Credibilità dell’informazione: tre punti in discussione

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Partendo dal commento e poi dal post di Free Lance sulla questione Wikipedia, credibilità e informazione, penso che la discussione possa essere sezionata siano sostanzialmente in tre punti:

  • la credibilità, l’affidabilità delle informazioni che si trovano in rete, che è il nodo dell’affaire Essjay (a mio avviso usato strumentalmente dai detrattori di Wikipedia): concordo che un attestato sia irrilevante o almeno insufficiente per conferire credibilità a un’informazione e al suo autore. La risoluzione – o la mediazione – per derimere la questione è complicata: c’è chi vorrebbe contare i link esterni all’informazione (parametro altrettanto insufficiente) e chi sta studiando altri sistemi semi-automatici per il conferimento di un giudizio di valore. Credo che comunque l’equilibrio individuato dall'”ecosistema Wikipedia” sia il miglior esempio attraverso la modifica collettiva e i successivi aggiustamenti dell’informazione
  • la neutralità politica delle informazioni: questa è impossibile, una pretesa irreale. Che si parli di Wikipedia o giornalismo o altro, un autore è ugualmente influenzato dal proprio sistema di valori e di riferimenti. In un recente libro di Marco Travaglio, si fa riferimento a una notizia riportata da due cronisti di guerra, uno di orientamento pacifista e un altro invece favorevole agli interventi armati. E spiega come il primo probabilmente racconterà con maggiore frequenza gli effetti della guerra sulla popolazione civile e “sorveglierà” gli eserciti in campo per individuarne eventuali abusi. Il secondo, invece, sarebbe più proponso a riportare notizie strategiche, l’evoluzione militare del conflitto e così via. In entrambi i casi, nessuno dei due sta spacciando informazioni avariate, sta semplicemente raccontando aspetti più vicini a sé e al proprio sistema di valori. Fornendo peraltro altrettanti visioni dello stesso evento. Dunque la neutralità politica può non essere un merito a priori dell’informazione, soprattutto se si vuole un’informazione pluralista
  • l’oggettività delle informazioni: e qua si riallaccia il discorso con il punto precedente. Un’informazione non neutrale deve comunque rimanere oggettiva, cioè riportare i fatti così come si sono svolti senza ingerenze dovute a commenti o opinioni (a meno che lo spazio dato all’informazione non li preveda esplicitamente, ma in questo caso il lettore sarebbe ne consapevole e si parlerebbe di qualcosa di diverso, non più informazione pura).

2 thoughts on “Credibilità dell’informazione: tre punti in discussione

  1. Hai detto meglio di me quello che volevo dire nel mio post: l’affidabilità dell’informazione non va confusa con la neutralità. L’infrastruttura di un media (per esempio, Wiki per Wikipedia) può garantire strumenti efficienti di controllo e correzione dell’informazione. Ma ogni comunità che produce l’informazione (una redazione di professionisti o una rete informale) nasce dalla condivisione non neutrale di valori (anche lo stipendio a fine mese può esserlo) senza la quale non sarebbe nemmeno nata, perché Wikipedia, Indymedia o repubblica.it non nascono sotto il cavolo. Una comunità deve riuscire a garantire affidabilità e allo stesso tempo rafforzare la sua identità, le sue relazioni di fiducia e, in fondo, la sua non-neutralità. Spesso, si discute molto degli strumenti di garanzia dell’affidabilità e si trascura l’identità, magari fondata su un forsennato anti-identitarismo come Indymedia, della comunità.

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