“No Dal Molin”: minacce alla portavoce

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Via PeaceReporter, Proiettile in una busta per la portavoce del movimento anti-base di Vicenza:

Un proiettile in una busta chiusa è stato inviato stamani alla portavoce del Comitato ‘No Dal Molin’ di Vicenza, Cinzia Bottene. Non comparendo l’indirizzo della portavoce sull’elenco telefonico, il grave messaggio intimidatorio è stato recapitato all’indirizzo di un’altra persona, che porta il suo stesso cognome e che ha con lei un legame di parentela. La busta, sulla quale il nome della rappresentante del movimento anti-base era scritto a macchina, conteneva un proiettile calibro 765 e un foglio bianco. Essendo stato affrancato, ma non timbrato, si ritiene che il plico sia partito proprio da Vicenza. L’oggetto è stato consegnato agli agenti della Digos della città veneta.

Dalla rete: teste da mondi vari

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  • Pino Nicotri, Spesso le bugie hanno le gambe corte. A cominciare da Bagdad e dalla Casa Bianca

    È “il fronte interno” quello che comincia a cedere, con la differenza però che se in Vietnam gli americani almeno sul piano statico avevano praticamente vinto, stoppando l’offensiva del Tet, in Iraq invece le cose vanno ben diversamente.

  • Leonardo, Genova fu una dimostrazione fascista

    Altro che le nostre cronache scipite – treno-corteo-mazzate-treno – che ormai fanno sbadigliare gli invitati a cena. L’inizio potrebbe essere ambientato da qualche parte in un ministero. O nei quartieri generali di una forza dell’ordine, con un gruppo di persone che si pone problemi e trova soluzioni.

  • Luigi De Marchi, I terroristi: amici della scienza, nemici dell’arte. Perché?

    Ancora una volta i dati della cronaca quotidiana dimostrano quanto la psicologia di massa e di vertice potrebbe contribuire alla comprensione del terrorismo, ma i nostri politici, come sempre, non capiranno o fingeranno di non capire.

  • Vittorio Zambardino, L’internazionale della censura

    Magari fosse solo una questione italiana, uno potrebbe rifugiarsi dietro l’invettiva per una classe politica che non si documenta, poco capisce e in genere segue lo Zeitgeist censorio. No, no: c’è pure la Svezia che fa come la Siria, cioè come l’Inghilterra, cioè come tutta l’Europa.

Le “due polizie” del G8 si sveleranno al processo

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Da un articolo di Marco Menduni pubblicato oggi sul Secolo XIX (articolo non online):

Le “due polizie” alla resa dei conti. Nelle prossime udienze del processo per il blitz nella scuola Diaz alcuni dirigenti e agenti sono pronti a rendere “dichiarazioni spontanee” […]. Due polizie hanno agito a Genova nei giorni del G8. Due gruppi di potere contrapposti si sono scontrati sulle strade e nel drammatico epilogo alla Diaz. Un’ala dialogante. E un nucleo di falchi, di duri, tardi epigoni di una polizia che sta scomparendo ma che negli scorsi decenni non ha lesinato l’utilizzo di metodi disinvolti (per usare un eufemismo) nell’affrontare le emergenze.

Ma la storia di quei due giorni va rivista, ancora una volta dall’inizio. Dall’accordo raggiunto tra l’ala non violenta (pur radicale) della contestazione e la polizia stessa. La mediazione fu condotta da un funzionario genovese e da Lorenzo Murgolo, dirigente della questura di Bologna e da sempre considerato “punto di riferimento” dell’area noglobal. I patti erano chiari. E oggi una fonte è in grado di confermarli al Secolo XIX: «Quando Casarini fece la famosa dichiarazione di guerra, annunciando “violeremo la zona rossa”, sapeva quel che diceva».

Proseguendo con l’articolo, si delineano scenari secondo i quali Casarini avrebbe pronunciato quelle parole dopo averle già dette a chi si doveva occupare dell’ordine pubblico, per conservare all’interno del movimento una posizione preminente messa in discussione da nascente correnti a lui avverse. Ma la vicenda prese la piega che oggi si conosce e i cui contorni – mancanti o negati – si delineano via via che proseguono i processi. Perché, come scrive Blicero su Carmilla:

Fortunatamente il tentativo disperato da parte di media e istituzioni culturali e politiche del paese di far calare il sipario su un evento così importante per tutti coloro che lo hanno vissuto direttamente o indirettamente e per la storia non solo del paese, ma anche e soprattutto dei conflitti politici a livello internazionale, sta andando incontro a una sconfitta sempre più netta.

È pure vero che per ora sui manuali di storia delle superiori troviamo pagine e pagine per giustificare l’11 settembre e le guerre che ne sono state l’inevitabile reazione (o origine, forse siamo noi che non abbiamo capito nulla!), mentre non troviamo neanche un paragrafo sul G8 di Genova. Ma la memoria delle persone è diventata più viva negli ultimi anni, anche grazie al lavoro di molti gruppi, collettivi e individualità che non si sono stancate di seguire ciò che è rimasto di quegli eventi: i processi.

Même Père Même Mère: la produzione dal basso funziona

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Obiettivo raggiunto (e la produzione continua) per il film Même Père Même Mère, nuova opera della Malastrada.film che era stata annunciata a inizio maggio contestualmente all’avvio della campagna di finanziamento. Il meccanismo per realizzare il lungometraggio, incentrato su Thomas Sankara e sul Burkina Faso, è lo stesso del precedente lavoro, 13 Variazioni su un tema barocco. Ballata ai petrolieri in Val di Noto: avviare una raccolta fondi per andare a copertura dei costi e creare così rete di veri e propri coproduttori. E data la natura del progetto, i risultati poi vengono tutelati attraverso una licenza Creative Commons.

Dunque, per tutti questi motivi si torna a dialogare con Malastrada.film e, in particolare, con Alessandro Gagliardo che – insieme a Chris Consoli, Julie Ramaïoli e Giuseppe Spina – ha ideato Même Père Même Mère.

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Le vie delle interpellanze sono infinite

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Operazione: PretofiliaChe differenza passa tra Luca Volonté e coloro che si indignano per le vignette satiriche sull’islamismo? Sui musulmani si può scherzare, ma guai a chi fa riferimenti cattolici? Domande che sorgono leggendo i quesiti contenuti nell’interpellanza che il parlamentare dell’UDC ha presentato il 26 giugno scorso e che prontamente è stata accolta. Chiede infatti Volonté al ministero dell’interno, per i beni e le attività culturali e delle comunicazioni:

quali urgenti iniziative intendano adottare ai fine di evitare che la libertà di espressione di sedicenti artisti diventi alibi per offendere la sensibilità umana e religiosa e quali provvedimenti intendano mettere in atto per evitare in futuro che possano verificarsi casi analoghi di offese al sentimento religioso e alle confessioni religiose in generale e a quella cattolica in particolare.

I nodi della questione sono il Messiah Game alla Biennale di danza di Venezia, il videogioco Operazione: Pretofilia e, per ampliare gli spazi dell’arte “deviata”, una mostra che non s’ha da fare. Sfido poi che stanotte Dio ha telefonato in America e ha preteso l’oscuramento di ciò che non gli piaceva. Sarebbe divertente, ‘sta vicenda, se fosse una favola del martedì, ma si tratta invece di isteria di chi vorrebbe per esempio indicare agli islamici un islam autentico e agli omosessuali fa lezione di diritto di natura.

In ultimo, c’entra tangenzialmente, ma è interessante il discorso sulla catechesi clinica che fa Alessandro Capriccioli.

Dalla rete: storie nere, fantascienza libera ed editori disperati

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  • Ugo Maria Tassinari su Carmilla, La Forza nuova della fede antica

    Nonostante la linea politica sia, per alcuni aspetti, “moderata”, rilanciando battaglie di “destra” capaci di coinvolgere settori di opinione e sociali ben più ampi dell’area dei simpatizzanti, fn riesce a tenersi dentro i militanti “duri e puri”, legati alla “puzza della strada” e allo scontro di piazza come essenza della milizia.

  • Massimo Polidoro, JFK: Oswald non potè sparare quei colpi?

