Dai supereroi a spaventevoli filastrocche popolari

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Stan Lee Tribute ArtworkUn tributo a Stan Lee, uno dei padri della “corrente supereroistica” del fumetto (Fantastici Quattro, L’incredibile Hulk o X-Men, per citarne alcuni). L’esposizione, organizzata dalla Gallery 1988, è stata contemporaneamente riversata anche su un blog, Stan Lee Tribute Artwork, dove sono pubblicate le opere degli artisti che al tributo partecipano.

Inoltre, altro argomento interessante: popolari filastrocche sull’infanzia che, più che raccontare una storia, atterriscono. Ne parla Sher D Fly, che di argomenti del genere ha già avuto modo di trattare. In questo articolo vengono affrontate dieci brevi storie della tradizione anglosassone e se ne dà interpretazione esordendo con queste parole:

In most cultures, nursery rhymes feature children’s verses and songs that are verbally passed down from one generation to another. But how many of us realize that many of the most popular English nursery rhymes for our kids are often extremely violent in nature, filled with tales of death and suffering, and often contain quite disturbing and tragic endings?

Nature Magazine: il futuro secondo 100 autori

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  • Cory Doctorow, 100 Futures from Nature: 100 short-short sf stories from Nature Magazine:

    Futures From Nature: 100 Speculative Fictions is an anthology of 100 short-short science fiction stories originally published on the back page of the prestigious weekly science journal Nature. The stories come from all matter of writers — science fiction professionals, working scientists, science writers (there’s even one — rather good — story written by a scientist’s 12-year-old daughter!), and take all manner of approaches to the challenge […]. Many of these stories are flat-out brilliant, and not all of those come from professional writers (though sf pros like Bruce Sterling, Ben Rosenbaum, Joan Vinge, Kathryn Cramer, Robert Charles Wilson and Toby Buckell all have superb little gems here). Clearly, many scientists have a frustrated sf writer lurking within them.

    Il link alla scheda del libro.

Ancora dalla parte delle bambine: la strada dell’inferiorità

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Ancora dalla parte delle bambine di Loredana LipperiniAncora dalla parte delle bambine, il libro che Loredana Lipperini ha scritto raccogliendo il testimone di Elena Gianini Belotti, autrice nel 1973 di Dalla parte della bambine, non va a caccia di omicidi. Ma al suo interno si rintracciano elementi che aiutano a comprendere come sia possibile che la vita di una donna finisca per mano di un familiare. Partiamo dai numeri:

tra il 2000 e il 2005 si sono contati in Italia 495 omicidi tra coppie e quasi nove volte su dieci sono stati gli uomini a uccidere […]. Nel febbraio 2007, vengono pubblicati i risultati dell’indagine Istat sulla violenza contro le donne in Italia: 6.743.000, il 31% delle donne tra i 16 e i 10 anni ha subito violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita. Responsabile di aggressione fisica o stupro è nel 70% dei casi il marito o il compagno. Controprova. Nel rapporto Eures-Ansa, “L’omicidio volontario in Italia”, i numeri ci dicono che un omicidio su quattro avviene tra le mura domestiche. Il 70% delle vittime sono donne, soprattutto casalinghe, uccise quasi unicamente per ragioni passionali o in seguito a liti e difficoltà coniugali.

Il problema non è etnico o religioso. Non c’entrano il livello reddittuale o quello scolastico. Né la latitudine. In un mondo in cui l’universo femminile è rosa fin dalla nascita, in cui Paris Hilton istruisce sulla bellezza del nulla e le Winx allungano le distanze sui prodotti della Mattel a suon di magia e grazia, emerge dalle riflessioni di Loredana Lipperini un percorso culturale che torna – più che in passato – ad attribuire al genere un ruolo definito nelle dimaniche sociali. Ruolo che non è scevro dalla propagazione di strategici sensi di colpa per chi lo viola e anche, paradossalmente, per chi lo rispetta.
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La bambina con i capelli a ombrellone in libreria

