Da FdC. Paolo Roversi, sul blog MilanoNera, si pone una domanda: Cultura gratis in rete? Sì, ma a caro prezzo e giustamente sottolinea come una parte del mondo editoriale solleciti – se non pretenda – recensioni a fronte di nulla. Il web è una risposta per uscire dagli schemi e il dialogo che si costruisce con i lettori – che diventano autori e recensori a loro volta – un’evoluzione. Ma si chiede ancora Roversi allargando il discorso:
Che fare dunque? Risposte non ne ho, ma un timore sì; la rete è libera perché ancora non ci hanno voluto mettere le mani: se un grosso gruppo editoriale investisse sul serio, acquisendo massicciamente siti e blog, così come ad esempio ha fatto Google con YouTube quando questo sito ha cominciato ad attirare milioni di utenti, succederebbe che, anche in rete, qualcuno disposto a cedere alla tentazione d’allinearsi ci sarebbe…
Esatto. E non solo a livello di opinioni su un libro, un fatto, una posizione politica. Da che il web ha iniziato ad espandersi, la legge sul diritto d’autore ha iniziato a irrigidirsi sempre di più. In nove anni, dal varo del Digital Millennium Copyright Act e della legge di Topolino, di certo i profitti derivanti dalle opere dell’ingegno e della creatività non sono stati convogliati verso gli autori. Lo stesso è accaduto e accade in Europa, non estranea a fenomeni sommariamente riassumibili nell’assalto alla copia digitale, ritenuta indiscriminatamente un crimine anche quando licenze d’uso copyleft allargano di molto il campo d’azione dell’utente e lo strappano al ruolo di mero consumatore di cultura. Continue reading
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[AGGIORNAMENTO – 16 maggio 2007] Un aggiornamento sempre via AdnKronos: