmente dai detrattori di Wikipedia): concordo che un attestato sia irrilevante o almeno insufficiente per conferire credibilità a un’informazione e al suo autore. La risoluzione – o la mediazione – per derimere la questione è complicata: c’è chi vorrebbe contare i link esterni all’informazione (parametro altrettanto insufficiente) e chi sta studiando altri sistemi semi-automatici per il conferimento di un giudizio di valore. Credo che comunque l’equilibrio individuato dall'”ecosistema Wikipedia” sia il miglior esempio attraverso la modifica collettiva e i successivi aggiustamenti dell’informazione Continue reading

Arrivare al cittadino anche con i contenuti liberi

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Polizia di StatoQuesta intervista è disponibile sui siti di Permesso d’Autore e di Creative Commons Italia.

Maria Cristina Ascenzi è un vice questore aggiunto di polizia. Ma è anche la responsabile, oltre che del portale intranet “DoppiaVela”, del sito Poliziadistato.it. Il quale ha una particolarità: i suoi contenuti sono rilasciati con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.5 Italia. Di qui l’interesse a saperne di più a proposito di questa scelta e a conoscere meglio un sito che supera il mezzo milione di visitatori unici al mese e che si avvale dell’apporto di diciotto persone tra redazione, comparto tecnico e traduttori.

I siti delle istituzioni in genere sono ancora lontani dall’abbandonare forme proprietarie di diritto d’autore, il cosiddetto full copyright. Il sito della Polizia di Stato invece l’ha fatto e ha adottato una licenza Creative Commons. Perché? Come avete iniziato a riflettere con questa opzione e su quali tematiche vi siete confrontati internamente?

La Polizia di Stato da qualche anno ha impresso una forte accelerazione alla sua attività di comunicazione in generale e all’uso dei nuovi media in particolare. Già da diversi anni mette a disposizione dei cittadini un sito internet, riceve denunce attraverso il web e, con il commissariato online, ha creato una realtà di informazione e segnalazione di reati informatici molto apprezzata dagli utenti esperti della rete.

Con questo tipo di sensibilità è naturale aderire al sistema di valori riconosciuti dalla community virtuale. Tra questi la condivisione dei contenuti ci è sembrato un passo assolutamente indispensabile. Noi tocchiamo concretamente, ogni giorno, i vantaggi del nostro lavoro per i cittadini e una delle sue caratteristiche è proprio il miglioramento attraverso la diffusione e la condivisione di quanto di nuovo e di buono c’è sulla rete. Continue reading

Brevissime storie libere

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FicletsVia BB. Ficlets sono storie cortissime che non vanno oltre i 1024 caratteri. E sono anche un’iniziativa per scrittori che scelgono la via di Creative Commons. Le foto che il sito-comunità pubblica derivano da Flickr, nasce sotto l’egida di AOL e fissa una serie di standard ai quali gli autori si devono attenere per partecipare. L’ispirazione di un racconto può derivare da una foto, da un incipit o da una chiusura e, una volta che le storie sono online, di esse se ne può vedere l’origine e si può interagire con commenti e votazioni. Lo scopo di tutto ciò?

Each and every ficlet is modular in that, though you may have written a stand-alone story with a beginning, middle, and ending, your fellow ficleteers may choose to write a prequel or sequel to your story. In this respect, you can think of ficlets as literary Legos.

Novità, opportunità per scrittori, recensioni, e rubriche sono radunate sul relativo blog.

[Update, 29 marzo 2007] Via Booksblog, ora esiste anche un’esperienza analoga in Italia che si chiama Novlet. Qui la presentazione del progetto.

Contenuti, sfide e dibattiti

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Letture in giro per la rete:

  • Ground Report Empowers Citizen Journalism with CC Attribution License

    Ground Report is a new citizen journalism site that “Empowers Global Users to Self-Publish, Rate Content and Earn Money.” In a move that helps insure user generated content can flourish on the web, they bolster their reputation and community participation by licensing all user-generated content under a CC Attribution license.

  • Il mondo si interroga su Wikipedia

    Suscitare “emozioni forti” è tipico di chi raggiunge la grande notorietà. Che questo sia il destino di Wikipedia ormai ci sono ben pochi dubbi. Con quasi un milione e 700mila voci in lingua inglese (contro le 120mila della mitica Enciclopedia Britannica), Wiki è lo strumento di consultazione più frequentato dai navigatori, il luogo dove ciascuno può condividere il proprio sapere, metterlo a disposizione degli altri. E proprio qui sta uno dei problemi.

  • Free Culture: “Free me”, a DVD about Free Culture

    The Free Me DVD is an attempt to help raise awareness of Free Culture. On the disc I have provided loads of different kinds of media – some of it can be played in your DVD player while other bits can be found when you put it in your computer. All of these works have been created and released under less restrictive licenses than the traditional “All Rights Reserved” copyright notice.

  • Who Controls Your Television?

    An inter-industry organization that creates television and video specifications used in Europe, Australia, and much of Africa and Asia is laying the foundation for a far different future — one in which major content providers get a veto over innovation and consumers face draconian digital rights management (DRM) restrictions on the use of TV content.

  • I media italiani usano anche i nazisti per disinformarci

    Come mai il segretario dell’UDC Lorenzo Cesa riceve il capo di un gruppuscolo fascista e antisemita venezuelano, coinvolto in passato perfino in un attentato contro papa Wojtyla?

  • Brighton crime story shows how far FOI still has to go

    Ward-by-ward crime figures are the sort of public data that should be routinely available to the public. There is nothing remotely sensitive about this information, which is inevitably collected by police and is in the public interest to disclose. In an ideal democracy, it wouldn’t really be necessary for a journalist to file a Freedom of Information Act request in order to obtain this data.