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Tana per la bambina con i capelli a ombrellone di Monica ViolaDa 24sette.it. E la data dell’uscita è fissata per il 23 gennaio. Evviva per Monica Viola, il cui Tana per la bambina con i capelli a ombrellone viene pubblicato con Rizzoli:

Roma, tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli Ottanta: la bambina con i capelli a ombrellone cresce in una famiglia numerosa, caotica e vecchia maniera, con un padre autoritario, una madre dolcissima, sorelle, fratelli e una nonna rinchiusa nel suo passato di sogno. Inciampa nella vita e nelle sue spine più aguzze, subisce lacerazioni traumatiche (le molestie sessuali), sbanda, ma si reinventa con nuova, sorprendente, trascinante vitalità. Il romanzo di Monica Viola è la storia interiore di una bambina che diventa donna e la reinvenzione di un’epoca tormentata attraverso uno stile semplice e incisivo e uno sguardo penetrante sulla realtà. Il sito dell’autrice, ricchissimo e pieno di sezioni, contiene il booktrailer, le indicazioni della colonna sonora che accompagna le pagine del libro e gli audioclip relativi.

Qui articoli sull’edizione uscita per VibrisseLibri e qui invece una precedente segnalazione.

Involuzioni del diritto d’autore e doppi controlli sui videogiochi

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Valerio Di Stefano di ClassiciStranieri.com pubblica l’articolo Il degrado della cultura e la cultura degradata: involuzione del diritto d’autore in rete per fare il punto su un “topolino rachitico e inadeguato”, cioè il disegno di legge 1681 che, con due soli articoli, trasforma la SIAE in ente pubblico economico e si mette a legiferare sulla circolazione in rete di libere pubblicazioni. E scrive Valerio in proposito:

Il disorientamento del legislatore e, conseguentemente, della Comunità che nella rete si occupa di dare una maggiore visibilità ai contenuti liberi mediante la loro diffusione gratuita (unico requisito chiaro della norma, e ribadito dalle espressioni “a titolo gratuito”, e “solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro”), si accresce quando chiarisce che queste riproduzioni debbono essere effettuate “per uso didattico o scientifico”. E, naturalmente, quando il legislatore non si preoccupa minimamente di chiarire quello che intende con questa espressione, ma passa la patata bollente al Ministro per i beni e le attività culturali (Pietro Folena, sul suo blog scrive che “noi avremmo voluto scriverli direttamente nella norma, ma abbiamo accettato una mediazione”). La formula è lugubre e sinistra perché, oltre a non dare alcuna indicazione su ciò che si può fare e ciò che non si può fare, limita l’utilizzazione del materiale ai soli scopi didattici e scientifici, non allargando, ad esempio, la possibilità di farne uso da parte di biblioteche on line, enciclopedie e risorse di consultazione.

Sempre in tema di rete, si dia un’occhiata qui e alla relativa petizione. Argomento?

Il Disegno di Legge n. 3014 in materia di tutela dei minori nella visione di film e videogiochi, attualmente all’esame del Commissione Cultura della Camera, propone di creare un Comitato nazionale con il compito di “controfirmare” la classificazione del videogioco attribuita a livello europeo dal sistema PEGI. L’Italia potrebbe diventare l’unico paese in Europa, dove viene imposto un macchinoso sistema di doppia valutazione dei giochi.

Festina lente, il G8 e le “promozioni indecenti”

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Riporto dal blog Festina lente il post di Roberto Laghi che parte da Peacelink per arrivare a Genova G8: promozioni indecenti. Utile per capire come evolvono determinate situazioni:

Dopo la nomina di De Gennaro a commissario straordinario per l’emergenza rifiuti a Napoli, è bene ricordare qualche altra nomina avvenuta in questi ultimi anni. Perché la memoria è un ingranaggio collettivo.