    L’unica volta che si cita il SIFAR si dice che i Servizi segreti italiani volevano che le informazioni fornite restassero segrete. E visto che la Commissione voleva evitare di inserire “segreti” nel proprio rapporto, ci si chiede se le informazioni dei Servizi italiani fossero davvero importanti da giustificare il segreto.

  • Chez ASA, Gomorra

    Ci sono pagine impressionanti, avvincenti, terribili. Un libro essenziale per capire questo Paese, il genio e la sregolatezza, messi al servizio del Male. Per capire la debolezza dello stato, delle istituzioni, la nostra.

  • Premio Oltrecosmo, Inizia la terza tornata

    Il cambiamento più importante a spiccare nel bando è la nascita di un forum all’interno del quale saranno pubblicati i racconti: in questa edizione, infatti, tutti i racconti in gara saranno leggibili e commentabili dagli utenti.

  • Giulio Mozzi per Bottega di lettura, Editori disperati

    Essendo la vita dei veri prodotti di massa (come Desperate Housewives) destinata a essere assai breve*, quando Desperate Housewives sarà diventato, esattamente come I ragazzi di Padre Tobia o Chissà chi lo sa?, un oggetto d’altri tempi (cosa che tende ad avvenire sempre più velocemente), trascinerà nel proprio oblio anche il libro.

Coni d’ombra persistenti

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Spot my shadowLa recente sentenza di assoluzione per l’omicidio di Roberto Calvi può essere paradigmatica per la sensazione di smantellamento di una serie di assunti raccolti e affinati in molti anni di indagini. In particolare, a rischio sarebbe almeno una parte della ricostruzione del rapporto creato nel corso di decenni tra criminalità organizzata, gangsterismo, apparati dello stato e terrorismo politico. Un rapporto, questo, che abbraccia molteplici vicende e che potrebbe avere come punto di snodo l’esplosione nella galleria di San Benedetto Val di Sambro, il 23 dicembre 1984, del treno Napoli-Milano che provocò sedici vittime e 250 feriti.

Rispetto ad altri fatti compresi nell’arco di tempo che va dal 1969 al 1984, il periodo più intenso delle stragi italiane apertosi con Piazza Fontana, per il Rapido 904 è stato individuato un regista preciso: Giuseppe Calò, detto Pippo, il cassiere di Cosa Nostra sospettato di essere il mandante dell’omicidio di Calvi. Ma ancora prima condannato per l’attentato al 904 insieme a Guido Cercola, suicida nel supercarcere di Sulmona all’inizio del 2005. La responsabilità di Calò sembrava aver spostato il focus delle indagini dal terrorismo politico all’estensione del fenomeno mafioso oltre i confini siciliani e lo aveva messo in relazione agli attentati dello scorso decennio. Continue reading

Acme del Pensiero: appello per bimbo kosovaro

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Se in rete è capitato più o meno spesso di imbattersi in richieste di aiuto sulla cui trasparenza non c’era granché da fidarsi, le iniziative che in questi mesi ha curato Morgan attraverso per il suo blog Acme del Pensiero sono di tutt’altra specie: verificabili, con finalità chiare, rendicontate. Dunque, per questo, riporto un post che ha segnalato lo stesso Morgan sulla vicenda di un bambino kosovaro di cui si sta occupando all’ospedale pediatrico Bambino Gesù.

Come sono andate crescendo le licenze Creative Commons

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L'alternativa del copyleftMike Linksvayer parte con un’avvertenza: “stimare l’adozione di una licenza è una scienza tutt’altro che esatta”. Ma ci prova comunque con Creative Commons license adoption statistics e prepara una presentazione per l’iSummit 2007 facendo un bilancio della crescita di forme di rilascio basate sul modello “alcuni diritti riservati”. In proposito dice:

Here are the major points:

  • Metrics based on search engine queries are conceptually straightforward but highly volatile and hard to verify, but the overall growth trend looks good.
  • We’re also seeing strong growth at leading CC-enabled content repositories and strong growth of innovative CC-enabled repositories.
  • Upcoming challenges including measuring reuse.
  • Big mistake: not encouraging rigorous outside analysis by people who know something about statistics long ago.

Il risultato è disponibile in formato pdf, su Scribd e su Slideshare.