Aggiornamento al 30 Dicembre 2007

Fabio Ciccimarra, vice questore aggiunto (già commissario capo di Napoli) è stato promosso a capo della squadra mobile della Questura di Cosenza. Fabio Ciccimarra è imputato (insieme ad altri indagati delle Forze dell’Ordine con varie contestazioni tra le quali sequestro di persona, violenza e lesioni) per le violenze alla caserma Raniero di Napoli, marzo 2001. Imputato anche nel processo Diaz (Genova, luglio 2001).

Gianni De Gennaro, promosso Capo di gabinetto del Ministero dell’Interno, già capo della polizia italiana durante i fatti di Napoli e di Genova nel 2001, indagato per istigazione e induzione a falsa testimonianza in procedimento correlato a quello per i fatti della Diaz.

Gilberto Caldarozzi, imputato nel processo Diaz, promosso Direttore del servizio centrale operativo della Polizia di Stato ed in seguito dirigente superiore “per meriti straordinari” in seguito all’arresto di Bernardo Provenzano.

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Dalla rete: le cifre irachene e le emittenti birmane

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  • Christian Elia, La guerra delle cifre
  • Il calcolo del numero delle vittime del conflitto iracheno, iniziato a marzo 2003 e tuttora in corso, sta diventando una battaglia nella battaglia. Secondo uno studio del governo iracheno, in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), pubblicato oggi dal New England Journal of Medicine, sono 151mila i decessi per morte violenta in Iraq dal marzo 2003 al giugno 2006.

  • Gianluca Ursini, La pirateria difende la democrazia
  • Il regime birmano cerca di mettere la museruola alla circolazione delle informazioni nel proprio paese, con il proposito di oscurare le tv satellitari, che forniscono ai birmani le notizie che i media di stato non diffondono. Ma i militari non sono in grado di controllare tutti i proprietari di antenne satellitari del paese, come hanno spiegato a PeaceReporter alcuni esuli rifugiati in Europa.

Il lungo intrigo: fatti nascosti ed effetti palesi di sessant’anni di storia

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Il lungo intrigo di Alfio CarusoCerti patti non c’era bisogno di metterli per iscritto, camminavano assieme all’aria.

Alfio Caruso usa nel libro Il lungo intrigo. Dal 1943 a oggi: per una storia segreta d’Italia un artificio: la finzione narrativa. Costruisce episodi forse mai accaduti, intesse dialoghi, immagina incontri. Ognuno di essi vede di volta in volta sulla scena qualche mammasantissima di cosa nostra. Oppure agenti dei servizi. O giornalisti o ancora ufficiali delle forze dell’ordine. E se è vero che i singoli fatti probabilmente sono frutto di fantasia o libere rielaborazioni di momenti reali, è altrettanto vero che ciascuno di essi descrive (e ne ribadisce l’esistenza) avvenimenti assolutamenti concreti, nodi chiave nel passaggio da una nazione che dall’armistizio ai giorni nostri è inciampata (ma spesso ha inciampato consapevolmente) in fatti che hanno deviato il suo percorso politico “democratico”.

La mafia è una presenza costante del libro. A iniziare dalle sue prime pagine, quelle in cui narra del 1943 e degli accordi per cambiare fronte passando dall’asse nazifascista a quello alleato. E la “clausola segreta”, quella di cui Aldo Moro negherà l’esistenza anni dopo perché troppo infamante sarebbe stato ammettere l’impunità o un occhio di riguardo verso uomini d’onore che appoggiavano lo sbarco in Sicilia, è il primo mistero. Seguito da Portella della Ginestra, il caso Mattei, i flussi di denaro da est e da ovest per mantenere saldi gli assetti del fronte più caldo della guerra fredda. E ancora la morte del commissario Cataldo Tandoj ad Agrigento, le esecuzioni di marmaglia in divisa per dare una lezione alle gerarchie, Dalla Chiesa che diventa un “uomo solo”, Mauro De Mauro e la scomoda figura di Enrico Mattei, i tintinnii di sciabole nelle notti da golpe, le stragi, le bugie su via Fani, gli appoggi e le strumentalizzazioni del terrorismo di destra e di sinistra, la stagione delle autobombe a Palermo, i divini traffici finanziari, il Banco Ambrosiano e i suoi caffè avvelenati serviti all’interno di un supercarcere.
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Danilo Arona, Miriam e l’horror “di esitazione”

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Danilo Arona torna a pubblicare su Carmilla e questa volta è Cercasi Miriam disperatamente. Lo introduce Valerio Evangelisti con queste parole:

L’articolo La luce oscura di Danilo Arona, uno dei collaboratori che più hanno contribuito al successo di Carmilla, ha avuto tale rispondenza di pubblico da consigliare di dare lo stesso titolo a una nuova rubrica di Danilo. Erede, anche se diversa per concezione, delle mitiche “Cronache di Bassavilla”, divenute un libro, cui presto se ne aggiungerà un secondo e per le quali sono previste trasposizioni multimediali. Ma non vogliamo anticipare. Lasciatevi illuminare o imbrunire, per ora, dalla luce oscura.

E così scrive Danilo:

Uno dei racconti che prediligo in assoluto, un perfetto esempio di horror “di esitazione”, reca la firma di Truman Capote. S’intitola “Miriam” ed è stato scritto nel 1945. Il nome del titolo si riferisce a una bambina di 11 anni che irrompe nella vita di un’anziana vedova solitaria, Mrs. Miller, sullo sfondo di una New York livida e nevosa. È, all’apparenza una ragazzina pestifera e invadente, ma anche molto inquietante, della quale possiamo dire (o non dire) verso le righe conclusive che forse non esiste, ma che di certo esiste nella mente della protagonista.

Uno bianca: “Non si può rinascere su segreti di Stato duri a morire”

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Il cippo a memoria dei carabinieri uccisi al Pilastro il 4 gennaio 1991 dalla banda della Uno biancaVenerdì scorso ricorreva il diciassettesimo anniversario dell’eccidio del Pilastro, avvenuto il 4 gennaio 1991: tre giovanissimi carabinieri uccisi dalla banda della Uno bianca in un agguato che ha sì dei responsabili condannati all’ergastolo ma sui cui motivi permangono lati oscuti. La morte di Andrea Moneta, Mauro Mitilini e Otello Stefanini sembra un’esecuzione, anche se i Savi dissero di aver reagito a un tentativo di identificazione mentre erano su un’auto rubata per poi correggere e non rendere mai chiare le ragioni del triplice omicidio.

Oggi il quotidiano Il Bologna pubblica una lettera di Ludovico Mitilini, fratello di una delle vittime, in cui invoca chiarezza e verità su quell’agguato, chiede che si riprenda la ricerca di eventuali complici e fiancheggiatori dei banditi che, più che rapinatori – come hanno sempre sostenuto di essere – hanno agito come terroristi. La lettera peraltro arriva a commento della prossima scarcerazione dell’unico componente del commando non condannato al carcere a vita, Pietro Gugliotta, che tornerà libero nell’agosto 2008 riaccendendo le polemiche sugli interrogativi (e sono molti) che accompagnano ancora questa vicenda. Ecco il testo della lettera inviata al giornale emiliano:

Sette anni di inferno per l’Emilia Romagna, decine di omicidi senza un apparente motivo. Rapine con bottini insignificanti e raid di fuoco per terrorizzare benzinai, zingari, extracomunitari, carabinieri, impiegati di banca e semplici testimoni. Ma quello della strage del Pilastro resta un eccidio pianificato nei minimi dettagli. Organi inquirenti che, inizialmente, si spingono su piste sbagliate e devianti, ben 55 innocenti condannati per reati commessi da altri. Ci sarebbe molto da dire sulla banda della Uno bianca… Quest’anno, però, la famiglia Mitilini avrà una persona in meno a soffrire nel ricordo di quell’atroce 4 gennaio 1991, purtroppo la mamma di Mauro Militini si è spenta il 16 aprile scorso dopo una lunga ed incurabile malattia, un male che l’ha accompagnata già dopo i primi anni, comparso a poca distanza dalla perdita del figlio.

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